A.S Lucchese
120 anni in rossonero, la città premia la squadra e presenta le iniziative per l'anniversario
La Lucchese 1905 rappresenta, da quasi 120 anni, non solo i suoi tifosi, ma tutta una città. Un legame forte che, in tutto questo tempo, ha regalato tante gioie ma ha riservato anche tante delusioni

"Lucchese 1905: più di una squadra. È la nostra città. È la nostra storia"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci da una giovane supporter rossonera amareggiata per quanto accaduto e per il rischio di vedere scomparire la sua squadra del cuore dal calcio professionistico

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La Lucchese 1905 rappresenta, da quasi 120 anni, non solo i suoi tifosi, ma tutta una città. Un legame forte che, in tutto questo tempo, ha regalato tante gioie ma ha riservato anche tante delusioni. Il giorno dopo il quarto fallimento della sua storia, dopo aver ottenuto, sul campo, una salvezza prodigiosa al termine di una stagione che, a livello societario, è stata disastrosa, la Lucchese è stata ricevuta, questa mattina a Palazzo Orsetti, per la consegna di un attestato di riconoscimento ed una medaglia celebrativa per il risultato ottenuto.
In rappresentanza dell’amministrazione comunale erano presenti il sindaco Mario Pardini e il vice sindaco ed assessore allo sport Fabio Barsanti, mentre per i rossoneri erano presenti, tra gli altri, l’allenatore Giorgio Gorgone ed il suo vice Emiliano Testini, il direttore sportivo Claudio Ferrarese, oltre ad una rappresentanza dei giocatori tra cui Andrea Gemignani, Edoardo Antoni, Francesco Fedato ed Andrea Gasbarro.
Al termine della premiazione si è tenuta una conferenza stampa per illustrare le cerimonie, la mostra itinerante ed il mese di eventi che racconteranno una storia che si tramanda da generazioni.
“Abbiamo voluto ricevere la squadra – ha esordito il sindaco Pardini – perché ci ha regalato delle grandissime emozioni e, per questo, ringrazio il mister, i giocatori e tutto lo staff. La città vi è grata per quello che avete fatto sul campo e per averci regalato un sogno, all’ultimo secondo, che ci auguriamo che continui, anche in un momento di grande difficolta, per una squadra che compirà a breve 120 anni di storia. Le difficoltà passano ma la Lucchese resta, cosi come la città che si riunisce nel simbolo che voi rappresentate”.
Ha preso poi la parola il vice sindaco Fabio Barsanti. “Rivolgo un ringraziamento sportivo ed umano a tutta la squadra, lo staff e tutti quelli che hanno lavorato per la Lucchese. Dimenticando per un momento le vicende societarie, sabato scorso ci avete fatto vivere un’esperienza sportiva tra le più belle che il “Porta Elisa” ricordi. Lucca è una città che ha voglia di calcio e che può rendere indietro tutto quello che voi le avete dato in questa stagione”.
Il direttore sportivo Claudio Ferrarese, nel suo intervento, ha ringraziato l’amministrazione per l’invito ricevuto. “Siamo ansiosi di vedere come andrà a finire – ha detto Ferrarese. Quello che abbiamo fatto sul campo è stata una cosa fantastica e mi auguro che questi 120 anni di storia siano di buon auspicio per il futuro di questa grande storia e di questa grande maglia e siamo fiduciosi”. Per finire ha preso la parola il condottiero, mister Giorgio Gorgone.
“Il messaggio bello – ha detto il mister – è che le cose possono cambiare, anche all’improvviso, quando meno te lo aspetti. Sabato ho visto uno stadio bellissimo con persone emozionate e felici. Questo è un auspicio perché Lucca merita qualcosa di diverso. Ringrazio i ragazzi e tutto lo staff, con Debora e Gabriele che, anche oggi, erano al lavoro e ce la metteranno tutta per fare in modo che succeda tutto quello che ci auguriamo”.
Dopo la premiazione e le foto di rito, è stato il momento della conferenza stampa in cui sono state presentate le iniziative per i festeggiamenti dei 120 anni dalla fondazione della Lucchese 1905 a cui erano presenti anche Stefano Galligani per Lucca United e Luca Mandoli, curatore del Museo Rossonero. Domenica 25 maggio, alle ore 11, si terrà la tradizionale cerimonia sotto la targa dedicata alla fondazione della Lucchese, situata dietro il coro della chiesa di San Michele.
A seguire, verrà inaugurata ufficialmente una mostra itinerante composta da 15 pannelli che racconteranno la storia della squadra rossonera, celebrandone i momenti più significativi e i protagonisti che ne hanno scandito il tempo. Il percorso espositivo si articolerà nel centro storico, formando un vero e proprio itinerario rossonero. I pannelli comprenderanno un pannello dedicato alla fondazione del club ed uno per ogni decennio di storia sportiva, oltre a due focus speciali sui tifosi e sulle statistiche dei calciatori più iconici della pantera. L’iniziativa è curata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Lucca United, lo storico gruppo di tifosi che segue in prima linea e con grande passione le sorti della Lucchese.
Ma le celebrazioni non si fermeranno qui.
Per tutto il mese di giugno, la città ospiterà una serie di conferenze a tema, organizzate in diversi locali del territorio, che ripercorreranno i momenti iconici della Lucchese dagli anni ’70 ad oggi. Un mese interamente dedicato al ricordo, all’approfondimento e alla valorizzazione del patrimonio sportivo rossonero. Le scuole cittadine saranno coinvolte attivamente attraverso specifiche iniziative didattiche, mentre il museo rossonero, situato sotto la Curva Ovest dello stadio Porta Elisa, sarà parte integrante del programma, offrendo visite e attività legate alla storia del club. Infine, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare la stagione appena conclusa, drammatica ed intensa. Un anno in cui, nonostante le ben note difficoltà, il gruppo squadra, lo staff tecnico ed i collaboratori della Lucchese hanno onorato la maglia e difeso i colori della città con dignità, impegno e passione, offrendo una possibilità di un futuro adeguato al club. Ed è proprio per questo che sono stati ricevuti a Palazzo Orsetti dal sindaco Mario Pardini e dall’assessore allo sport Fabio Barsanti. La città si stringe così attorno alla sua squadra, in questi giorni di incertezza ma di viva speranza per il futuro del club. Perché la Lucchese non è solo calcio, è cuore, memoria e futuro, un amore senza fine.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci da una giovane supporter rossonera amareggiata per quanto accaduto e per il rischio di vedere scomparire la sua squadra del cuore dal calcio professionistico:
Oggi la Lucchese 1905 rischia di sparire. Di nuovo. Il fallimento è stato dichiarato. Il tempo è pochissimo. Entro il 6 giugno serve un miracolo: un acquirente, qualcuno che creda ancora nel valore di questa maglia, e soprattutto servono cuori che non smettano di battere.
Eppure, se sei stato al Porta Elisa il 17 maggio, quella parola – "fallimento" – sembrava non poter esistere. Lo stadio era un braciere. Un'onda rossonera che cantava, piangeva, sperava, abbracciava. Una città intera raccolta nel suo stadio, come un cuore che pompa identità.
E allora diciamolo chiaro, anche per chi sussurra "Ma che senso ha lottare per una squadra di Serie C?", o peggio: "Eh, ma non è mica la Serie A...".
No. Non lo è. E non deve esserlo.
Perché la Lucchese è un'altra cosa. È l'appartenenza. È la fede rossa e nera che non chiede la gloria, ma la verità. È quella maglia che si è sporcata di fango e di lacrime, quella curva che ha continuato a cantare anche quando il mondo sembrava crollare. È la città che si ritrova, si riconosce, si abbraccia.
Parlo da lucchese acquisita, da più di vent'anni. Lucca è diventata la mia casa. È qui che è nato mio figlio. È qui che ho conosciuto quell'uomo che mi ha fatto conoscere l'amore , con questa squadra, con questo stadio, con questi colori – che abbiamo insegnato, che si lotta per la propria città, che si crede anche quando non si vince, che si tifa anche quando fa male.
Perché non è il risultato a dirti chi sei. È l'amore che hai dentro. Quello che ti fa tornare ogni volta, che ti fa cantare a squarciagola anche con un nodo in gola. Lo sport divide, sì. Ma quando unisce... lo fa in un modo che solo chi ha pianto per una squadra può capire.
Questa squadra è le scarpette dei bambini, i cori dei nonni, i figli dei figli dei figli che sventolano la stessa bandiera, le mani sporche che si alzano per applaudire, le voci che si intrecciano nella sera di Lucca. È una piazza che non dimentica, che resiste.
E se oggi qualcuno ha il coraggio di dire "Non ne vale la pena", noi rispondiamo che è proprio questo il momento in cui vale di più.
Perché è adesso che si vede chi c'è davvero. È adesso che si decide cosa raccontare ai nostri figli: che si scappa o che si resta. Che si rinuncia o che si combatte.
E allora sì: che si parli di fallimento, ma con rispetto. Perché non si fallisce finché c'è qualcuno che crede. E noi ci crediamo ancora.
La Lucchese è dentro di noi. E continuerà a battere. Sempre.