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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
11 Ottobre 2022

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Prosegue nel ciclismo la storia del bustocco Dario Andriotto, 48 anni, dopo una lunga carriera agonistica che lo ha visto professionista dal 1995 al 2010, prima di attaccare la bicicletta al chiodo e dedicarsi a guidare l'ammiraglia arrivando lo scorso anno alla Kometa Xstra. Da ciclista riusciva a mantenere l'andatura veloce e regolare per decine di chilometri. Gli allenamenti costanti determinarono una sua evoluzione anche a livello di risultati inquadrando la sua tipologia di cronomen. La sua attività fisica gli fortificò robustezza ma anche carattere acquisendo, dopo una lunga carriera, i valori e i principi positivi tanto da riscuotere la fiducia di un grande Team come Eolo Kometa, la squadra bustocca di licenza professional gestita dalla Fondazione Contador presieduta da Alberto Contador con General Manager Ivan Basso e Francesco Contador, fratello di "El Pistolero". Da ciclista Andriotto riuscì a ritagliarsi qualche momento di gloria riuscendo a passare professionista da campione del mondo nel quartetto della 100 km a cronometro, vincendo il titolo nel 94 a Palermo assieme a Gianfranco Contri, Luca Colombo e Cristian Salvato. Correva per la Mobiexport Fanini del presidente Giancarlo Casani, l'allora serbatoio giovanile di Amore & Vita, la squadra professionistica di patron Ivano Fanini, tutt'ora a distanza di tanti anni sulla breccia. Nel 95 l'ingresso nel professionismo e le sue prime vittorie. La prima nella cronocoppie del G.P. d'Europa assieme a Vitalij Kokorin, bissata nel 97 in coppia con il padovano Cristian Salvato (attuale presidente dell'ACCPI), che lo misero in luce fra i più forti cronometristi europei. Il 97 è stato l'anno magico della sua carriera, dando un contributo notevole al bilancio di Amore & Vita con 4 successi personali fra cui il titolo italiano crono individuale, il G.P. Nobili Rubinetterie e l'ottava ed ultima tappa a cronometro individuale al Tour de Pologne.

"Ricordo molto bene l'ultima tappa di Cracovia - dice l'ex campione del mondo - perché l'allora D.S. Giuseppe Lanzoni voleva che puntassi alla classifica. Gli risposi che avrei rischiato di rimanere con un pugno di mosche in mano, magari finendo soltanto con un piazzamento. Invece ottenni di correre il giro senza forzare riservando più energie per l'ultima tappa a cronometro, promettendo di vincerla perché contro il tempo mi sentivo più sicuro. Quando a Cracovia mantenni la promessa fu per me una emozione indimenticabile. Vincere a cronometro mi dava la stessa gioia come quando uno stradista vince una classica monumento. Poi ricordo la reazione sadica di Ivano Fanini. Il presidente mi trasmetteva coraggio, autostima e sicurezza. Le sue reazioni a volte erano per me incentivi psicologici importanti. Per i ciclisti la vittoria nel professionismo è il momento più significativo, quello che ti ripaga di anni di sacrifici e ti fa capire che ne è valsa la pena."

ANDRIOTTO: "ALLA CORTE DI FANINI HO IMPARATO MOLTO"

"Ivano Fanini - sottolinea Andriotto - è un vulcano, un trascinatore che dalla sua scrivania ti dà una carica notevole. Con Amore e Vita ho imparato molto. A 22 anni passai professionista con la squadra lucchese. Imparai le regole del ciclismo per crescere, perché questo sport comunica dei valori, è una scuola di esperienza. Con Fanini sono stati quattro anni stupendi. Lui era un tipo che non ti proponeva stipendi elevati, ma quello che ti prometteva ti dava e non sempre era così in altre squadre. Dopo Amore e Vita passai ad uno squadrone come la Saeco, mettendomi a disposizione di grandi campioni come Mario Cipollini e di Paolo Savoldelli. A volte contribuivo a tirare le volate a Super Mario che ritrovai qualche anno dopo alla Liquigas. Portai a termine 6 giri d'Italia ed 1 Tour de France, chiudendo la carriera nel 2010 con Acqua e Sapone."

TALENT SCOUT DI ALBERTO CONTADOR

Una esperienza affascinante quella che sta vivendo attualmente Andriotto alla Eolo Kometa, la squadra della Fondazione Alberto Contador, uno fra i più grandi campioni di sempre che ha smesso di correre soltanto tre anni fa. Uno dei sette corridori ad aver vinto almeno una volta Giro, Tour e Vuelta. Uno dei soli due corridori, assieme a Bernard Hinault, ad aver vinto almeno due volte le tre corse a tappe più importanti.

"Questa esperienza mi sta affascinando - conclude l'ex cronomen - ho il compito di individuare nuovi corridori. Dopo aver lanciato già dalla categoria juniores il milanese Stefano Oldani (oggi alla Lotto Soudal ndr) che diverrà nei prossimi anni uno fra i corridori più forti nelle corse di un giorno, questa nuova avventura in un grande team come Eolo Kometa mi consente di individuare ciclisti promettenti da valorizzare e lanciare, seguendone lo sviluppo cognitivo delle loro basi per svilupparle a livello fisico e psichico, perché l'aspetto motorio è un fattore importante per la formazione di un giovane. Ho anche l'opportunità di maturare la mia esperienza di direttore sportivo stando a stretto contatto con il primo D.S. Stefano Zanatta, il tecnico che ha lanciato alla Liquigas campionissimi come Nibali e Sagan. Abbiamo una squadra giovane con due ciclisti di esperienza come Gavazzi e Belletti a fare da chioccia. Siamo fiduciosi della crescita dei numerosi giovani che abbiamo a disposizione".

Lanciato da un talent scout (Ivano Fanini) da corridore a nuovo talent scout per le future generazioni. Dario Andriotto alla corte di Contador e Basso è alle prese con una nuova carriera al volante dell'ammiraglia e non più sui pedali ma a disposizione dei giovani per trasmettere loro le sue lunghe esperienze ciclistiche. Nello stesso tempo Ivano Fanini continua la sua marcia anche nel 2021, essendo sempre sulla breccia assieme a suo figlio Cristian a scoprire ciclisti talentuosi, sperando di pescare nuovi Andriotto.

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