Proseguendo il viaggio alla ricerca dei protagonisti di Amore e Vita che hanno dato un contributo ai 37 anni di durata della squadra più longeva al mondo, altra figura è quella di Maurizio Giorgini. Il pensionato cesenate oggi 65.enne ha lavorato per il Team di Ivano Fanini dal 2003 al 2021. Diciotto anni che rappresentano un record per un Diesse sempre nella stessa squadra. Entrato come assistente di Giuseppe Lanzoni e Roberto Pelliconi, entrambi romagnoli come lui, si è anche ritagliato il suo spazio da primo Diesse, portando al successo diversi ciclisti gestendo le loro emozioni e motivandoli in ogni situazione.
"Ivano Fanini dette un impulso importante alla mia carriera di Diesse - dice - iniziata alla Italbonifica Navigare, proseguita poi alla Scrigno ed alla Cofidis quando ero alla Vuelta di Spagna nel 1999 vinta dal tedesco Jan Ulrich che correva allora per la Deutsche Telekom, per poi proseguire due anni fino al 2002 alla Mercatone Uno. Ho avuto la soddisfazione di lavorare nei miei primi Giri d'Italia ma sempre e soltanto come assistente ai Diesse. A me questo era sufficiente dal momento che provai da ragazzo ad andare in bicicletta ma mi resi subito conto da juniores di non essere tagliato ed entrare nel mondo professionistico sia pure come assistente tecnico era per me un grande traguardo. Alla fine nel 2003 la chiamata di Ivano Fanini e da quel momento fino al 2021 mi sono tolto tantissime soddisfazioni maturando ed avvertendo la fiducia di un Team che ha fatto la storia. Sono riuscito ad imbattermi in un ambiente che mi calzava a pennello ed avvertivo che Fanini mi ricambiava questa armonia. Presi fiducia nel comunicare con la squadra ricambiandola con la mia serietà nel volermi adattare al periodo più importante che mi si stava prospettando."
DOPO LA MORTE DI PAPA KAROL WOJTYLA UNA VITTORIA STORICA
Amore e Vita è sempre stata, come dice lo stesso nome, legata ai valori cattolici ed al Vaticano.
"Non posso dimenticare - dice l'ex diesse - sabato 2 aprile 2005 quando morì Papa Karol Wojtyla. Una notizia che sconvolse tutto l'ambiente, specialmente il nostro patron Ivano Fanini che per solidarietà, profondamente addolorato perchè attaccatissimo al Santo Padre, ci invitò a disertare la corsa che avevamo preparato per il giorno successivo. Lo convinsi nel contrario perché la squadra voleva ben figurare. Allora i ragazzi corsero con il lutto al braccio e quel giorno Fanini, da gran motivatore quale è sempre stato, ci disse che dovevamo assolutamente vincere. La concorrenza era agguerrita e ciò nonostante il nostro svedese Jonas Ljungblad tagliò per primo il traguardo aggiudicandosi il Tour de Lac Léman in Svizzera nel Cantone francese. Una soddisfazione così non l'avevo mai provata prima. Da li ho intuito che per raggiungere gli obiettivi è importante avere costanza, impegno e fatica. Regalammo ai comuni di Capannori e Lucca un successo che non ha prezzo. Il giorno successivo alla morte del Santo Padre vincemmo in Svizzera con il lutto al braccio. Ivano non stava più nella pelle. La lealtà ed il rispetto per la maglia che uno indossa sono i principi fondanti di una società sana e motivata. I valori della solidarietà di quel giorno non potrò più dimenticarli. Onorare la maglia in ricordo di un grande uomo come il Papa polacco sono momenti che mi porterò sempre con me. Per Jonas fu l'inizio di una lunga serie di successi sia in maglia Amore e Vita sia nella Unibet, la sua squadra successiva. Nel 2005 in maglia Fanini vinse anche la prova in linea del campionato svedese, il Tour de Vendée e la Melbourne to Warrnambool Classic."
Ma quanti ciclisti ha portato al successo nel lungo periodo trascorso ad Amore e Vita?
"Tanti. Non li ricordo tutti ma però fra i grandi protagonisti vi sono stati Mattia Gavazzi, il figlio di Pierino che ho avuto un anno come mio vice Diesse. Le volate straordinarie di Ivan Quaranta e le vittorie del bielorusso Aljaksandr Kucynski , vincitore con noi di tre corse nel 2004 tra cui il Giro d'Abruzzo, mentre nel 2005 si aggiudicò la breve corsa a tappe Boucles de la Mayenne ed il campionato nazionale bielorusso ma Fanini era abituato a vincere con i suoi corridori i campionati nazionali in linea un po' in tutto il mondo. Ho contribuito a lanciare ad inizio carriera anche il canadese Michael Woods che ho avuto alle mie dipendenze nel 2014, quando stava per decollare. Il mio inizio con Amore e Vita fu straordinario: pur essendo stato assistente e non primo D.S. il mio entusiasmo raggiunse livelli acuti quando al Giro del Medio Brenta occupammo la prima e seconda posizione nella classifica finale rispettivamente con il polacco Przemyslaw Niemiec e l'africano Timothy Jones. Avevamo una squadra formidabile."
Il suo ultimo anno con Fanini?
"Nel 2021. Ero il secondo di Francesco Frassi, un grande dirigente sportivo che stimo molto."
Vittorie memorabili che riassumono il grande prestigio del Comune di Capannori nel ciclismo professionistico quasi quarantennale. Quando mai rivedremo in Lucchesia squadre di questo livello? Forse mai più... Soltanto Ivano Fanini è riuscito nel tempo a vincere titoli nazionali, italiani e mondiali con i suoi corridori. Imprese che rimarranno storiche e che oggi vengono ricordate con un percorso espositivo esteso su diversi piani del Museo a Lunata dove si conservano testimonianze uniche e preziose.
OGGI METTE IN SELLA I GIOVANISSIMI DEL G. C. FAUSTO COPPI
La sua esperienza maturata dagli insegnamenti ricevuti nei 18 anni con Fanini, da buon romagnolo oggi Maurizio Giorgini la mette a disposizione del G.C. Fausto Coppi di Cesenatico con la sua consueta cordialità, in maniera calorosa e generosa, riuscendo a reclutare tanti giovanissimi che si appassionano sempre più di ciclismo.
"Il Gruppo Cicloturistico Fausto Coppi - ci spiega Giorgini - è un Centro di avviamento allo sport riconosciuto dal Coni che si occupa di ciclismo nelle categorie esordienti e giovanissimi. Ogni anno organizza dal 1971 la Gran Fondo Nove Colli, una delle più partecipate se non la prima in assoluto a livello nazionale. I proventi vengono messi a disposizione del ciclismo giovanile. Assieme a Belinda Biguzzi e ad un altro pensionato come me, Oberdan Gardini, avviciniamo i bambini al ciclismo. Quest'anno alleniamo una ventina di giovanissimi di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Provo grandi emozioni a vedere il loro divertimento che aumenta quando insistendo riescono a superare le difficoltà di salire verso la montagna. Superando questi ostacoli riescono a crescere più sicuri di sé. Vivo ancora dedicandomi alla passione per le due ruote e posso farlo allenando questi bambini quattro giorni la settimana essendo in pensione da quattro anni. Coinvolgiamo in questa contagiosa passione anche le famiglie intere perché una parola di incitamento da parte dei genitori è importante affinché i bambini possano aumentare la conoscenza del ciclismo".
Nella sua attività lavorativa per 40 anni ha costruito macchine per la lavorazione della frutta.