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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
12 Marzo 2024

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Una famiglia francese nata per correre e per lasciare dei segni importanti nella storia del ciclismo. L'ultimo rampollo di casa è Lenny Martinez che a soli 20 anni sta bruciando i tempi nel diventare uno fra i più forti corridori del mondo. Suo padre Miguel diventò campione olimpico di MTB a Sidney 2000 e 4 volte campione del mondo (3 in MTB e 1 nel Ciclocross), corse, vinse e chiuse la carriera per la squadra capannorese di Amore e Vita, fortemente voluto dal patron Ivano Fanini. Suo nonno Mariano ex ciclista spagnolo naturalizzato francese dal 1963, oggi settantacinquenne, corse professionista dal 1971 al 1982 vincendo anche due tappe al Tour de France ed aggiudicandosi nel 1978 la classifica degli scalatori. Suo fratello Jannick che vinse anche lui le prime corse da giovanissimo in maglia Amore e Vita Mc Donald'S  ha preferito dedicarsi al cross ed alle gran fondo vincendo campionati nazionali francesi e le più grandi classiche su queste discipline. Sono stati buoni ciclisti anche lo zio Martin, vincitore di una tappa alla Vuelta e Raphaèl, cugino di suo padre. Quindi per Lenny il suo sport naturale, quello che avrebbe avuto effetti positivi e funzioni cognitive ereditate di padre in figlio non poteva che essere il ciclismo e per la famiglia e le origini di questo cognome c'è ora la prospettiva con Lenny di raggiungere i massimi traguardi, quelli che nemmeno i suoi predecessori sono riusciti ad ottenere. Una carriera iniziata anche per lui da giovanissimo in maglia Fanini quando a sei-sette anni vinse le sue prime corse.
52 CHILOGRAMMI DI FIBRE MUSCOLARI, HA VINTO IN APERTURA DI STAGIONE A LAIGUEGLIA
La sua esplosione non per niente è avvenuta da juniores tre anni fa quando vinse il Giro della Lunigiana e molto spesso chi fa quell'impresa è poi artefice di una luninosa carriera professionistica. È successo anche allo sloveno Tadej Pogacar, l'attuale ciclista più completo al mondo, quando vinse nel 2016 ed al belga Remco Evenepoel vincitore nel 2018. Lo scorso anno si impose in questo giro lancia campioni il francese Leo Bisiaux davanti al genovese Lorenzo Finn che però ha corso con l'età di allievo visto che per un solo mese nell'età anagrafica, essendo nato il 12 dicembre, ha fatto lo scatto di categoria si può dire quasi un anno prima. Minuscolo di statura ma ricco di fibre muscolari, Lenny Martinez a soli 20 anni ha già vinto quest'anno le gare di apertura professionistiche: la Classic Var con arrivo sul Mont Faron ed il Trofeo Laigueglia oltre ad essersi piazzato secondo alla O Gran Camino battuto soltanto da Jonas Vingegaard. Un'impresa se consideriamo la sua giovane età ma anche uno squillo importante per quella che potrebbe essere l'inizio di un'altra grande carriera nell'olimpo del ciclismo. Il 28 febbraio quel suo attacco sulla discesa di Colla Micheri e l'ampio margine di vantaggio acquisito e conservato fino all'arrivo sul secondo classificato Andrea Vendrame non può essere considerato un gesto qualsiasi ma il frutto di una classe e determinazione fuori dal comune.
"Sarà Lenny il futuro campione del ciclismo mondiale-dice il patron di Amore e Vita Ivano Fanini- Ha qualità ereditate geneticamente e muscoli nelle gambe più sviluppati rispetto ai suoi predecessori. Suo padre Miguel amava la strada più del cross ed ottenne invece i più grandi risultati nella mountain-bicke. Doveva prima o poi nascere un campione della strada di famiglia e Lenny riuscirà a superare nei risultati anche suo nonno Mariano. Nel 2008 suo padre Miguel riuscì a coronare con me il suo sogno. Da grande protagonista del Cross Country a stradista privo di risultati pur avendo corso in grandi squadre come la Mapei. Questo vuoto si colmò con me per la gioia di entrambi: vinse la 3.a tappa del Tour de Beauce in Canada. Nella sede di Amore e Vita teneva in braccio un bimbo di 5 anni e questi era suo figlio Lenny."
PER POCO SFUMO' L'EVENTO UNICO DI PADRE E FIGLIO NELLA STESSA SQUADRA
Il richiamo alle corse per Miguel Martinez fu così forte che nel 2020 chiese a Fanini di poter tornare a correre nella squadra di Amore e Vita dopo due anni che si era ritirato dall'attività agonistica. E cosa successe?
"Lo ripresi a correre immediatamente nella mia squadra-dice Fanini-purtroppo eravamo in tempo di pandemia e le corse furono ridimensionate. Per poco sfumò una possibilità unica al mondo: di veder correre Miguel e Lenny nella mia stessa squadra. Quel bimbo che Miguel teneva fra le braccia nel 2008 era nel frattempo cresciuto e non poteva che scegliere il ciclismo come suo sport naturale. A 17 anni sembrava fatta di veder correre padre e figlio assieme con Amore e Vita. Però......"
Perché non si avverò questa combinazione?
"Lenny era già un talento da juniores quando vinse anche il Lunigiana e questi successi non passarono inosservati alle grandi squadre. Si affacciò la Grouprama-FDJ che gli fece una grande offerta alla quale non potevo replicare. Io Lenny l'ho visto crescere e fiutando ciclismo da una vita posso affermare che sarà uno fra i più grandi campioni al mondo nei prossimi anni. Alto 1,68 e con la muscolatura da grimpeurs potrà competere per vincere anche il Tour de France. E' fuori dubbio che tiferò per lui nei prossimi anni perchè ad ogni sua vittoria penserò ai miei rapporti con questa famiglia dove c'è anche una piccola parte di me".
Non ci resta che attendere. L'attuale testimonial più eminente del nuovo corso del ciclismo professionistico dopo le sue recenti prestazioni di inizio stagione sta confermando il ruolo di predestinato, che già giovanissimo dimostrò un talento fuori dal comune, un predestinato naturale alla vittoria che lo rende già campione come se il solco del suo destino fosse già tracciato verso gloriosi traguardi. Diventerà il numero uno? E' presto per dire questo ma Fanini lo spera vivamente. Non sarà facile spodestare nelle corse a tappe l'egemonia di Pogacard e Vingegaard, in attesa dell'arrivo al professionismo di Lorenzo Finn, altro fuoriclasse sulla rampa di lancio.
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