Proseguono, sulla scia di quanto fatto negli anni scorsi, le attività di polizia economico-finanziaria finalizzate al monitoraggio del corretto adempimento degli obblighi previsti dalla disciplina antiriciclaggio da parte dei soggetti obbligati. In particolare, nei primi mesi di quest’anno, sono stati svolti dal locale Nucleo PEF due differenti attività ispettive nei confronti di professionisti giuridico-contabili (di cui uno con studio a Viareggio e l’altro a Capannori), i cui presidi antiriciclaggio, sulla base degli elementi raccolti nel corso di precedenti investigazioni di polizia giudiziaria, apparivano potenzialmente non idonei a soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa di riferimento. Giacché, i successivi riscontri operativi effettuati sul campo dagli specialisti del Nucleo, hanno consentito di accertare, in un caso la totale assenza del presidio antiriciclaggio e il conseguente accertamento di violazioni amministrative in relazione a 98 clienti dello studio, nell’altro due distinte condotte omissive, tra cui l’omessa segnalazione di operazioni sospette all’UIF. Sono illeciti ritenuti dal legislatore piuttosto insidiosi, che prevedono anche sanzioni irrogabili dall’autorità preposta per importi fino a 50 mila euro. Si ricorda, infatti, che il fine della normativa di cui trattasi è quello di consentire l’individuazione di situazioni a rischio, così come tratteggiate dai specifici indicatori di anomalia nella disponibilità dei soggetti obbligati, funzionali poi all’invio all’U.I.F. di eventuali segnalazioni di operazioni sospette connesse a motivi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. In tale contesto, l’azione del Corpo ha come scopo quello di verificare il buon funzionamento del sistema di prevenzione antiriciclaggio, concentrando le risorse verso i soggetti e i fenomeni più a rischio, ove si rileva una maggiore vulnerabilità all’immissione di patrimoni illeciti nell’economia legale.