Se son rose fioriranno, su questo non c'è dubbio. Tutto sta avere la pazienza di attenderne la eventuale fioritura, ma a Lucca, si sa, se c'è una cosa che si è imparata in tutti questi anni e dopo tre fallimenti e tanta, ma tanta sofferenza, è proprio la pazienza che, forse, andrebbe chiamata disincanto. Lo hanno percepito chiaramente anche i due dirigenti della nuova società targata Andrea Bulgarella che proprio questa mattina, in piazza San Frediano nel Caffè Santa Zita di Michele Tambellini, hanno voluto incontrare i colleghi di stampa, web e Tv per conoscersi meglio e affrontare, sia pure in via informale, alcune situazioni interne all'universo rossonero.
Giuseppe Mangiarano, dirigente calcistico con una esperienza di oltre 25 anni, e Ray Lo Faso, uomo di estrema fiducia di Bulgarella che lo ha voluto con sé non solo nel gruppo economico che possiede, ma anche in questa avventura calcistica toscana. Arrivati, giustificati, con una ventina di minuti di ritardo all'appuntamento, si sono seduti all'interno di una delle sale del magnifico locale che, un tempo, era la sede di Foto Alcide, un fotografo che ha immortalato la storia della Lucchese Libertas 1905.
E' stato un incontro sincero, senza veli né precauzioni di varo genere, all'insegna della schiettezza e della voglia, in particolare da parte della società, di comprendere meglio la città, le sue aspettative e, come ha subito confessato Mangiarano, le ragioni di una disaffezione da parte del pubblico nei confronti della formazione cittadina che milita nel campionato di serie C. Lucca è una città meravigliosa - si sono domandati i due dirigenti - com'è possibile che non riesca ad avere una tifoseria presente e affezionata come meriterebbe una piazza con un passato come quello rossonero? Le prime due volte in cui siamo entrati allo stadio per assistere alla partita, siamo rimasti un po' depressi visti gli spazi vuoti, per cui ci siamo detti, col presidente, che avremmo dovuto inventarci qualcosa per restituire entusiasmo e riportare la gente allo stadio. Da qui le ultime iniziative adottate anche se è bene dirlo, siamo alla fine della stagione e stiamo lavorando h24 su tutto ciò che ci attende.
E' un impegno gravosissimo - ha aggiunto Lo Faso - ma che svolgiamo con entusiasmo consapevoli che c'è molto da fare un po' dappertutto. Diciamo che siamo all'anno zero, c'è da ripartire e da creare tutti gli strumenti indispensabili se si vuole che, col tempo, tutto vada al suo posto. Oggi come oggi mancano molte cose, a livello economico-finanziario abbiamo dovuto versare e verseremo liquidità sia per fronteggiare i debiti correnti sia per ricostituire un capitale netto che non esiste più ed è in negativo. Il capitale netto, ora come ora, è una bandiera un po' pirata, dobbiamo riportare il tutto alla normalità. La vecchia società ha fatto tutto quel che poteva fare, di più era impossibile e non possiamo che dirle grazie, ma adesso comincia una nuova era e dovremo realmente fare in modo che, in vista della stagione ventura, le cose si sistemino il più possibile.
Strutture che non ci sono e che, adesso, sono assolutamente inadeguate: Non è possibile - spiega Lo Faso - che i giocatori debbano allenarsi all'Acquedotto e, poi, rientrare a fare la doccia allo stadio. Ci vogliono spogliatoi decenti, stiamo cercando di incontrare il comune per vedere se può consentirci di migliorare l'impianto di Saltocchio con uffici, palestra e spogliatoi. Il nostro presidente aveva il Trapani negli anni Novanta ed era considerata in tutti i sensi una società modello per tutto. Per le prossime gare cercheremo di rendere più gradevole l'immagine dello stadio riempiendo anche i vuoti che ci sono ai lati delle curve. E' l'immagine, ma non solo, che manca alla Lucchese. C'è una intera generazione che non viene più allo stadio e noi dobbiamo fare di tutto per riportarcela.
Settore giovanile pressoché inesistente: Il settore giovanile - dice Mangiarano senza tanti eufemismi - non esiste. Addirittura una delle formazioni è stata retrocessa, realmente qui bisogna ripartire da zero e ci vorrà del tempo visto che non si può inventare alcunché. Noi pensiamo, minimo, ad un triennio, ma anche un quinquennio prima di vedere dei risultati che, adesso, non ci sono né ci possono essere. La vecchia dirigenza non poteva fare di più, del resto, senza soldi. Noi, al contrario, vogliamo che il settore giovanile diventi col tempo un fiore all'occhiello, ma per diventarlo servono investimenti e noi siamo qui per questo. Vedremo se riusciremo ad ottenere la collaborazione delle autorità comunali.
Il tempo scorre, la chiacchierata procede serena e senza intoppi. Ci sono da giocare i play-off, ma le vicende del Siena, extra-calcistiche, rischiano di spostarli avanti e non sarebbe bene per nessuno. Ora - aggiunge Mangiarano - viviamo due potenzialità, una è quella attuale con i play-off e la necessità di concentrarsi su di essi perché ci crediamo davvero in questo gruppo. Poi c'è l'altra, ossia il futuro e la necessità di farsi trovare pronti in vista della prossima stagione. A differenza di altre realtà dove chi arriva cambia subito tutto pensando e dicendo di voler fare bene e meglio, noi abbiamo scelto di arrivare e andare avanti con le stesse persone per il momento, ovviamente sostituendo e incidendo laddove, con il trascorrere dei mesi, vedremo che sarà indispensabile procedere. Viviamo in una realtà nuova rispetto a quella di trenta anni fa e la Lucchese, purtroppo, per certi versi, è rimasta ferma. Si tratta di farla ripartire e adeguarla al calcio così come è adesso.