Il day after della sconcertante prestazione offerta contro l’Albinoleffe, i quattro gol siglati nel finale dai rossoneri non devono assolutamente trarre in inganno, è l’occasione per fare un bilancio sui motivi che hanno portato la Lucchese a racimolare soltanto tre punti in 11 giornale. Per risalire ad un campionato nel quale la Pantera non aveva ancora vinto una partita a questo punto della stagione, tocca tornare indietro fino alla stagione 1998-1999, l’ultima disputata in Serie B. Allora il digiuno dai tre punti si interruppe alla dodicesima, 2-1 alla Cremonese; la speranza è che ciò possa accadere domenica al “Marcello Melani” di Pistoia, ma la salvezza della Pantera non potrà trascendere da un robusto restyling nel mercato di gennaio.
Quando al 26 novembre di questo anno di disgrazia 2020 sono stati tesserati 31, leggasi trentuno giocatori, con annesso cambio di guida tecnica, appare evidentemente come la sessione estiva del calciomercato sia stata in gran parte sbagliata. Il colpevole non era Francesco Monaco tanto meno Giovanni Lopez, costretto a lavorare per pochi giorni con il gruppo al completo a causa di una fase di stagione densa di impegni ravvicinati. Sarebbe impossibile chiedere al trainer romano di avere già una conoscenza definita di tutti gli elementi a sua disposizione.
Oltre ai limiti tecnici, non deve essere dimenticato come la Lucchese sia stata colpita nelle scorse settimane dalla positività al covid-19 di ben 22 componenti del gruppo squadra. Naturale, quindi, come la condizione fisica dei rossoneri non sia al top, ma il campionato di pazienza purtroppo non ne ha. Ci sarebbe da interrogarsi, e qui giriamo la palla al presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, se non fosse stato meglio sospendere il campionato per un mese permettendo così la disputa delle miriade di recuperi, i rossoneri hanno un match in meno, in programma nei tre gironi per giungere ad un allineamento del torneo. Ma questo è un altro discorso. Di certo la variante covid-19, con cui tutte le formazioni dovranno fare i conti, sarà una discriminante gravosa nel proseguo della stagione.
Prima di addentrarci nei limiti tecnici palesati dalla Pantera, quello che ha lasciato perplessi assistendo al match di ieri è stato il black-out mentale scattato nelle teste dei rossoneri dopo il primo gol siglato da Manconi, autore di una clamorosa quaterna. Quando i risultati non arrivano prevale un certo scoramento ma, al tempo stesso, bisogna avere anche la capacità di reagire rapidamente senza attendere il rilassamento del rivale di turno, appagato dopo essere fuggito nel punteggio. Un atteggiamento francamente non comprensibile, considerando che indossare la maglia rossonera, perdonateci se verremo tacciati di demagogia, deve essere un motivo di orgoglio e responsabilità. La Lucchese non è una squadra come le altre, forte di una storia ultracentenaria ricca di imprese, ultima delle quali la clamorosa salvezza conquistata nella notte di Bisceglie in C soltanto due stagioni fa, senza alle spalle una società, dal quel manipolo di ragazzi allenati da Giancarlo Favarin. Calciatori che, sebbene la maggior parte dei quali siano passati a Lucca solo per una stagione, avevano tatuati sulla propria pelle i colori rossoneri oltre che ottimi individualità tecniche. Rivedere, a partire dal derby di domenica, quello spirito sarebbe un bel viatico per il futuro. Adesso sarebbe un peccato perdere dopo soli 12 mesi la Serie C, ritrovata grazie al lavoro di una società appassionata e desiderosa di fare il bene della Pantera. Ragion per cui, ci auspichiamo che nel prossimo mese di gennaio possano essere consegnati a Lopez quei rinforzi indispensabili per la mission salvezza. Fondamentale sarà mettere in fila qualche risultato utile da domenica fino alla sfida con la Carrarese, fissata per mercoledì 23 dicembre, in modo da non perdere terreno con chi precede in classifica la Lucchese.
Le undici partite di campionato, con uno score di tre pareggi, otto sconfitte, 12 gol segnati e 23 incassati (peggior difesa di tutti e tre i giorni), hanno messo alla luce le problematiche di una rosa sopravvalutata alla vigilia della stagione, con diverse scommesse che ad oggi si sono stanno rivelando perdenti. Duole constatare come, specialmente nel reparto offensivo e anche nella mediana, prima delle correzioni in corso d’opera con gli arrivi di Sbrissa, Ceesay e Caccetta, alcune scelte del direttore sportivo Daniele Deoma non abbiano sortito degli effetti positivi. In difesa, ad esempio, sarebbe stato opportuno ingaggiare ad agosto, come richiesto da Francesco Monaco, anche un terzino destro che conoscesse la categoria per poter fare crescere con calma gli interessanti giovani Cellamare e Lo Curto.
Identikit corrispondente a Mattia Lombardo, che avrebbe fornito un’arma letale sui calci piazzati; con il classe 1995, stimato anche per le sue doti umane da una piazza alla quale è rimasto legato, c’è stato solo un contatto ma nulla di più prima che il forte giocatore ligure firmasse con il Monopoli. Sarebbe stato perfetto per il 3-5-2 come esterno di destra dove Papini, adattato nelle circostanza, ha dimostrato di dover prendere confidenza nel ruolo. Ecco quindi che uno dei quattro rinforzi, con almeno 8 partenze necessarie per sfoltire una maxi rosa, dovrà essere in questo ruolo, con un calciatore in grado di coprire tutta la fascia. Un simil Adamoli o Merlonghi, per rifarsi alla seconda esperienza in rossonero di Lopez.
Il ritorno di De Vito e l’arrivo di Dumancic hanno portato forza fisica alla difesa ma manca qualcosa sul piano della rapidità e “San” Jacopo Coletta è spesso chiamato a sventare almeno 5 cinque chance degli avversari a partite. La mediana è, numeri alla mano, uno delle più folte d’Italia: sono ben 10, nemmeno Moratti ad inizio anni 2000 con l’Inter si era spinto fino a così tanto, i centrocampisti centrali a disposizione di Lopez, molto dei quali si sono affacciati alla Serie C senza esperienza in categoria. Gap colmato in parte da Ceesay (alla prima esperienza anche lui in C ma con buoni numeri al netto dell’errore di ieri nda), Sbrissa e Caccetta, con quest’ultimi due alla ricerca della migliore forma fisica dopo la lunga inattività. La nota lieta di questo ultimo periodo consiste nella ritrovata verve di Kosovan, rigenerato dalla cura Lopez. Possibile, inoltre, che per diversi mediani fin qui poco impiegati l’avventura a Lucca potrebbe essere ai titoli di coda. La sensazione è che manchi, in attesa di capire quando avverrà il rientro di Cruciani, un regista davanti alla difesa.
Dulcis in fundo, veniamo ad un reparto offensivo espressosi sotto le attese. Detto di Bitep (positivo ogni volta che è stato chiamato in causa) che rivedremo a marzo 2021, le spalle dell’attacco non possono poggiare esclusivamente sulle spalle dei classe 2000 Nannelli e Bianchi (forse più una seconda punta per le sue movenze che un vero numero nove), sempre gli ultimi ad arrendersi. Se Scalzi è stato limitato ad inizio anno dai guai fisici, le “scommesse” Convitto e Moreo non sono state un fattore favorevole. Emblematico, in tal senso, è stato il cambio subito dall’ex attaccante del Cosenza, ancora a caccia del primo gol tra i professionisti, dopo appena dodici minuti dal suo ingresso in campo ieri pomeriggio. Servono almeno due attaccanti, tra cui una classica prima punta forte fisicamente. Mosse di mercato che saranno prese su precise indicazioni di Giovanni Lopez in un lavoro in sinergia con il direttore sportivo Daniele Deoma. Il tempo per rimediare c’è ancora.