Ce n'è anche per Cecco a cena
La Lucchese dei record: a vele spiegate verso il quarto fallimento
Alcuni giorni fa abbiamo incontrato in via Fillungo un personaggio molto addentro alle vicende rossonere, se non altro per conoscenza diretta. Le sue parole ci hanno rifilato una mazzata le cui proporzioni sono superiori a quelle che pensavamo fossero. Il 'buco' o il debito che dir si voglia accumulato dalla società rossonera durante la gestione Bulgarella compreso, ovviamente, quanto ereditato dalla gestione precedente, ammonterebbe a circa 3 milioni e 500 mila euro. Quanto a tutto il resto, nuovi acquirenti compresi, una tragicommedia. Ebbene, visto che cosa è accaduto ieri con il mancato versamento dei soldi di stipendi e oneri vari, ci pare che la situazione sia precipitata ancora di più. Ma andiamo con ordine. Andrea Bulgarella, che aveva promesso, addirittura, di andare in serie A, ha venduto la Lucchese 1905 ad una società denominata Sanbabila il cui capitale sociale era di appena 10 mila euro. Questo sodalizio ha promesso mari e monti e ha venduto anche alcuni giocatori - e i soldi dove sono finiti? - per poi cedere incredibilmente la Lucchese 1905 ad un'altra società i cui dirigenti si fa fatica a individuare e che, a quanto pare, più che con Milano, hanno a che fare con altre latitudini. Il presidente Giuseppe Longo ha inviato questa mattina una lettera di dimissioni anche se non si riesce a capire da cosa si sia dimesso visto che, ormai, non c'è più una società da cui potersi dimettere come ha ben sottolineato mister Gorgone amaramente e con rabbia nel dopo gara di ieri sera...
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Ma il Dalai Lama ha, poi, scritto a Mario Pardini? O a Ferruccio Pera e Roberto Vannacci?
Incredibile, ma vero. Tutti i consiglieri di sinistra da un po' di tempo a questa parte ce l'hanno con Ferruccio Pera, ristoratore, consigliere comunale di Lucca 2032, persona…
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Nessuno tocchi il manto erboso e Pardini-Barsanti la facciano finita di inchinarsi ai proprietari della Lucchese: i soldi sono della città
Adesso basta. Lo sceriffo che non ne azzecca una nemmeno se gli mettono il bersaglio a 30 centimetri, insieme a Mario Pardini hanno commesso errori imperdonabili con la Lucchese 1905 gestione Bulgarella. Hanno messo mano al portafogli, non il loro, per aiutare la società rossonera a effettuare migliorie allo stadio e non soltanto. Non hanno controllato quello che stava accadendo al settore giovanile, finito allo sfascio, non hanno appurato che cosa stesse realmente accadendo all'interno del sodalizio societario, con debiti maturati e dilazionati per non incorrere in decreti ingiuntivi che i creditori hanno accettato, poverini e poveretti, di dilazionare salvo trovarsi, adesso, nel non sapere come andranno a finire le storie. Ieri si è tenuta la conferenza stampa con cui un avvocato, Longo di cognome, ha spiegato che tutto è pronto per la ripartenza con grandi progetti per il futuro. Longo avrebbe anche detto che ha provato a contattare Pardini, ma non c'è riuscito. E menomale. Al posto del sindaco non saremmo guardinghi, di più. Leggiamo, addirittura, che la nuova dirigenza vuole sostituire il manto erboso del Porta Elisa con un campo sintetico. Ma con quale faccia la gente arriva e pretende di cambiare le cose senza nemmeno sapere di cosa sta parlando? A chi appartiene il campo dello stadio? Al comune vogliamo pensare quindi il comune il manto erboso se lo tenga stretto a meno che non finisca come di recente è avvenuto, ossia con qualcuno che prende le commesse e fa i lavori guadagnandoci pure...
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Il 22 gennaio si presenta la nuova cordata. Al posto dell'assessore Barsanti ci saremmo già dimessi e chiesto scusa
La Lucchese è stata ceduta ad una cordata di non si sa bene chi proveniente, comunque, pare, dalla Lombardia. In sostanza, un presidente malato di origini siciliane che vende o svende la società senza far sapere alcunché a chicchessia e lo comunica con quella che, a tutti gli effetti, potrebbe essere definita la lettera alla serva e la serva, in questo caso, siamo noi giornalisti che aspettano quotidianamente le veline dell'ufficio stampa rossonero e, poi, copiano o scopiazzano il pezzo ricevuto. La nota diffusa in giornata, tuttavia, non è stata redatta dal collega Nico Venturi bensì dal gruppo Bulgarella che ha dimostrato di non saper fare il mestiere di addetto stampa sportivo così come la nuova proprietà, ammesso che esista da qualche parte, ha mostrato di non sapere nemmeno quali siano i modi e i tempi per simili annunci e presentazioni. Così, con poche righe, qualche scarabocchio scarno di significato, ha posto fine all'esperienza calcistica lucchese di Andrea Bulgarella, giunto in Lucchesia per scalare i vertici del calcio professionistico e, complice anche una malattia impietosa, costretto a sbarazzarsi di un peso impossibile da sostenere in tutti i sensi. In realtà la malattia ha avuto certamente il suo ruolo, ma non è stata la sola causa di un fallimento calcistico che avrebbe dovuto portare la Lucchese in serie B e, invece, sta rischiando di portarla in serie D. La nuova proprietà capitanata dall'avvocato Giuseppe Longo ha diffuso nel pomeriggio questo comunicato, il primo della Nuova Era: La nuova proprietà della Lucchese 1905 intende esprimere il proprio entusiasmo e il profondo senso di responsabilità per questa importante opportunità. La Lucchese 1905 rappresenta un patrimonio sportivo e culturale di grande rilievo, e la nuova dirigenza si impegna a lavorare con dedizione e professionalità per valorizzare il club e consolidarne il prestigio nel panorama calcistico. Per presentare ufficialmente la nuova compagine societaria e illustrare le linee guida del progetto futuro, è convocata una conferenza stampa che si terrà mercoledì 22 gennaio. Durante l’evento verranno illustrati i punti cardine del programma della Lucchese 1905, che includono gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, le strategie di crescita e sviluppo, la nuova struttura organizzativa e le prospettive di mercato. La nuova proprietà intende condividere con la città la visione che guiderà il percorso del club nei prossimi anni, con l’obiettivo di rafforzare il legame con Lucca e assicurando nel contempo trasparenza e dialogo costante con tutte le parti interessate. In ultima battuta la nuova società ci tiene a ringraziare il Presidente Bulgarella per quanto fatto in questi due anni e gli augura il meglio per la sua salute...
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Il silenzio è dei colpevoli: a Lucca la Sinistra ha fatto una vera e propria figura di merda mentre la giunta Pardini ha reso la città più bella e vivibile
Sono passati giorni anzi, mesi da quando abbiamo speso parte del nostro tempo per commentare la politica di questa città. In questo 2024 che va a morire sono state molte le volte in cui nel nostro mirino è finita la giunta di centrodestra che governa Lucca. Non le abbiamo risparmiate e nemmeno mandate a dire sia al sindaco sia ad alcuni assessori che, a nostro avviso, non ne combinavano una che fosse una a modo giusto. Dovessimo, però, stilare una sorta di bilancio generico e generale di quanto è stato fatto, prodotto, visto e scoperto, in particolare, in questi ultimi mesi, beh, non c'è dubbio che il centrodestra ha recuperato alla grane riuscendo a fare quello che a Viareggio ha portato avanti Giorgio Del Ghingaro e, guarda caso, in entrambi i casi abbiamo la Sinistra che se la prende con entrambi senza rendersi conto che durante la propria gestione non ha fatto quasi niente, immobile, triste, da grattarsi gli attributi, costantemente alle prese con una profonda sensazione di sconforto e di negatività. Non si può negare che Lucca, durante queste festività natalizie, è più bella, più godibile, che la giunta sta spendendo in questa sua missione un iperattivismo che può essere forse criticato nei metodi, ma non certo nei risultati. Guardatela Lucca e osservatela da dentro: stupenda. E dove sono i consiglieri comunali di sinistra che fanno venire il latte alle ginocchia con quella loro passività che rende davvero difficile anche il solo pensare positivo. Attenzione, però, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una opposizione senza oppositori, con il solo Alfarano da un lato, il Bianucci dall'altro, che criticavano, ma non si capisce nemmeno cosa e perché...
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Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione fine a se stessa, non la sudicia passione per distruggere le persone. Conosciamo Roberto Vannacci da quando, poco più di un anno fa, lo abbiamo intercettato-intervistato al Bagno Biondetti e, da allora, lo abbiamo frequentato e apprezzato per la sua onestà intellettuale, sopportando la merda che, puntualmente, i colleghi invertebrati di questo universo dell'informazione a una sola dimensione, gli hanno rovesciato addosso. C'è, tuttavia, un limite che è imposto non soltanto dalla deontologia con cui il (dis)ordine dei giornalisti si riempie e si sciacqua la bocca, ma dal rispetto e dalla onestà intellettuale. Pseudo giornalisti che credono di essere alla ricerca perenne di uno scoop senza senso, che covano e coltivano verità preconfezionate, lanciano i propri strali suscitando dubbi e sospetti per infangare ogni cosa che non segue le loro aspettative e direttive, nemmeno si trattasse di una neo bocca della Verità sulla quale e con la quale decidono chi deve essere ammesso alla loro corte. Sono dei pezzenti, dei mediocri, degli squallidi interpreti di un settore, quello della comunicazione, che fa acqua da tutte le parti, che è schiavo di un politicamente corretto verniciato di rosso, che scambia informazione per obiettività, onestà per viltà, virtù per corruzione. Esempi classici di disinformazione-allusione-travisamento-invenzione con il solo e unico scopo di danneggiare politicamente e non soltanto il generale Roberto Vannacci che a noi interessa come persona ancor più che come ufficiale. Di quello che sono capaci, salvo rare eccezioni, le forze armate italiane, ne abbiamo avuto un doppio assaggio a Caporetto e l'8 settembre 1943 ed è per questo che non ci meravigliamo se l'attuale ministero della Difesa, retto da un ministro che si è inventato una laurea mai conseguita, ha sparato a zero contro uno dei suoi più alti rappresentanti. Ma di quello che sono in grado di fare i giornalisti non avevamo ancora scoperto: sono capaci di andare oltre l'inimmaginabile e, poi, dormire tra due guanciali come se niente fosse...
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Dalla parte di Israele e del popolo ebraico, soli contro tutto e tutti
Noi non riusciamo a comprendere come l'Occidente continui a volersi suicidare né, soprattutto, perché giovani, in primis, con ancora, spesso, il latte sulle labbra, si schierino e scendano in piazza a fianco dei massacratori di tutte le galassie, gli stupratori, gli attentatori, coloro che hanno ucciso a migliaia gente inerme e che odiano gli infedeli ossia proprio l'Occidente, inneggiando lla guerra santa. Si tratta di un fenomeno che, più ancora che dai sociologi e dai politicanti e intellettuali da strapazzo e invertebrati di questo emisfero, necessiterebbe di uno studio e di una analisi approfonditi di qualche psicologo, ma di quelli davvero bravi e con gli occhi tutt'altro che foderati di prosciutto. Coloro i quali stanno parteggiando per il popolo palestinese e per il Libano, per Hamas e Hezbollah, in nome di chissà quale difesa dei diritti civili, non sanno che sono schierati a fianco delle dittature più brutali del pianeta, dove i diritti delle persone, a cominciare da quelle Lgbtq, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, vengono sistematicamente calpestati. Così come, è bene ribadirlo, i diritti essenziali di ogni essere umano, quello di pensare, agire ed esprimere liberamente manifestando le proprie idee. I tragici esempi di Guido Regeni e dello scrittore-giornalista Jamal Khashoggi non sono serviti a niente e le ipocrite penne degli eunuchi al servizio dell'Ideologia continuano a tessere gli elogi dei Paesi musulmani dove non esiste libertà e dove, a parti invertite, molti dei nostri pennivendoli finirebbero sotto uno o anche più metri di terra. Israele è un paese democratico, anzi, l'unica democrazia in un mondo di dittature religiose, una sorta di avamposto che l'Occidente dovrebbe non soltanto proteggere, ma difendere ad ogni costo. Non ci risulta che a Tel Aviv o a Gerusalemme, un giornalista o un ricercatore universitario corrano il rischio di essere torturati, vilipesi, bruciati vivi, smembrati come è accaduto in Egitto e in Arabia Saudita o come è avviene da decenni in ogni angolo di ogni pseudorepubblica islamica...
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Caro Mario, noi ti abbiamo chiesto, giustamente, scusa, ma adesso facci vedere che sai fare qualcosa di destra: il Cas ad Antraccoli non s'ha da fare
Ci sono momenti, nella vita di ciascuno di noi, in cui esitare rappresenta una condanna e osare, al contrario, una conferma. Nel caso della politica, poi, ciò è, paradossalmente ancora più vero, ma altrettanto raramente osservato. A Lucca governa una amministrazione di centrodestra che di centro ha qualcosa, forse, ma di destra poco o niente. E non ci riferiamo alla destra becera e squadrista, ma a quella seria, onesta, conservatrice, laboriosa, attenta alla sostanza delle cose e non al politicamente corretto che sembra essere diventato il metro di misura delle cose umane. Mario Pardini è un bravo ragazzo, il fidanzato o marito ideale che ogni mamma sognerebbe per la propria figlia, ma qui non si tratta di contrarre matrimonio o metter su famiglia, si tratta di governare una città in base ai desiderata di coloro che lo hanno votato e che, fra qualche anno, torneranno alle urne. A noi pare che non sia sufficiente asfaltare le strade o tagliare l'erba - importanti anche quelli per carità - per potersi definire di destra e sperare in una riconferma. Certo, le aiuole che accolgono il visitatore messe su in corrispondenza delle rotonde sono qualcosa che non si era mai visto prima, a parte quell'obbrobrio ridotto a uno scheletro, orrendo e orribile, fatiscente e costato 80 mila euro di nostri soldi alla fondazione Carilucca che ancora sta lì, brutto in vista, di fronte a porta S. Anna. Ma cosa si aspetta ad abbatterlo? Anche qui il sindaco non ha dimostrato di avere polso. Prima del voto i suoi pretoriani gridavano alla vergogna e invece, adesso, tutti zitti. Fate pena! Ma non è tutto. Adesso va di moda dire di aver vinto anche se si è perso anzi, aggiungere di aver colto un grande successo anche se si sono presi schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari. Fateci caso: alle elezioni provinciali, roba da gettarsi dalla finestra ché, ormai, sono solo poltrone e basta, il centro sinistra ha vinto ed era nei pronostici. Comunque sia Marcello Pierucci ha strofinato di ben dieci punti Mario Pardini e che cosa ha detto il centrodestra: che si è trattato di un risultato dirompente dopo anni di sudditanza...
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Caro Mario io le scuse te le ho fatte, ma adesso devi tirare fuori gli attributi: paillettes o lustrini non bastano più
Ci sono momenti, nella vita di ciascuno di noi, in cui esitare rappresenta una condanna e osare, al contrario, una conferma. Nel caso della politica, poi, ciò è, paradossalmente ancora più vero, ma altrettanto raramente osservato. A Lucca governa una amministrazione di centrodestra che di centro ha qualcosa forse, ma di destra poco o niente. E non ci riferiamo alla destra becera e squadrista, ma a quella seria, onesta, conservatrice, laboriosa, attenta alla sostanza delle cose e non al politicamente corretto che sembra essere diventato il metro di misura delle cose umane. Mario Pardini è un bravo ragazzo, il fidanzato o marito ideale che ogni mamma sognerebbe per la propria figlia, ma qui non si tratta di contrarre matrimonio o metter su famiglia, si tratta di governare una città in base ai desiderata di coloro che lo hanno votato e che, fra qualche anno, torneranno alle urne. A noi pare che non sia sufficiente asfaltare le strade o tagliare l'erba - importanti anche quelli per carità - per potersi definire di destra e sperare in una riconferma. Certo, le aiuole che accolgono il visitatore messe su in corrispondenza delle rotonde sono qualcosa che non si era mai visto prima, a parte quell'obbrobrio ridotto a uno scheletro, orrendo e orribile, fatiscente e costato 80 mila euro di nostri soldi alla fondazione Carilucca che ancora sta lì, brutto in vista, di fronte a porta S. Anna. Ma cosa si aspetta ad abbatterlo? Anche qui il sindaco non ha dimostrato di avere polso. Prima del voto i suoi pretoriani gridavano alla vergogna e invece, adesso, tutti zitti. Fate pena! Ma non è tutto. Adesso va di moda dire di aver vinto anche se si è perso anzi, aggiungere di aver colto un grande successo anche se si sono presi schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari. Fateci caso: alle elezioni provinciali, roba da gettarsi dalla finestra ché, ormai, sono solo poltrone e basta, il centro sinistra ha vinto ed era nei pronostici. Comunque sia Marcello Pierucci ha strofinato di ben dieci punti Mario Pardini e che cosa ha detto il centrodestra: che si è trattato di un risultato dirompente dopo anni di sudditanza...
Le scuse della Gazzetta di Lucca e del suo direttore al sindaco Mario Pardini
La procura della Repubblica di Lucca nella persona del suo procuratore capo Domenico Manzione ha archiviato il procedimento penale aperto nei confronti del sindaco di Lucca Mario Pardini in merito a presunti abusi edilizi commessi per la realizzazione della piscina nella sua villa. Allo stato attuale, quindi, abusi non ce ne sono perché la sanatoria del comune di Lucca negli anni Ottanta, a seguito del silenzio del ministero entro i 60 giorni previsti per le verifiche di conformità del vincolo paesaggistico, ha consolidato lo stato di cose dell'epoca. Furono eseguiti dei lavori e fu chiesto il parere del ministero, come prevedeva la normativa, sulla conformità del vincolo paesaggistico dato che le opere vennero tirate su in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ma come accadeva quasi sempre, a Roma avevano troppe cose o ben altre cose da fare e niente avvenne. All'epoca Mario Pardini attuale sindaco di Lucca aveva un'età irrisoria per cui non può essere considerato responsabile di eventuali irregolarità commesse a quel tempo irregolarità, comunque, del tutto sanate. Quando La Gazzetta di Lucca ha pubblicato l'articolo sulla piscina al quale ha fatto seguito la conferenza stampa di smentita da parte della giunta tutta riunita moglie del sindaco compresa, chi scrive pubblicò per due ragioni molto semplici: perché non ha mai guardato in faccia nessuno in tutti i 13 anni di esistenza del giornale on line e perché, in passato, per tutti i numerosi articoli apparsi sulle pagine della Gazzetta non era mai stata mossa una sola osservazione e non era mai stato sbagliato un colpo. Con Mario Pardini esisteva un rapporto di stima e di sincera amicizia che andava, a nostro avviso, al di là del nostro lavoro, ma è indubbio che un errore di valutazione è stato fatto e di quell'errore la responsabilità ricade solo e soltanto sul direttore, in questo caso davvero, (ir)responsabile delle Gazzette...
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