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Lucchese (3-5-2): Biggeri, Panariello, Solcia e Pellegrini; Panati (57’Dalla Bernardina), Zennaro (51’Adamoli), Meucci, Sbrissa e Nannelli; Bianchi (68’Kosovan) e Marcheggiani (68’Petrovic) A disposizione: Pozzer, Cruciani, Maestrelli, Scalzi, De Vito, Caccetta e Galardi Allenatore: Giovanni Lopez
Pro Vercelli (3-4-2-1): Saro, Masi, Auriletto (59’Comi) e Hristov; Clemente, Matti Lund Nielsen, Awua e Iezzi (66’Gatto); Rolando e Zerbin; Costantino A disposizione: Tintori, Parodi, Romairone, Esposito, Erradi, Merio, Secondo e Carosso Allenatore: Francesco Modesto
Arbitro: Daniele Rutella di Enna (Assistenti Licari di Marsala e Bonomo di Milano)
Note: Calci d’angolo 0-8. Espulsi al 54’Solcia per doppia ammonizione, al 86’ il ds Deoma per proteste e i due allenatori Lopez e Modesto. Ammoniti Awua, Biggeri, Meucci, Marcheggiani, Masi, Kosovan e Hristov. Recupero 0’e 6’.
Reduce da due passi falsi di fila una grintosa Lucchese, costretta a giocare in inferiorità numerica per oltre cinquanta minuti, blocca sullo 0-0 la quotata Pro Vercelli agguantando a quota 17 punti il Livorno. Ottima prova della Pantera, un’altra formazione rispetto a quella scesa in campo nelle ultime due partite, che ha avuto anche le occasioni migliori per vincere, clamorosa quella ciccata di Petrovic, dinanzi ad una compagine che nemmeno con l’uomo in più ha impegnato Biggeri. Super la prestazione del pacchetto arretrato locale, subentrati compresi, che ha concesso soltanto delle mischie confuse agli avanti piemontesi. Deve essere sempre questo lo spirito da mettere in campo per Meucci e compagni nell’incandescente lotta salvezza. Tutti i rossoneri meritano la sufficienza, ma una menzione speciale è doverosa per Pellegrini, apparso dotato di ottima personalità, Bianchi, spina nel fianco della difesa della Pro e di Aniello Panariello, criticato ad inizio campionato ma quest’oggi baluardo nel tentativo di forcing, alla fine non molto pericoloso, della squadra di Modesto.
Per dimenticare in fretta le sconfitte con Novara e Grosseto, la Lucchese torna nuovamente al Porta Elisa per un incontro dall’alto tasso di difficoltà contro la Pro Vercelli, terza forza del torneo e reduce dal convincente 3-0 sul Renate. I risultati delle rivali impegnati nella lotta salvezza, vedi il pesante rovescio subito dal Livorno in casa della Juventus B e il capitombolo interno della Giana Erminio, danno una mano ad una Lucchese che propone dal primo minuto l’ultimo arrivato Eros Pellegrini. Rispetto al turno infrasettimanale le altre novità sono la presenza di Zennaro in mediana, con Adamoli confinato in panchina e Nannelli spostato sulla corsia destra, e Marcheggiani chiamato a fare coppia in attacco con Bianchi.
Le casacche bianche, prive soltanto dello squalificato Emmanuello, opta per il consueto 3-4-2-1 con Costantino, presentatosi con una doppietta al debutto, punto di riferimento offensivo e assistito dal rigorista Rolando e Zerbin. Decisamente migliore l’atteggiamento e la predisposizione in campo rispetto alle precedenti gare della Pantera. La Pro attua una constante ricerca del fraseggio con i due mediani, Nielsen e Awua, che a turno si abbassano sulla linea dei difensori per far partire la manovra. Al 16’ bello spunto personale di Bianchi che costringe alla prima parata del serata. Sei minuti più tardi sia Zerbin che Costantino mancano per un niente la deviazione sotto porta sul cross dalla sinistra di Rolando. Proteste dei piemontesi al 24’ quando, sugli sviluppi di una punizione laterale, la conclusione a colpo sicuro di Auriletto viene respinto da Solcia. La squadra di Modesto reclama a gran voce il presunto tocco con il braccio del difensore scuola Atalanta. La vivacità di Bianchi, apparso pienamente recuperato, permette alla Pantera di respirare con Hristov costretto al fallo da ammonizione per fermare la corsa del classe 2000. Lo stesso attaccante scuola Genoa impegna nuovamente Saro con un potente tiro da posizione defilata. Impeccabile, sin qui, la perfomance offerta dal pacchetto arretrato rossonero, con Pellegrini già integrata nei meccanismi predisposti da Lopez. Biggeri, di fatto, è stato inoperoso per tutti i primi 45’.
Ritmi alti anche in avvio di ripresa, con una fitta pioggia che accompagna i ventidue in campo. Al 50’ancora una volta Bianchi scocca un potente tiro che Saro respinge con i pungi. Sul proseguo dell’azione il rapido capovolgimento di fronte, condotto da Zerbin, il destro di Costantino finisce a lato. Proprio l’attaccante ex Modena e Bari costringe al fallo nella lunetta dell’area di rigore Solcia, incassando il secondo giallo del pomeriggio. La successiva punizione di Rolando si infrange sul muro rossonero. Lopez muove l’immediata contromossa con Dalla Bernardina, al debutto anche lui in rossonero, per Panati e lasciando così le due punte Marcheggiani e Bianchi. Rossoneri ora in campo con un 4-3-2, con Eros Pellegrini dirottato come terzino destro della difesa rossonera. Modesto, forte della superiorità numerica, di contro inserisce due carichi offensivi pesanti come Comi e Gatto per Iezzi, un esterno di centrocampo, e Hristov, un difensore. Le casacche bianche spingono adesso con costanza, impostando un giro palla che trova sfogo sulle corsie laterali. Il tecnico rossonero decide di coprirsi togliendo le due punte Bianchi e Marcheggiani, per Petrovic, ex di turno, e Kosovan. Al 70’ una rasoiata da fuori area di Rolando sfiora il montante alla sinistra di Biggeri.
Clamorosa la doppia chance costruita da una ficcante ripartenza di marca locale, orchestrata da Sbrissa e poi rifinita da Kosovan per Nannelli il cui tiro viene respinto da Saro. Masi cicca il rilancio consentendo a Petrovic da battere dentro nell’area piccola ma il pivot croato non ha la freddezza giusta per superare Saro che si salva. Detto dell’espulsione per proteste, forse dettate dall’eccesso di protagonismo del quarto uomo di Deoma, la Pro Vercelli si rende pericolosa solamente al 87’sul colpo di testa di Nielsen fuori bersaglio.
Al termine del maxi recupero di sei minuti concessi dall’incerto fischietto Rutella, vengono espulsi per reciproche scorrettezze i due allenatori Lopez e Modesto in un finale a dir poco caldo.
Foto Ciprian Gheorghita