Claudio Cantini, capogruppo di Lucca Civica, è intervenuto questa sera in consiglio comunale per discutere sulla proposta Coima/Fondazione per il rifacimento della parte sud della ex Manifattura.
"Prima di tutto - ha esordito -, visto che anche in quest’aula ci sono state illazioni su maggioranze divise o ripensamenti, inviterei a leggere sempre gli articoli fino in fondo, senza fermarsi al titolo o estrapolare frasi dal contesto generale di quanto scritto. Detto questo, quello che occorre puntualizzare stasera, come ha fatto il sindaco e che vorrei chiarire di nuovo, è che qui, oggi, non dobbiamo prendere la decisione se accettare così come depositata agli atti la proposta, ma discutere se vogliamo intraprendere una trattativa articolata, con Coima e Fondazione, sui vari punti proposti per provare a raggiungere una nuova proposta che porti ad un accordo, che peraltro dovrà comunque essere messo a bando pubblico e quindi con la partecipazione di chiunque possa offrire condizioni migliori, oppure rinunciarvi a priori".
"E’ del tutto evidente - ha spiegato Cantini - che la Manifattura sud sia attualmente in pessimo stato, e il rifacimento, con caratteristiche di elevata qualità, potrebbe riportare a nuovo e restituire a quella parte di città le funzioni proprie del tessuto urbano, e cioè le funzioni residenziali, commerciali, produttive che ridarebbero vita, dopo molti anni, all’intera Manifattura, dato che la parte nord, sia pure con la fatica derivante dai noti problemi, sta per essere ristrutturata con funzioni totalmente pubbliche. L’intera zona così rifatta potrebbe realmente rappresentare un modello da prendere ad esempio per tutte le altre città italiane e europee delle stesse dimensioni e far conoscere Lucca, ancor più di quanto non lo sia già, in tutto il continente e anche oltre".
"Questa ristrutturazione - ha affermato - non può che avvenire tramite un accordo pubblico/privato (anche se ricordo che la Fondazione non è un vero e proprio “privato” dato che ha forti connotazioni pubbliche), un accordo che potrebbe dar vita ad una fortissima ripartenza economica con l’investimento previsto per il rifacimento, più tutto l’indotto, che rappresenta un investimento molto importante per una città delle dimensioni come la nostra, soprattutto dopo il periodo di crisi dovuto al lockdown. Ristrutturazione, restituzione delle funzioni, ingenti investimenti: questo ci potrebbe guadagnare la città, per rispondere ad alcuni interventi. Ma non solo: questo investimento potrebbe far sì che lì si localizzassero importanti aziende produttive multinazionali, che diversamente potrebbero prendere altre strade che non restare a Lucca. Dio non lo voglia, ma allora sì che ci troveremmo a piangere…"
"Quindi mi chiedo: di cosa stiamo parlando? - ha incalzato - Preferiamo lasciar tutto com’è in attesa (peraltro non molto lunga visto lo stato) che tutto cada a pezzi e si debbano investire importanti parti di bilancio solo per una messa in sicurezza che non gioverebbe a nessuno? Aspettiamo qualche benefattore (tipo un mecenate o la Fondazione stessa) che ci dia anche una cifra ingente come 2 milioni all’anno per rifarla in proprio? A questi ritmi ci vorrebbero almeno 30/40 anni con il rischio che, finita la ristrutturazione, ancor prima di aprire si debba già rimettere mano al tutto per successivi adeguamenti o rifacimenti… Proviamo ad intercettare un investimento nazionale o europeo (senza sapere né se né quando potrebbe esserci così ingente), comunque con il rischio di veder protratti i lavori per decenni, come sta avvenendo per la stessa parte Nord o per altre opere pubbliche?"
"E poi per cosa - ha attaccato -: per realizzare una nuova “cattedrale nel deserto”, con notevoli costi di gestione per l’ente pubblico che, ad un certo punto, si troverebbe a dover chiudere tutto per mancanza di fondi? Allora ripeto: ma di cosa stiamo parlando? E’ innegabile che le condizioni della proposta così come formulate inizialmente avrebbero sottoposto il bilancio del Comune ad uno stress che, probabilmente, porterebbe velocemente ad uno stato di deficit, oltre che ipotecare per anni le possibili scelte amministrative di quella zona. Ma questo l’amministrazione comunale lo sa già, e bene. Ma è altrettanto innegabile che, se si arrivasse ad un accordo condiviso, con clausole congrue e accettabili per le casse comunali, si potrebbe ottenere una convergenza di interessi che, nel loro insieme, potrebbero rivelarsi estremamente vantaggiosi per Lucca, non solo dal punto di vista della enorme ricaduta economica, ma anche per ridare valore ad una importante parte del suo meraviglioso patrimonio storico e architettonico".
"Per questo - ha concluso - chiediamo all’amministrazione di continuare, con il nostro sostegno, a percorrere la strada della possibile trattativa fino in fondo. Solo allora, con tutte le carte in mano, potremmo realmente prendere una decisione (sì o no) nel bene della nostra amata città".