Ce n'è anche per Cecco a cena
Il 22 gennaio si presenta la nuova cordata. Al posto dell'assessore Barsanti ci saremmo già dimessi e chiesto scusa
La Lucchese è stata ceduta ad una cordata di non si sa bene chi proveniente, comunque, pare, dalla Lombardia. In sostanza, un presidente malato di origini siciliane che vende o svende la società senza far sapere alcunché a chicchessia e lo comunica con quella che, a tutti gli effetti, potrebbe essere definita la lettera alla serva e la serva, in questo caso, siamo noi giornalisti che aspettano quotidianamente le veline dell'ufficio stampa rossonero e, poi, copiano o scopiazzano il pezzo ricevuto. La nota diffusa in giornata, tuttavia, non è stata redatta dal collega Nico Venturi bensì dal gruppo Bulgarella che ha dimostrato di non saper fare il mestiere di addetto stampa sportivo così come la nuova proprietà, ammesso che esista da qualche parte, ha mostrato di non sapere nemmeno quali siano i modi e i tempi per simili annunci e presentazioni. Così, con poche righe, qualche scarabocchio scarno di significato, ha posto fine all'esperienza calcistica lucchese di Andrea Bulgarella, giunto in Lucchesia per scalare i vertici del calcio professionistico e, complice anche una malattia impietosa, costretto a sbarazzarsi di un peso impossibile da sostenere in tutti i sensi. In realtà la malattia ha avuto certamente il suo ruolo, ma non è stata la sola causa di un fallimento calcistico che avrebbe dovuto portare la Lucchese in serie B e, invece, sta rischiando di portarla in serie D. La nuova proprietà capitanata dall'avvocato Giuseppe Longo ha diffuso nel pomeriggio questo comunicato, il primo della Nuova Era: La nuova proprietà della Lucchese 1905 intende esprimere il proprio entusiasmo e il profondo senso di responsabilità per questa importante opportunità. La Lucchese 1905 rappresenta un patrimonio sportivo e culturale di grande rilievo, e la nuova dirigenza si impegna a lavorare con dedizione e professionalità per valorizzare il club e consolidarne il prestigio nel panorama calcistico. Per presentare ufficialmente la nuova compagine societaria e illustrare le linee guida del progetto futuro, è convocata una conferenza stampa che si terrà mercoledì 22 gennaio. Durante l’evento verranno illustrati i punti cardine del programma della Lucchese 1905, che includono gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, le strategie di crescita e sviluppo, la nuova struttura organizzativa e le prospettive di mercato. La nuova proprietà intende condividere con la città la visione che guiderà il percorso del club nei prossimi anni, con l’obiettivo di rafforzare il legame con Lucca e assicurando nel contempo trasparenza e dialogo costante con tutte le parti interessate. In ultima battuta la nuova società ci tiene a ringraziare il Presidente Bulgarella per quanto fatto in questi due anni e gli augura il meglio per la sua salute...
Il silenzio è dei colpevoli: a Lucca la Sinistra ha fatto una vera e propria figura di merda mentre la giunta Pardini ha reso la città più bella e vivibile
Sono passati giorni anzi, mesi da quando abbiamo speso parte del nostro tempo per commentare la politica di questa città. In questo 2024 che va a morire sono state molte le volte in cui nel nostro mirino è finita la giunta di centrodestra che governa Lucca. Non le abbiamo risparmiate e nemmeno mandate a dire sia al sindaco sia ad alcuni assessori che, a nostro avviso, non ne combinavano una che fosse una a modo giusto. Dovessimo, però, stilare una sorta di bilancio generico e generale di quanto è stato fatto, prodotto, visto e scoperto, in particolare, in questi ultimi mesi, beh, non c'è dubbio che il centrodestra ha recuperato alla grane riuscendo a fare quello che a Viareggio ha portato avanti Giorgio Del Ghingaro e, guarda caso, in entrambi i casi abbiamo la Sinistra che se la prende con entrambi senza rendersi conto che durante la propria gestione non ha fatto quasi niente, immobile, triste, da grattarsi gli attributi, costantemente alle prese con una profonda sensazione di sconforto e di negatività. Non si può negare che Lucca, durante queste festività natalizie, è più bella, più godibile, che la giunta sta spendendo in questa sua missione un iperattivismo che può essere forse criticato nei metodi, ma non certo nei risultati. Guardatela Lucca e osservatela da dentro: stupenda. E dove sono i consiglieri comunali di sinistra che fanno venire il latte alle ginocchia con quella loro passività che rende davvero difficile anche il solo pensare positivo. Attenzione, però, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una opposizione senza oppositori, con il solo Alfarano da un lato, il Bianucci dall'altro, che criticavano, ma non si capisce nemmeno cosa e perché...
Loreno Bertolacci e le Gazzette volano a Bruxelles per e con Roberto Vannacci
Incazzati. Questa è la parola giusta. E schifati. Perché tutto si può accettare in questa esistenza già tribolata e tribolante, ma non la cattiveria umana, non la denigrazione fine a se stessa, non la sudicia passione per distruggere le persone. Conosciamo Roberto Vannacci da quando, poco più di un anno fa, lo abbiamo intercettato-intervistato al Bagno Biondetti e, da allora, lo abbiamo frequentato e apprezzato per la sua onestà intellettuale, sopportando la merda che, puntualmente, i colleghi invertebrati di questo universo dell'informazione a una sola dimensione, gli hanno rovesciato addosso. C'è, tuttavia, un limite che è imposto non soltanto dalla deontologia con cui il (dis)ordine dei giornalisti si riempie e si sciacqua la bocca, ma dal rispetto e dalla onestà intellettuale. Pseudo giornalisti che credono di essere alla ricerca perenne di uno scoop senza senso, che covano e coltivano verità preconfezionate, lanciano i propri strali suscitando dubbi e sospetti per infangare ogni cosa che non segue le loro aspettative e direttive, nemmeno si trattasse di una neo bocca della Verità sulla quale e con la quale decidono chi deve essere ammesso alla loro corte. Sono dei pezzenti, dei mediocri, degli squallidi interpreti di un settore, quello della comunicazione, che fa acqua da tutte le parti, che è schiavo di un politicamente corretto verniciato di rosso, che scambia informazione per obiettività, onestà per viltà, virtù per corruzione. Esempi classici di disinformazione-allusione-travisamento-invenzione con il solo e unico scopo di danneggiare politicamente e non soltanto il generale Roberto Vannacci che a noi interessa come persona ancor più che come ufficiale. Di quello che sono capaci, salvo rare eccezioni, le forze armate italiane, ne abbiamo avuto un doppio assaggio a Caporetto e l'8 settembre 1943 ed è per questo che non ci meravigliamo se l'attuale ministero della Difesa, retto da un ministro che si è inventato una laurea mai conseguita, ha sparato a zero contro uno dei suoi più alti rappresentanti. Ma di quello che sono in grado di fare i giornalisti non avevamo ancora scoperto: sono capaci di andare oltre l'inimmaginabile e, poi, dormire tra due guanciali come se niente fosse...
Dalla parte di Israele e del popolo ebraico, soli contro tutto e tutti
Noi non riusciamo a comprendere come l'Occidente continui a volersi suicidare né, soprattutto, perché giovani, in primis, con ancora, spesso, il latte sulle labbra, si schierino e scendano in piazza a fianco dei massacratori di tutte le galassie, gli stupratori, gli attentatori, coloro che hanno ucciso a migliaia gente inerme e che odiano gli infedeli ossia proprio l'Occidente, inneggiando lla guerra santa. Si tratta di un fenomeno che, più ancora che dai sociologi e dai politicanti e intellettuali da strapazzo e invertebrati di questo emisfero, necessiterebbe di uno studio e di una analisi approfonditi di qualche psicologo, ma di quelli davvero bravi e con gli occhi tutt'altro che foderati di prosciutto. Coloro i quali stanno parteggiando per il popolo palestinese e per il Libano, per Hamas e Hezbollah, in nome di chissà quale difesa dei diritti civili, non sanno che sono schierati a fianco delle dittature più brutali del pianeta, dove i diritti delle persone, a cominciare da quelle Lgbtq, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne, vengono sistematicamente calpestati. Così come, è bene ribadirlo, i diritti essenziali di ogni essere umano, quello di pensare, agire ed esprimere liberamente manifestando le proprie idee. I tragici esempi di Guido Regeni e dello scrittore-giornalista Jamal Khashoggi non sono serviti a niente e le ipocrite penne degli eunuchi al servizio dell'Ideologia continuano a tessere gli elogi dei Paesi musulmani dove non esiste libertà e dove, a parti invertite, molti dei nostri pennivendoli finirebbero sotto uno o anche più metri di terra. Israele è un paese democratico, anzi, l'unica democrazia in un mondo di dittature religiose, una sorta di avamposto che l'Occidente dovrebbe non soltanto proteggere, ma difendere ad ogni costo. Non ci risulta che a Tel Aviv o a Gerusalemme, un giornalista o un ricercatore universitario corrano il rischio di essere torturati, vilipesi, bruciati vivi, smembrati come è accaduto in Egitto e in Arabia Saudita o come è avviene da decenni in ogni angolo di ogni pseudorepubblica islamica...
Caro Mario, noi ti abbiamo chiesto, giustamente, scusa, ma adesso facci vedere che sai fare qualcosa di destra: il Cas ad Antraccoli non s'ha da fare
Ci sono momenti, nella vita di ciascuno di noi, in cui esitare rappresenta una condanna e osare, al contrario, una conferma. Nel caso della politica, poi, ciò è, paradossalmente ancora più vero, ma altrettanto raramente osservato. A Lucca governa una amministrazione di centrodestra che di centro ha qualcosa, forse, ma di destra poco o niente. E non ci riferiamo alla destra becera e squadrista, ma a quella seria, onesta, conservatrice, laboriosa, attenta alla sostanza delle cose e non al politicamente corretto che sembra essere diventato il metro di misura delle cose umane. Mario Pardini è un bravo ragazzo, il fidanzato o marito ideale che ogni mamma sognerebbe per la propria figlia, ma qui non si tratta di contrarre matrimonio o metter su famiglia, si tratta di governare una città in base ai desiderata di coloro che lo hanno votato e che, fra qualche anno, torneranno alle urne. A noi pare che non sia sufficiente asfaltare le strade o tagliare l'erba - importanti anche quelli per carità - per potersi definire di destra e sperare in una riconferma. Certo, le aiuole che accolgono il visitatore messe su in corrispondenza delle rotonde sono qualcosa che non si era mai visto prima, a parte quell'obbrobrio ridotto a uno scheletro, orrendo e orribile, fatiscente e costato 80 mila euro di nostri soldi alla fondazione Carilucca che ancora sta lì, brutto in vista, di fronte a porta S. Anna. Ma cosa si aspetta ad abbatterlo? Anche qui il sindaco non ha dimostrato di avere polso. Prima del voto i suoi pretoriani gridavano alla vergogna e invece, adesso, tutti zitti. Fate pena! Ma non è tutto. Adesso va di moda dire di aver vinto anche se si è perso anzi, aggiungere di aver colto un grande successo anche se si sono presi schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari. Fateci caso: alle elezioni provinciali, roba da gettarsi dalla finestra ché, ormai, sono solo poltrone e basta, il centro sinistra ha vinto ed era nei pronostici. Comunque sia Marcello Pierucci ha strofinato di ben dieci punti Mario Pardini e che cosa ha detto il centrodestra: che si è trattato di un risultato dirompente dopo anni di sudditanza...
Caro Mario io le scuse te le ho fatte, ma adesso devi tirare fuori gli attributi: paillettes o lustrini non bastano più
Ci sono momenti, nella vita di ciascuno di noi, in cui esitare rappresenta una condanna e osare, al contrario, una conferma. Nel caso della politica, poi, ciò è, paradossalmente ancora più vero, ma altrettanto raramente osservato. A Lucca governa una amministrazione di centrodestra che di centro ha qualcosa forse, ma di destra poco o niente. E non ci riferiamo alla destra becera e squadrista, ma a quella seria, onesta, conservatrice, laboriosa, attenta alla sostanza delle cose e non al politicamente corretto che sembra essere diventato il metro di misura delle cose umane. Mario Pardini è un bravo ragazzo, il fidanzato o marito ideale che ogni mamma sognerebbe per la propria figlia, ma qui non si tratta di contrarre matrimonio o metter su famiglia, si tratta di governare una città in base ai desiderata di coloro che lo hanno votato e che, fra qualche anno, torneranno alle urne. A noi pare che non sia sufficiente asfaltare le strade o tagliare l'erba - importanti anche quelli per carità - per potersi definire di destra e sperare in una riconferma. Certo, le aiuole che accolgono il visitatore messe su in corrispondenza delle rotonde sono qualcosa che non si era mai visto prima, a parte quell'obbrobrio ridotto a uno scheletro, orrendo e orribile, fatiscente e costato 80 mila euro di nostri soldi alla fondazione Carilucca che ancora sta lì, brutto in vista, di fronte a porta S. Anna. Ma cosa si aspetta ad abbatterlo? Anche qui il sindaco non ha dimostrato di avere polso. Prima del voto i suoi pretoriani gridavano alla vergogna e invece, adesso, tutti zitti. Fate pena! Ma non è tutto. Adesso va di moda dire di aver vinto anche se si è perso anzi, aggiungere di aver colto un grande successo anche se si sono presi schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari. Fateci caso: alle elezioni provinciali, roba da gettarsi dalla finestra ché, ormai, sono solo poltrone e basta, il centro sinistra ha vinto ed era nei pronostici. Comunque sia Marcello Pierucci ha strofinato di ben dieci punti Mario Pardini e che cosa ha detto il centrodestra: che si è trattato di un risultato dirompente dopo anni di sudditanza...
Le scuse della Gazzetta di Lucca e del suo direttore al sindaco Mario Pardini
La procura della Repubblica di Lucca nella persona del suo procuratore capo Domenico Manzione ha archiviato il procedimento penale aperto nei confronti del sindaco di Lucca Mario Pardini in merito a presunti abusi edilizi commessi per la realizzazione della piscina nella sua villa. Allo stato attuale, quindi, abusi non ce ne sono perché la sanatoria del comune di Lucca negli anni Ottanta, a seguito del silenzio del ministero entro i 60 giorni previsti per le verifiche di conformità del vincolo paesaggistico, ha consolidato lo stato di cose dell'epoca. Furono eseguiti dei lavori e fu chiesto il parere del ministero, come prevedeva la normativa, sulla conformità del vincolo paesaggistico dato che le opere vennero tirate su in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ma come accadeva quasi sempre, a Roma avevano troppe cose o ben altre cose da fare e niente avvenne. All'epoca Mario Pardini attuale sindaco di Lucca aveva un'età irrisoria per cui non può essere considerato responsabile di eventuali irregolarità commesse a quel tempo irregolarità, comunque, del tutto sanate. Quando La Gazzetta di Lucca ha pubblicato l'articolo sulla piscina al quale ha fatto seguito la conferenza stampa di smentita da parte della giunta tutta riunita moglie del sindaco compresa, chi scrive pubblicò per due ragioni molto semplici: perché non ha mai guardato in faccia nessuno in tutti i 13 anni di esistenza del giornale on line e perché, in passato, per tutti i numerosi articoli apparsi sulle pagine della Gazzetta non era mai stata mossa una sola osservazione e non era mai stato sbagliato un colpo. Con Mario Pardini esisteva un rapporto di stima e di sincera amicizia che andava, a nostro avviso, al di là del nostro lavoro, ma è indubbio che un errore di valutazione è stato fatto e di quell'errore la responsabilità ricade solo e soltanto sul direttore, in questo caso davvero, (ir)responsabile delle Gazzette...
Nessuno tocchi Beatrice
Non avevamo dubbi e non certo da ora. Sapevamo anzi, immaginavamo benissimo che per Beatrice Venezi sarebbero arrivati tempi duri. Brava, bella, onesta, simpatica, educata, ma, soprattutto, tradizionale e con convinzioni che si potrebbero definire conservatrici. Sufficiente, a queste latitudini, ossia quelle del porcile politico italiano verniciato di rosso e non solo, per essere massacrati e sputtanati. Se fosse stata brutta, magari anche Lgbtqrstuvz e di sinistra, state sicuri che nessuno avrebbe avuto niente da dire, ma, per sua e nostra fortuna, Beatrice Venezi non solo non è di sinistra, ma è bella anzi, bellissima e intelligente anzi, intelligentissima. Così, alcune delle performances che sono state messe in scena con la nostra eccellenza lucchese devono aver sollevato invidie e gelosie nei salotti romani dove lo sterco alberga in ogni angolo e dove l'ipocrisia e la falsità sono una sorta di intonaco che copre ogni parete. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che Beatrice Venezi, direttore d'orchestra, sarebbe finita nel tritacarne mediatico dei giornalisti invertenrati e ad un tanto al chilo, eunuchi per la maggior parte, per colpa di una donna di nome Maria Rosaria Boccia il cui lavoro non è da noi conosciuto anche se, a quanto pare, l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano l'aveva assunta come consulente del ministero da lui diretto e, comunque, se la portava dietro ad ogni evento professionale. Ora, che cosa c'entri la Venezi con questa sozzura nemmeno riusciamo ad immaginarlo. C'è un ex ministro senza attributi che, addirittura, piange in Tv e dice di voler tornare dalla moglie per di più giornalista e cornificata regolarmente e c'è una signora sicuramente procace e anche verace la quale racconta particolari che mettono in mutande un uomo che, invece, ha fatto la peggiore delle figure possibili. Niente di nuovo sotto il sole per carità, a destra sin dai tempi del Duce i ministri, Ciano in primis, erano soliti girovagare un po' di qui e un po' di là con le loro amiche solo che la censura impediva ai giornali di occuparsene. Del resto, se non erriamo, c'è stato anche un altro parlamentare ex segretario dei Ds, ex ministro della Giustizia, che è stato denunciato per il vizietto di mettersi in tasca profumi al duty free shop dell'aeroporto senza, però, pagarli. Quisquilie... ai politicanti, neri o rossi, tutto è consentito...
Toscana Gay Pride a Lucca? No grazie. La Gazzetta 'sciopera contro' la manifestazione: non una riga né una foto appariranno sulle sue pagine
Non abbiamo mai gradito la parola sciopero trovandola inutile e dannosa, ma l'abbiamo sempre rispettata. Oggi la usiamo, forse, in maniera impropria, ma serve, comunque, a chiarire qual è il pensiero della Gazzetta di Lucca che, dopo aver appena appena sfondato, dal 1 agosto al 1 settembre, la soglia incredibile dei 200 mila utenti unici assoluti, sente il bisogno di riaffermare la propria contrarietà a quel mondo al contrario o, come abbiamo da sempre sostenuto noi, alla rovescia che vorrebbero a tutti i costi imporci e farci digerire. Il 7 settembre, sabato, a Lucca sfilerà il Toscana Gay Pride, una sorta di provocazione politica della quale non sentivamo il bisogno e che la comunità Lgbtqrstuvz con la Sinistra alla guida della Regione (sic!) con quel genio della stirpe del governatore Eugenio Giani, sono, al contrario, così contente di aver imposto ad una città senza nemmeno chiedere il permesso. Arroganza, presupponenza, ideologizzazione spinta: c'è di tutto in una scelta che viola a nostro avviso la sensibilità religiosa di una gente, quella lucchese, che a settembre e il 13 in particolare, celebra, con la processione di Santa Croce, un chiaro e manifestato oltreché centenario diritto al rispetto e alla considerazione verso le proprie convinzioni. Del resto, la Sinistra agisce in maniera sporca da sempre rovesciando la frittata: impone e, di fronte alle proteste o anche solo alle rimostranze, accusa di fascismo e omofobia. Tutti in vacanza a Raqqa una settimana all inclusive e viaggio di sola andata: servirebbe a disincentivare questa cieca adesione e anche a far consapevolizzare tutti coloro che hanno occhi e orecchie foderati di prosciutto. Esattamente come, nel secolo scorso, i comunisti italiani si sperticavano in lodi per l'Unione Sovietica senza mai esserci stati perché una volta che ci avevano messo piede non vedevano l'ora di tornare nell'Occidente capitalista...
Ad Altopascio la destra si taglia le palle da sé e vota con la sinistra per cancellare la Storia e revocare la cittadinanza a Mussolini, Scorza e Ciano
Più andiamo avanti e più non riusciamo a comprendere le lamentele e i ripetuti allarmi degli ambientalisti-animalisti contro la caccia ai volatili. Il rischio, cioè, di una progressiva estinzione dei cosiddetti piumati. In realtà, almeno per quello che riusciamo a comprendere e a vedere oltreché sentire , se gli imbecilli volassero, il mondo anzi, il cielo sarebbe pieno di uccelli e l'unico problema è, appunto, che gli imbecilli non possono volare, ma chissà?, magari col tempo potremo assistere al decollo verticale di una infinità di esseri ex umani. Considerazioni a parte, va di moda di questi tempi, importata dal solito impero del male denominato United States of America, la cosiddetta Cancel Culture che fa il paio con il movimento Woke, un altro gruppo di cerebrolesi che si sono messi in testa di distruggere tutto ciò che appartiene al passato nella convinzione che esso servirà a modificare il presente e, soprattutto, il futuro. Il problema, però, non sono soltanto loro, bensì tutti quelli i quali sono specializzati nell'arte di appecorarsi ossia diventare o, meglio ancora, mettersi a pecora. La Storia, bene o male spesso più male che bene, non si replica come avrebbe detto Arturo Toscanini e come era solito non concedendo mai il bis. Al massimo si studia. Invece c'è qualcuno che, addirittura, ci sia la possibilità di rimuoverla, così, con un colpo di carta più o meno bollata e che il farlo restituisca la verginità politica a chi l'aveva assegnata. Oggi, ad Altopascio, quel genio della stirpe che risponde al nome del sindaco Sara D'Ambrosio guarda caso anche lei di sinistra ed ex parente stretta di Marco Remaschi, la quale pare che dopo aver abbandonato il Pd sia rientrata all'ovile più o meno formalmente, ha approvato con il consiglio comunale all'unanimità la revoca della cittadinanza onoraria conferita nel secolo scorso a Benito Mussolini, Carlo Scorza e Costanzo Ciano, il papà di quel Galeazzo che, ricorderete se siete acculturati sennò siete delle bestie ignoranti, venne fucilato al processo di Verona all'indomani del 25 luglio 1943 e dell'8 settembre del medesimo anno e al momento in cui il plotone di esecuzione spara, si volta a guardarlo senza benda sugli occhi. Morire bene, era solito dire Giorgio Almirante, è molto più difficile che vivere bene. Aveva ragione...