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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
19 Ottobre 2022

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Il brand "Three Times World Champion" si sta facendo spazio nella produzione di abbigliamento tecnico ed accessori per il ciclismo ed il suo ideatore e propulsore è l'ex professionista di Amore e Vita Massimiliano Martini che ha dato il nome alla produzione attraverso i suoi ricordi dei tre titoli mondiali vinti consecutivamente da dilettante nel quartetto della crono squadre.

Il quarantacinquenne commerciante lucchese fin da bambino era appassionato di sport e aveva risultati convincenti in tutte le discipline sportive che praticava: dall'atletica leggera alle corse campestri al calcio quando il Margine Coperta lo lanciò come portiere tanto da smuovere il grande Mondonico a visionarlo per l'Atalanta.

"Sfortuna volle - dice l'ex ciclista - che quel giorno mi ruppi il polso nel deviare una pallonata troppo potente per il mio fisico esile. Quindi la sostituzione mi fece sfumare l'eventuale possibilità di entrare nel calcio professionistico".

Il ciclismo fu lo sport che negli anni '90 gli dette consapevolezza e una forza che non credeva di avere. Suo padre Eugenio, una volta che il suo idolo Francesco Moser attaccò la bicicletta al chiodo, si dedicò al figlio spronandolo a diventare un corridore, invitandolo a provare e a crederci perché Max fin da bambino dimostrava di avere una predisposizione naturale.

In effetti il talento non gli mancava e l'insistenza del genitore voleva ricambiarla con impegno, così la sua passione per raggiungere il risultato prendeva forma giorno dopo giorno nella sua mente e si adattò alla fatica, all'allenamento costante, scoprendo nuovi valori grazie all'impegno fisico, così come capire cosa voleva dire la resistenza alla fatica. Che il ragazzo avesse la stoffa del campione era chiaro, quando iniziò a correre nel G.S. Ponte Buggianese, vincendo 25 corse nel biennio da esordiente. Da allievo vantò una decina di vittorie. Poi il passaggio nel '92 alla Via Nova Madigan da juniores.

Da qui la sua prima convocazione in azzurro da parte del c.t. Antonio Fusi. Martini non ebbe difficoltà ad ambientarsi con la nazionale juniores ed in particolare con gli altri componenti del quartetto della 70 km. crono squadre che vinse il titolo mondiale nel '92 a Pyrgos in Grecia: Alessandro Romio, Massimiliano Mori e Marco Velo, raggiungendo la piena maturità e da quel momento in poi la sua carriera proseguì brillantemente.

"Sono riuscito - dice - a sviluppare le motivazioni che mi infondeva mio padre. La mia personalità si era fusa con una identità sportiva ed iniziai ad avere la consapevolezza che il ciclismo sarebbe stato il mio sport e da quel momento iniziai a sognare il professionismo e di poter vincere nella categoria più importante".

Si dimostrava sempre più un atleta completo in grado di vincere ovunque ed in linea colse otto affermazioni battendo spesso anche atleti di secondo anno. Nel '93 il suo principale obiettivo fu riconfermarsi campione del mondo nel quartetto a cronometro e lo fece a Perth in Australia assieme a Flavio Zandarin, Oscar Biasion e Ruggiero Tarraco. Colse anche cinque affermazioni nelle gare in linea e a quel punto era di diritto uno degli juniores italiani più forti. Nel campionato italiano su strada giunse secondo alle spalle del suo compagno di nazionale Flavio Zandarin. Piazzamento d'onore anche nella prova unica del campionato toscano. Era importante per un ragazzo della sua età avere un sogno e lui oltre ad averlo lo coltivava desiderando di raggiungere un obiettivo alimentato ancor di più dopo aver vinto due campionati mondiali consecutivi nel quartetto azzurro.

IL TERZO MONDIALE DA MILITARE ED IL PASSAGGIO FRA I DILETTANTI

Chiamato all'obbligo di leva Martini fu inserito nella compagnia atleti. Continuò a correre vincendo la pre-mondiale dei campionati militari. A Varsavia completò il tris mondiale vincendo ancora una volta nel quartetto della crono 70 Km. prima di firmare una volta congedato per la Grassi Mapei, facendo il salto di categoria nell'anti camera del professionismo. Le difficoltà aumentavano, ma lui riusciva a stare con i primi. Dopo la Grassi passò alla Micco Italiana Petroli del suo grande amico Renzo Bardelli sotto la guida del D.S. Alessandro Cardelli già suo d.s. alla Grassi Mapei. Siamo al 1996 quando Martini si impone nel Trofeo Città di Monte Urano e giunge secondo assoluto nella crono individuale del campionato italiano. Nel '97 la sua carriera rischiò di avere fine a causa di un incidente in allenamento quando fu investito da un automobilista che gli procurò un ematoma alla testa che lo costrinse a sottoporsi ad una delicata operazione chirurgica. Una volta che ebbe recuperato proseguì la carriera nel '98 alla Monsummanese sotto la guida di Giacomo Pasqui.

"Ho dei ricordi bellissimi della Monsummanese - dice l'ex campione del mondo - avevo ritrovato la gioia di correre dopo il rovinoso incidente che rischiò di compromettere la mia carriera. Vinsi due gare in linea fra cui l'ultima tappa al Giro d'Italia Dilettanti vinto dal mio amico e compagno di camera di tante corse Danilo De Luca".

IL TRIENNIO CON FANINI ED IL PASSAGGIO AL PROFESSIONISMO

Un'altra sua prova convincente al G.P. Ezio Del Rosso gli consentì di avviarsi al professionismo. A notarlo fu Christian Fanini nel '99, figlio del patron di Amore e Vita Prodir. Allora dilettante Christian lo segnalò a suo padre che gli fece un contratto, con l'accordo di proseguire dilettante con Mamma Fanini nel '99 sotto il D.S. Oris Salvestrini per poi lanciarlo professionista con Amore e Vita-Fanini.

"Fino a quel momento - ricorda Martini - non avevo avuto una squadra professionistica ad interessarsi di me. Gli anni avanzavano e a quei tempi era sempre più difficile fare il salto di categoria più importante. Fanini mi dette questa grande opportunità e ne fu convinto più che mai quando nella Pistoia-Livorno giunsi secondo alle spalle di Paolo Bettini, a quei tempi mio rivale prima che lui diventasse il campione che tutti conosciamo. Stava per avverarsi il mio sogno anche se mio padre non ebbe l'opportunità di gustare questo grande momento tanto atteso, perché una brutta malattia se lo portò via".

LA PRIMA VITTORIA DA PROFESSIONISTA CON AMORE E VITA-FANINI

Ancora una volta l'attuale patron di Amore & Vita Prodir si trasformò in talent scout e Martini fu per lui una nuova scommessa. Sono tanti i giovani che Fanini ha scoperto e lanciato nel professionismo. Da 36 anni si dedica ad aiutare e formare le generazioni del futuro ed il suo concetto è sempre stato quello di aiutare a comprendere il duro lavoro con forti motivazioni. Lui è uno dei pochi, se non l'unico dirigente ciclistico italiano, ad entusiasmarsi ad ogni vittoria di un suo atleta oggi come allora, come se ogni successo fosse il primo come quando si dedicò la prima volta a gestire squadre professionistiche. Lui ha il pregio di riuscire a percepire i talenti sviluppandoli costantemente attraverso lavori precisi finalizzati a chiari obiettivi. Martini ebbe nel suo biennio da professionista come D.S. rispettivamente Roberto Pelliconi e Giuseppe Lanzoni. Con quest'ultimo vinse la 1.a tappa alla Vuelta de Cuba.

"Il sogno si avverò - racconta Martini - e con questo il primo successo da professionista. Vincere a Cuba quando all'arrivo ad accoglierti trovai Fanini è stata una sensazione meravigliosa. Tutto ad un tratto superai l'ansia e la paura di non riuscire. La squadra mi dette una grande importanza nello sviluppare le giuste motivazioni".

POI IL BUIO E TUTTO FINI' NEL 2001

Dopo quel successo appiccicato dentro una sontuosa cornice, anziché proseguire con più fiducia, la sua carriera ebbe improvvisamente fine e Martini si trovò catapultato nella vita extra sportiva. Ma cosa successe?

"Pensavo a mio padre che non c'era più. Poi, devo dire la verità, il ciclismo di quegli anni non mi piaceva più. Erano tanti i fattori negativi che dettero una brutta piega a questo sport ed entrai a lavorare come responsabile commerciale di un grande gruppo immobiliare del Veneto continuando a guadagnare uno stipendio con meno fatica. Di quel ciclismo non mi piaceva più nemmeno l'abbigliamento, tanto è vero che sono riuscito a disegnare un nuovo look per il ciclista con i miei articoli della gamma Three Times World Champion che spero abbiano gradimento nel tempo. Sono fornitore ufficiale dell'Arma dei Carabinieri per il servizio di pattuglia in ciclomontato per tutta l'Italia e fra i più famosi clienti c'è anche il conduttore televisivo Rai Piergiorgio Giacovazzo, mio tifoso quando correvo, che indossa la mia linea top."

Nella categoria dei talenti Martini è stato una delle più grandi delusioni di quel decennio, per quello che poteva fare e non ha fatto, un decennio che portò il suo rivale di quegli anni Paolo Bettini a vincere due mondiali e l'Olimpiade. Rimane comunque, anche a distanza di tanti anni, ancora oggi nebulosa la motivazione che lo spinse sulla decisione di porre fine in maniera prematura alla sua carriera professionistica.

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