Ce n'è anche per Cecco a cena
Lucchese a picco e senza speranza. Sceriffo, rimetti la stella nelle mani di chi te l'ha data
Sulla Lucchese e sulle sue sorti calcistiche c'è chi ci ha giocato qualcosa di più di una semplice scommessa. Fabio Barsanti, assessore allo Sport, vicesindaco, uomo ombra del…

Una Gazzetta... sola al comando: è quella di Lucca. Dopo 15 anni le altre cambiano proprietà e direttore
Passano gli anni - e che anni - cambiano gli stati d'animo, le aspirazioni, i desideri, gli obiettivi. Si comincia in un modo e, spesso, si finisce in un altro completamente diverso. Per oltre un decennio da quando iniziammo questa avventura abbandonata La Nazione, ci siamo dedicati anima e corpo, ma anche e soprattutto, cuore, alla gestione di quattro quotidiani on line denominati, appunto, Gazzette: di Lucca.it, di Viareggio.it, di MassaeCarrara.it e del Serchio.it Nel corso di questo lungo viaggio ci hanno accompagnato decine e decine di collaboratori alcuni dei quali e ne siamo orgogliosi e fieri, oggi lavorano nell'informazione cartacea e televisiva o digitale. Quest'anno, però, abbiamo maturato la consapevolezza che i ritmi che abbiamo tenuto per tutto questo tempo non erano più sopportabili e che era giunto il momento di fermarsi per riflettere su cosa avremmo voluto fare da... Grandi. E' stato in quel periodo, quando ancora tiravamo tardi fin oltre la mezzanotte per impaginare e caricare gli articoli delle quattro testate, che si è presentata l'occasione di lasciare le tre Gazzette eccetto quella di Lucca.it Quando lo abbiamo concretamente fatto, è stato un sollievo indescrivibile, segno che, come altre volte ci era accaduto, la pancia ragiona, a volte, diversamente e meglio della testa. Trascorsa una settimana o poco meno, tuttavia, siamo stati assaliti da una ondata di nostalgia e, complici i nostro tecnici, abbiamo acquistato il nuovo dominio viareggio.net, massaecarrara.net e serchio.net In poco più di due mesi, li abbiamo riportati sullo stesso livello di utenti unici assoluti di prima, lavorando sodo e gettandosi a capofitto per cercare di recuperare quei lettori che, indubbiamente, erano rimasti spiazzati. Ciònonostante le motivazioni hanno ricominciato a diradarsi e la voglia, perché ?, di andare al mare, di farsi una nuotata, di godersi la primavera, di starsene seduti fronte scogli a gustarsi una bevanda o mangiare un panino, ha, infine, prevalso nuovamente cosicché abbiamo definitivamente deciso di sbarazzarci anche delle tre gazzette.net, l'ultima delle quali, Viareggio.net, l'abbiamo salutata proprio oggi...

Giorgio Gorgone ha fatto un capolavoro e ha avuto il merito di non mollare mai
La Lucchese si è salvata sul campo. Noi, sinceramente, non ne eravamo certi anzi, forse piuttosto pessimisti, ma siamo contenti di aver sbagliato. Il 21 maggio, mercoledì, si vedrà che cosa accadrà dopo l'udienza fallimentare. Si vedrà, soprattutto, se la società finanziaria che si è offerta di rilevare la società rossonera, manterrà l'impegno assunto. Si parla anche di un fondo del Bahrein dietro l'interessamento, ma è presto per tirare le somme. Quello che conta è quello che è stato fatto in campo al Porta Elisa da ragazzi che non prendono lo stipendio da mesi e che hanno scelto di seguire il loro allenatore quando era giunto il momento di scendere dalla diligenza. Mister Giorgio Gorgone era stato chiaro: Chi vuole scendere scenda, ma se resta, resta alle mie condizioni dando il massimo per raggiungere il risultato anche se sono mesi che siamo stati abbandonati a noi stessi da una società inesistente. Ecco, questo è stato il momento clou. Anche Giorgione avrebbe potuto chiudere la valigia e andarsene visto che, secondo noi, più di una società lo avrebbe gradito sulla propria panchina. Lui è rimasto nonostante le prese in giro, le false promesse, i falsi dirigenti che aprivano bocca senza avere nemmeno consapevolezza di ciò che dicevano...

Rinviata l'udienza fallimentare per la Lucchese 1905?
Il 13 maggio, martedì, è stata fissata l'udienza fallimentare presso il tribunale di Lucca per la Lucchese 1905. Una giornata importante e decisiva per il futuro della società rossonera che, per la cattiva gestione di questi ultimi tempi, oltre alle penalizzazioni sportive, si è portata dietro oltre 3 milioni e 500 mila euro di debiti. I libri sono già stati portati in tribunale e il giudice ha fissato l'udienza. Ebbene, in questi ultimi giorni stanno circolando delle voci secondo cui l'udienza stessa potrebbe slittare ad altra data. Motivo? Si parla di imprenditori interessati alla società che avrebbero avuto contatti con l'amministrazione comunale nel tentativo di salvare la società e la squadra. Data che, ovviamente, slitterebbe a dopo la partita di ritorno dei play-out con il Sestri Levante in programma sabato prossimo al Porta Elisa. Sono solamente considerazioni spicciole da bar o hanno un fondamento? Sotto il profilo economico la Lucchese 1905 non ha futuro nel senso che svariate istanze di fallimento sono state presentate in tribunale salvo il comune di Lucca che vanta dei soldi, ma che si è sempre guardato bene dal fare qualcosa per recuperarli. Né l'assessore allo Sport Fabio Barsanti né il sindaco Mario Pardini hanno mai mosso un dito e nemmeno un piede per far sì che Andrea Bulgarella prima, gli altri amministratori dopo, pagassero i propri debiti verso Palazzo Orsetti. Questa mattina uno tra i pochi che è rimasto allo stadio a fare da segretario o giù di lì, ha comunicato i prezzi dei biglietti pregando i giornalisti di pubblicarli per la gara spareggio di sabato prossimo...

Revocare la storia? Ridicolo e buono solo per le masse, gli ignoranti e i politici. Ad eccezione di Annamaria Frigo, l'unica donna con le palle in un mondo di castrati
Sono giorni, ma anche settimane, mesi e anni che va avanti ogni la storia della revoca o cancellazione di qualche cosa. Se Laura Boldrini, all'estremo, avrebbe visto di buon grado l'abbattimento dell'obelisco mussoliniano al Foro Italico, molti altri politicanti, pseudointellettuali, giornalisti, docenti universitari assunti chissà come chissà perché, si sono dati da fare per rimuovere ogni traccia di fascismo ovunque si trovasse. Il tutto nella convinzione che, così facendo, avrebbero in qualche modo partecipato anche loro a quel sogno mai vissuto, ma sempre agognato denominato Resistenza. Per questa gente, abbattere una statua, un simbolo, strappare un documento, cancellare una firma o revocare una onorificenza hanno il medesimo effetto che le stesse azioni ebbero dopo il 25 luglio 1943 o il 25 aprile 1945. In realtà ci sono enormi differenze che solo gli sciocchi e i ciechi volutamente tali non vogliono vedere. In questi ultimi giorni anche in Media Valle e in Garfagnana, a cominciare dal comune più grande, Castelnuovo di Garfagnana, i consiglieri comunali di tutte le forze politiche si sono impegnati a rimuovere quella cittadinanza onoraria che, all'epoca, Benito Mussolini riscosse in tutta Italia. C'è un solo consigliere comunale, di Bagni di Lucca, con la testa sulle spalle e che, questa testa, usa per farci quel che vuole, che ha scelto di non votare la mozione di cancellazione della cittadinanza onoraria al duce. A noi sembra una decisione non soltanto legittima, ma senza alcuna connotazione politica e ispirata, soprattutto, dal buonsenso. Negli anni del fascismo, in particolare negli anni tra il 1925 e il 1936, i cosiddetti anni del consenso come li ha definiti Renzo De Felice, Mussolini aveva conquistato l'anima e anche il cuore di milioni di italiani e le accoglienze stratosferiche che vediamo nei filmati Luce, non sono inventati o il frutto di chissà quale artifizio, bensì, il più delle volte, l'esercizio di una entusiastica partecipazione emotiva ad un evento collettivo...

Gianni Giannini, bersagliato senza motivo: che differenza c'è tra 'casalinghe frustrate' e la popolare serie Tv 'casalinghe disperate'? Trionfo del politicamente corretto e dell'ipocrisia
In un mondo che viaggia al contrario ancora prima che arrivasse l'amico e generale Roberto Vannacci a metterlo per iscritto, può anche capitare che la destra se la…

Morto un papa se ne fa un altro...
Siamo cresciuti all'ombra, o quasi, del Vaticano, alcune centinaia di metri distanti da quelle mura invalicabili al di là delle quali era difficile per non dire impossibile immaginare che cosa potesse accadere. Ricordiamo benissimo, nell'estate del 1978, il susseguirsi di due morti altrettanto importanti e una delle quali, la seconda, quantomeno inspiegabile: prima Paolo VI e, dopo un mese o poco più, Albino Luciani. All'epoca i quartieri circostanti lo stato della Città del Vaticano erano composti da edifici di proprietà di società immobiliari appartenenti e gestite dalla Chiesa. Una piccola borghesia operosa e operativa rappresentava il nocciolo e la base di una comunità indubbiamente fedele ai dettami di Cristo e di colui che lo rappresentava sulla terra. Con gli anni il territorio si è frantumato diventando una sorta di suk a cielo aperto invaso da migliaia di immigrati che di cattolico non hanno nemmeno l'anima. Roma non è più la Roma di cinquant'anni fa mentre la Chiesa ha cercato di mantenersi senza riuscirci. Adesso è venuto a mancare il papa gesuita, papa Bergoglio, argentino, che non ci è mai piaciuto da vivo e tantomeno ci piace da morto. Durante il suo pontificato ha fatto di tutto, il possibile e anche l'impossibile per trasformare la Chiesa in una società dedita al volontariato, all'accoglienza indiscriminata e alla cancellazione di ogni differenza al punto che men tre le altre religioni prosperano e sono sempre più dure e pure, il cattolicesimo è divenuto una specie di pongo, modellabile ovunque e comunque e da chiunque. Noi abbiamo sempre preferito papa Ratzinger, alla sinistra invece, soprattutto a quella estrema, papa Francesco è parso come un novello messia senza nemmeno l'abito bianco. Adesso che è morto, tutti a strisciare e strusciare, tutti a parlar bene e non parlar male, tutti intenti a beatificare e santificare dimenticando i danni che questo pontefice ha fatto alla Chiesa e al suo percorso...

I dirigenti della Lucchese si vergognino e non solo loro: i giocatori in sciopero e hanno ragione, senza stipendio da novembre. Cosa farebbero sindaco e assessori se non prendessero soldi da cinque mesi?
Era ora. Non ne potevano e non ne potevamo più. Loro, costretti a sopravvivere grazie alla elemosina di numerosi tifosi spinti a mettersi le mani in tasca per…

2 milioni 600 mila euro per le torri faro al Porta Elisa: dalla giunta Pardini una spesa... immorale
Questa giunta si rivela un giorno dopo l'altro e non certo nel migliore dei modi. La Lucchese 1905 è fallita o quasi con oltre 3 milioni di euro, e l'amministrazione comunale, che non ha ancora e mai pensato a riscuotere i crediti vantati col gruppo Bulgarella, mediante una variazione al Piano triennale dei lavori pubblici 2025-2027 ha deciso di spendere 2 milioni 580 mila euro per le torri faro dello stadio. Stadio che, così, diventerebbe agibile anche per la serie B e, probabilmente, per la serie A, dove la Lucchese spera di approdare come aveva detto più volte lo stesso ex presidente Bulgarella. Ebbene, non si può non ritenere una notizia del genere, semplicemente, immorale. Ma come?, ci sono famiglie lucchesi che stentano ad arrivare a fine mese, ci sono istituti fatiscenti, impianti sportivi che fanno schifo, strade che sono campi da golf, ma, al di là di tutto ciò, c'è il calcio che a Lucca interessa, in particolar modo, solamente i tifosi della Lucchese i quali, notoriamente, simpatizzano per questa giunta avendo un partito politico che li rappresenta. Qual è il senso di spendere una somma così ingente deviandola da altri investimenti significativi, quando lo stadio accoglie una squadra che fa fatica e non per colpa sua a restare nella categoria in cui si trova e con una società che vanta tre fallimenti negli ultimi 15 anni con il quarto all'orizzonte? Se si ha intenzione di affittare il Porta Elisa a società di serie A che pagano e rimborsano i soldi spesi potrebbe essere un affare, ma se si pensa di fare tutto per la Lucchese in serie B o, addirittura, in serie A, non fateci ridere e guardate chi sono i personaggi che si avvicendano nell'acquisto della società rossonera. L'ultima velina diffusa da palazzo Orsetti è assolutamente priva di interesse dal momento che non fa altro che ripetere cose già dette: la revoca della concessione del Porta Elisa, cosa che, ormai, non avverrà più visto che il campionato è alla fine...

Gli imprenditori lucchesi non vogliono la Lucchese e fanno bene: sono i più saggi e i migliori, ma a qualcuno non va giù
C'è qualche collega che insiste, da diversi mesi, ma anche da parecchi anni, a meravigliarsi e a prendersela con gli imprenditori lucchesi perché non sarebbero interessati ad acquistare la Lucchese 1905. Proprio in questi ultimi mesi sul quotidiano La Nazione sembra avviata una campagna di critica verso il settore manifatturiero della Lucchesia che si rifiuta di scendere in campo e investire soldi per aiutare, in questo caso, la società rossonera che si trova vicina al fallimento con oltre 3 milioni 500 mila euro di debiti e tutti, Bulgarella in primis, che si sono dati alla fuga e con un cambio di proprietà a settimana o quasi. Secondo questi esperti giornalisti sportivi qualche imprenditore lucchese dovrebbe svegliarsi una mattina e tirare fuori, intanto, 1 milione 500 mila euro per provvedere alle spese più ingenti per evitare ulteriori penalizzazioni. Già, ma gli altri due milioni di debiti che la Lucchese, grazie a Bulgarella e a quelli prima di lui, hanno con la città, chi li sborsa? Ci sono numerosi decreti ingiuntivi presentati in tribunale, ma a differenza di quanto avveniva finché è rimasto Bulgarella, invece di trattarli frazionandoli, si va diretti all'incasso. La realtà è che la città di Lucca, da 20 anni a questa parte, con la Lucchese è stata massacrata dai debiti dei diversi proprietari e ora qualcuno si è stancato mentre qualcun altro, al contrario, ha proseguito a prendere pesci in faccia...
