1-0
Renate (3-4-1-2): Gemello, Possenti, Silva e Damonte; Guglielmotti, Vicente (57’Burgio), Ranieri (83’Magli) e Anghileri; Kabashi; Nocciolini e Giovinco (77’Maistrello) A disposizione: Bagheria, Marafini, Langella, Santovito, Galuppini e Rada Allenatore: Aimo Diana
Lucchese (4-4-2): Pozzer, Pellegrini, Dumancic, Benassi (84’Dalla Bernardina) e Maestrelli (60’Lo Curto); Nannelli (84’Sbrissa), Meucci, Cruciani e Panati (46’Petrovic); Bianchi e Marcheggiani (11’Zennaro) A disposizione: Biggeri, Lionetti, Cellamare, Solcia, Bartolomei, Galardi e Marinai Allenatore: Oliviero Di Stefano
Arbitro: Michele Giordano di Novara (Assistenti Massiminio di Cuneo e D’Elia di Ozieri)
Marcatore: 48’ Nocciolini
Note: Calci d’angolo 2-3. Ammoniti Maestrelli, Benassi, Cruciani, Ranieri, Bianchi e Vincente. Recupero 3’
Il “Città di Meda” non si è, purtroppo, trasformato nel “Borelli” di Correggio, come richiesto dal presidente Bruno memore della promozione in C di ormai sette anni fa. Cinquantacinque anni dopo l’ultima volta, era la stagione 1965-1966, la Lucchese retrocede sul campo, per demeriti sportivi e non per problemi societari come avvenuto nelle ultime tre occasioni, dalla Serie C e sprofonda nuovamente nei dilettanti. L’1-0 subito dal Renate, che chiude al terzo posto, è l’ultima tappa del calvario della Pantera, alla quale non sarebbe servito, ad onor del vero, nemmeno vincere in virtù dei contemporanei successi di Giana Erminio e Pro Sesto. Assieme alla Lucchese scendono in D, senza passare dai playout, anche Pistoiese e Livorno, completando così l’annus horribilis del pallone toscano. In un campionato di un livello tecnico modesto rispetto all’ultimo disputato dalla Pantera, chi scrive non ha visto pesi massimi, il progetto tecnico a livello sportivo è stato fallito. Al di là dei molti infortuni, su tutti quelli del portierone Coletta, e dei molteplici casi di positività di covid-19 che hanno condizionato i rossoneri, ma si era però ad inizio novembre quindi c’era tutto il tempo di recuperare, questa pesante retrocessione è figlia di tre mercati, quello estivo, quello di novembre con i diversi svincolati e soprattutto quello di gennaio, completamente cannati. Certamente qualche responsabilità possono avercela anche gli allenatori Monaco e Lopez ma sul banco degli imputati, a livello sportivo ovviamente, ci finisce, seguendo le regole del gioco, il direttore sportivo Daniele Deoma. Il valzer di 42 giocatori, ma come quest’anno da settembre a giugno la Lucchese è stato un porto di mare, ha partorito un gruppo acerbo per la Serie C e fragile mentalmente. La sconfitta di Gorgonzola, vero punto di non ritorno della stagione rossonera, ne è la più calzante cartina di tornasole con la Pantera che, avanti di 3-1 a 29’ dalla fine, perse 4-3 dando il là alla cavalcata che ha condotto alla salvezza la Giana Erminio.
A meno che in estate non si verifichi una moria di squadre nella terza serie nazionale, il penultimo posto infatti pone in basso la Lucchese nella griglia delle riammissioni, già da domani la dirigenza rossonera che, giusto per dare a cesare quel che è di cesare ha lavorato in maniera impeccabile sul piano amministrativo con il dg Mario Santoro e l’ad Alessandro Vichi, dovrà programmare una Serie D d’alta quota con tante agguerrite rivali corregionali, come Siena, forse il Livorno, Pistoiese e Prato, solo per citarne alcune. Il tutto sia con un nuovo allenatore che con un nuovo direttore sportivo e con una squadra da rifondare completamente. Sarebbe saggio che la prossima Lucchese ripartisse, mercato permettendo, da uomini prima e calciatori poi, come Coletta, Papini, Cruciani e Meucci.
Tutto in 90’ per la Lucchese: play-out o retrocessione diretta in D. Vie di mezzo non sussistono. Al “Città di Meda” la Pantera, vestita con la scaramantica divisa gialla evidenziatore, deve sconfiggere il Renate, quarta forza ed ancora in lizza per una terza piazza che vorrebbe dire qualificarsi già alla fase nazionale dei playoff, e sperare in risultati positivi, potrebbe bastarne anche uno, dagli altri scontri diretti Giana Erminio-Pistoiese e Livorno-Pro Sesto. Privo degli squalificati De Vito e Panariello, mister Di Stefano ripropone il consueto 4-4-2 con capitan Benassi di nuovo al centro della difesa. Per questo match senza punto di ritorno, Nannelli stringe i denti posizionandosi sulla fascia destra, così come Marcheggiani confermato come partner di Flavio Bianchi. I locali, privi dello squalificato Lakti e di Marano, decidono far partire dalla panchina i diffidati Galuppini, bomber dei suoi 12 centri, Rada e Maistrello. Nel 3-4-1-2 mister Diana affianca Nocciolini, arrivato nel mercato invernale, al fratello d’arte Giuseppe Giovinco nel reparto offensivo con Elvis Kabashi, micidiale nei calci piazzati, nelle vesti di rifinitore.
Parte il tardo pomeriggio della Lucchese, costretta all’11’ a sostituire l’acciaccato Marcheggiani, il cui impegno era stato in bilico fino a questa mattina, che viene rilevato da Zennaro. Il classe 2000 si posiziona alle spalle di Bianchi, suo compagno anche ai tempi della Primavera del Genoa. Quattro minuti più tardi Dumancic salva la porta di Pozzer respingendo sulla linea la splendida rovesciata di Nocciolini. Sulla destra Guglielmotti salta sistematicamente sia Panati che Maestrelli, apparso sempre in difficoltà come terzino sinistro. L’insidioso cross basso del numero ventisette nerazzurro viene smanacciato lateralmente da Pozzer. Sempre dalla medesima corsia i locali, questa volta con un traversone di Kabashi, sfiorano l’1-0 ma l’incornata di Giovinco, non esattamente la specialità della casa, sorvola la traversa. Al di là della forza del team lombardo, la Lucchese appare troppo timida e remissiva in questo scampolo iniziale di contesa. Al 34’ Giordano “sporca” il taccuino dei cattivi ammonendo Vincente, autore di un brutto intervento su Cruciani. Obiettivamente poteva starci anche il rosso diretto. Sul finire di frazione, gli ospiti si affacciano dalle parti di Gemello grazie ad una bella combinazione tra Bianchi e Cruciani, con il destro del mediano rossonero deviato in corner da Possenti. Nel terzo ed ultimo minuto di recupero il Renate sblocca il risultato. Ennesima fuga sulla destra di Guglielmotti, che si beve Maestrelli, con la conseguente pennellata per l’incornata di Nocciolini sulla quale Pozzer non può nulla.
Ad un passo dalla Serie D, Di Stefano decide di giocarsi il tutto per tutto; dentro Petrovic per un Panati apparso in grosse difficoltà. Lo spirito dei rossoneri però, per quanto volitivo, non si trasforma in quello battagliero ammirato contro il Lecco. A condurre sempre l’iniziativa, infatti, è sempre il Renate, evidentemente non sazio del vantaggio. Al 60’ avvicendamento sulla corsia sinistra difensiva della Lucchese: fuori Maestrelli, non proprio un grande rinforzo portato in dote dal mercato invernale, dentro la spinta più garibaldina di Lo Curto. Due minuti dopo Petrovic è altruista nel servire l’accorrente Zennaro, il cui destro a colpo sicuro viene mandato in angolo dalla scivolata di Damonte. Quattro minuti dopo Bianchi, sugli sviluppi di un corner, costringe ad un bel riflesso Gemello. Dagli altri campi giungono le notizie dei vantaggi di Pro Sesto e Giana Erminio che farebbero scattare, anche in caso di una clamorosa rimonta della Lucchese, la forbice degli otto punti mandando in C direttamente rossoneri, Livorno e Pistoiese.
Con il passare dei minuti la flebile fiammella della speranza della Lucchese si spegne, con i soli Meucci, Cruciani e Bianchi, all’ultima partita con questi colori, ad arrendersi soltanto al triplice fischio finale. L’ultima istantanea che arriva da Meda vede i giocatori del Renate, che grazie al loro storico terzo posto accedono direttamente alla fase nazionale dei playout, consolare quelli rossoneri, stesi a centrocampo disperati per la durissima retrocessione incassata.