Tra i volti in copertina di una Lucchese in netta crescita, il pareggio di Lecco ha fatto salire a quattro i risultati utili consecutivi dei rossoneri, c’è sicuramente quella del centrocampista Giovanni Sbrissa. Voluto fortemente da Giovanni Lopez, tecnico che lo lanciò nei professionisti in quel di Vicenza quando non aveva ancora compiuto diciotto anni, il giocatore di Castelfranco Veneto sta dimostrando di essere, partita dopo partita, un lusso per la Serie C dopo le tante stagioni spese in B con le maglie di Vicenza, Brescia, Cesena e Cremonese. In attesa di festeggiare il primo gol con la sua nuova maglia, sfiorato in più di circostanza, il classe 1996, un esempio di come si possa coniugare una carriera professionistica ad un brillante percorso universitario, racconta alla Gazzetta di Lucca i suoi primi due mesi e mezzo alla corte della Pantera.
Quando è nata la trattativa che l’ha portato alla Lucchese?
Il mio procuratore mi ha informato di questa possibilità nella seconda metà del mese di ottobre quando il precedente allenatore era stato esonerato. Conoscevo già la piazza, che reputo molto importante, avendoci giocato contro quando vestivo la maglia del Siena (stagione 2018-2019 nda). In quella occasione constatai, come poi mi hanno confermato i compagni, il calore del pubblico rossonero, specialmente della Curva Ovest. Mi auguro che quanto prima ci possa essere una riapertura degli stadi: la spinta dei nostri tifosi ci manca. Non appena c’è stata l’ufficializzazione del ritorno sulla panchina rossonera di Giovanni Lopez, tecnico a cui devo tanto, non ci ho pensato su due volte ed ho accettato di intraprendere questa nuova esperienza
Quanto è stato importante mister Lopez per la sua carriera?
Al mister devo tanto perché è stato colui che mi ha fatto esordire nel calcio professionistico con la maglia del Vicenza, aggregandomi alla prima squadra quando avevo appena 16 anni. Grazie a lui ho portato esordire sia in C che in Serie B. Mi ha fatto un grande piacere che abbia voluto il sottoscritto per riuscire nell’impresa di conquistare la salvezza
Nella rosa attuale della Lucchese sei il calciatore che ha lavorato di più con Lopez. Quanto è cambiato il suo modo di lavorare rispetto a Vicenza?
Premesso che rispetto a quelle stagioni ho maturato, com’è normale che sia, un occhio maggiore per certe dinamiche tattiche frutto di una maggiore esperienza, ritengo il mister come uno dei più preparati del campionato. Dalla tribuna durante potrebbe emergere soltanto il suo grande carisma, ma vi assicuro sotto il profilo tecnico-tattico riesce a preparare alla perfezione la partita. Grazie al lavoro che svolgiamo durante gli allenamenti, la squadra riesce a riproporre quei meccanismi e quelle situazioni di gioco anche la domenica. Questo è merito di Lopez che sa trasmetterci le giuste indicazioni: in campo sappiamo sempre cosa fare e non a caso abbiamo intrapreso la strada giusta.
Dopo un avvio di stagione complesso, anche determinato dai molti casi di positività al Covid-19 riscontrati nel gruppo squadra, la Lucchese ha trovato una propria fisionomia. Qual è il segreto di questa rinascita?
Sono arrivato proprio nel momento in cui si sono verificati la maggior parte dei casi. Le prime settimane di allenamenti non sono state delle più semplici visto che lavoravamo a scartamento ridotto. Ho fatto conoscenza dei miei compagni con il passare dei giorni; non per trovare alibi, ma certamente tutte quelle partite di seguito, recuperi compresi, che abbiamo dovuto di disputare tra la metà di novembre e la prima parte di dicembre non ci hanno avvantaggiato. Comunque al di là delle qualità tecniche e del lavoro settimanale, penso che uno dei segreti di questo bel momento di forma consiste nella compattezza del gruppo. Spesso si abusa di questo concetto, però nel nostro caso è veramente così. Chi gioca e anche coloro che per il momento stanno trovando meno spazio remano dalla medesima direzione, un aspetto da non sottovalutare quando si ha che fare con una rosa folta come la nostra. Uno spirito positivo che si può intuire dalle nostre esultanze collettive. In questo modo potremo centrare l’obiettivo di mantenere la categoria. Il successo di Pontedera, ottenuto in maniera sofferta, ha avuto il sapore della liberazione.
Di questa rosa conosceva soltanto Cruciani e Kosovan. Quali sono i giocatori che l’hanno colpita?
Ho la fortuna di giocare con tanti giovani interessanti e validi che possono contare su delle ottime potenzialità con grande voglia di fare. Nannelli, Bianchi, Panati, Adamoli e Papini stanno dimostrando di fornire un contributo importante alla causa rossonera. Seguendo i consigli di Lopez continueranno nel loro percorso di crescita.
Al netto dell’emergenza Covid-19, ha avuto modo di visitare la città?
Virus permettendo, ho iniziato a conoscere Lucca, veramente una città ricca di fascino e storia. Mi piace molto passeggiare sulle Mura così come sono rimasto colpito dalla bellezza di piazza dell’Anfiteatro. Sto constando come le recensioni positive avute sulla qualità della vita nella città da parte di alcuni ex rossoneri siano veritiere. Non mi sorprende il fatto che in molti abbiano scelto di stabilirsi a Lucca una volta terminata la loro carriera.
Proviene da una famiglia di sportiva (la sorella maggiore Mary è il capitano di San Martino di Lupari nell’A1 di basket femminile nda). Questo quanto è stato importante nella sua crescita personale?
Avendo due genitori molto sportivi, visto che praticano tuttora ciclismo e nuoto, così come le mie quattro sorelle maggiori (Eleonora è stata campionessa d’Italia Under 19 di basket e Mary, oltre alla brillante carriera in A1, ha disputato per quattro stagioni il campionato universitario americano) e mio fratello minore, ho lo sport nel dna. Ritengo che sia una fondamentale palestra di vita che mi ha fatto crescere durante il periodo adolescenziale. Per me non è stato un peso compiere in quelli anni i sacrifici necessari per intraprendere questa carriera.
Fuori dal campo come impiega il suo tempo libero?
In questi anni sono riuscito a conseguire la laurea in scienze politiche e sociali con la tesi incentrata sul giornalismo sportivo di Gianni Brera. In questo periodo sto vedendo molti film.