Si può ben dire, senza ombra di dubbio e timore di sbagliarsi, che se non ci fosse bisognerebbe inventarsela. Anzi, se non ci fosse, non ci sarebbe nemmeno la Lucchese Libertas 1905 al femminile. Sì, perché quando, ad avvio stagione, servivano 2 mila 800 euro per l'iscrizione al campionato di Eccellenza e nonostante la promessa dell'attuale società di sopperire fornendo il denaro entro il 20 agosto termine ultimo, alla fine i soldi li ha cacciati di tasca propria Elena Lucchesi, di professione infermiera, responsabile del settore giovanile rossonero sia sotto la vecchia gestione sia sotto quella del Gruppo Bulgarella.
Elena Lucchesi abita da sempre a Filecchio dove vive con la famiglia. Lavora come infermiera all'ospedale San Francesco di Barga e, nel tempo libero, coltiva la sua grande passione, il calcio. Il miracolo pre-Covid del Filecchio, squadra tosta di serie C, porta la sua firma e il suo entusiasmo. Oggi Elena non allena più la prima squadra perché quella squadra, a causa di ripetute richieste di soldi mai soddisfatte, non c'è più, così come non c'è più nemmeno quella che, con fatica, era stata iscritta al campionato di Eccellenza. Restano, soltanto, quattro formazioni giovanili per complessive 80 ragazze provenienti da tutta la provincia e anche da fuori.
Non è soltanto il settore giovanile rossonero a trovarsi in grosse difficoltà, c'è anche l'universo femminile che, nonostante i sogni, ha dovuto tirarsi su le maniche e pedalare per conto proprio. L'attuale compagine societaria, quando aveva acquistato la Lucchese Libertas 1905, aveva parlato chiaramente manifestando l'opinione che sarebbe stato impossibile mantenere la squadra in serie C. In realtà Alessandro Vichi, almeno fino a quando è stato in società, ha cercato di rappresentare in tutti i modi i desiderata dello staff, ma senza grandi fortune. La vecchia dirigenza, infatti, aveva lasciato un debito pregresso anche verso le giocatrici, una somma di circa 30 mila euro complessivi che Vichi si era impegnato anche a seguito della vendita della società, a saldare quanto prima. E così si era espresso anche il nuovo assetto dirigenziale.
La verità è che anche qui ci sono state promesse, ci sono stati telefonate, incontri, impegni, ma, alla fine, dalla nuova gestione non è arrivato nemmeno l'ombra di un centesimo. Possibile? Reale a detta di chi ha vissuto in prima persona questa vicenda che la dice lunga su quale e quanta sia la differenza tra ciò che si vorrebbe e ciò che si è.
Tutto era nato in quel di Filecchio e, poi, si era trasferito a Lucca dove la società della piccola frazione barghigiana si era affiliata con la Lucchese e ne era diventata, a tutti gli effetti, una costola importante. Le difficoltà economiche, tuttavia, sin da subito hanno costretto Elena Lucchesi a fare i salti mortali e, una volta venduta la Lucchese ai siciliani di Bulgarella, la speranza che le cose sarebbero migliorate di lì a poco. Invece, niente di tutto questo. Era stato chiaro sin da subito che la prima squadra, impegnata in serie C, avrebbe avuto bisogno di ricevere le spettanze arretrate così da affrontare le ultime gare nel tentativo di salvarsi, con un minimo di tranquillità economica.
Gli arretrati sono, indubbiamente, di competenza della vecchia società, ma la nuova attraverso il presidente che è lo stesso, dice di avere fiducia, tanto, la fiducia, non costa nulla. Invece non arrivano né la fiducia né i soldi e la Lucchese retrocede. La società nuova avrebbe voluto tentare di fare richiesta di ripescaggio, ma ben presto abbandona l'idea troppo onerosa e ripiega sulla categoria inferiore, l'Eccellenza. I rapporti tra il direttore generale Mangiarano e la Lucchesi sono abbastanza intensi. Quest'ultima fa presente ripetutamente che per l'iscrizione al campionato, che scade il 20 agosto 2023, serviranno e servono 2 mila 800 euro e, nutrendo scarsa fiducia nella nuova dirigenza, comincia a raccogliere i soldi per conto proprio. Arriva il 29 agosto e nonostante i proclami e le promesse nessuno si fa vivo. Sarà lei a consegnare la somma per essere iscritti come Lucchese al campionato di Eccellenza.
Apriamo una breve parentesi: ma dov'era l'assessore allo Sport Fabio Barsanti in quelle settimane? Non era a conoscenza delle difficoltà in cui si trovava la società rossonera? Possibile che non sia intervenuto per aiutare il settore femminile così importante a livello anche di immagine? Decine di ragazzine volevano solamente avere un futuro in calzoncini e scarpette.
IL campionato di Eccellenza va avanti per qualche mese. Addirittura la responsabile del settore femminile chiede la possibilità di far venire quattro giocatrici da fuori e ottiene l'impegno della società ad avere un alloggio dove farle stare. Queste arrivano, ma di alloggi nemmeno a parlarne. Era stato promesso anche un pulmino per il trasporto, ma di quello nemmeno una traccia. Così sarà ancora la Lucchesi a provvedere prendendone uno ad hoc. Dei 2 mila 800 euro versati per l'iscrizione non giunge un solo euro in restituzione da parte della società Lucchese Libertas 1905.
Alla fine la decisione è inevitabile: la squadra femminile di Eccellenza viene smantellata e si cancella dal campionato. Che magnifica figura di... Per non parlare sempre di quei 30 mila euro che restano sul groppone e che nessuno ha ancora pagato.
Ad oggi, la Lucchese Libertas di patron Andrea Bulgarella non avrebbe versato nulla o quasi per la gestione del settore femminile, salvo mettere a disposizione per allenamenti e partite il campo sportivo di Saltocchio. Dove, però, a quanto pare le ragazze, per poter fare quello che fanno anche i colleghi maschietti, devono trovare sempre un posto libero dopo gli altri. Non soltanto. Dopo le gare dei ragazzi, gli spogliatoi, in condizioni facilmente immaginabili, devono essere puliti dalla stessa Elena Lucchesi che non sappiamo se lo fa da sola o aiutata, altrimenti le ragazze non potrebbero certo cambiarsi e fare il resto.
Sentiamo, in questo periodo, parlare tanto di rispetto delle donne, di solidarietà, di sacrifici, di parità di accesso e condizioni, di una società dove, finalmente, non ci siano disparità di genere e, poi, ci si imbatte in situazioni come questa. Una domanda: qualcuno può fornirci una spiegazione per favore? Degna, se possibile, di essere creduta.