È ancora sotto gli occhi di tutti l'incredibile impresa di Filippo Ganna che nel velodromo di Grenchen in Svizzera ha stabilito il nuovo record dell'ora su pista percorrendo in sessanta minuti km. 56,792, oltre 1 km. in più rispetto al record precedente stabilito nello stesso velodromo il 19 agosto dal britannico John Bighan.
Un'impresa sportiva che non poteva passare inosservata al presidente di Amore e Vita Ivano Fanini, colui da sempre attaccato a quei valorosi principi e ideali nel ciclismo trasmessi ai suoi atleti contribuendo loro di primeggiare in diverse discipline dalla strada alla pista. I 12 titoli mondiali vinti in passato dai suoi corridori, 6 soltanto nella pista con Golinelli, Brugna, Risi e Marco Villa (l'attuale c.t. di Ganna e dei pistard azzurri), se li sente un po' anche suoi visto che è stato lui a lanciarli nel grande ciclismo e a farli trionfare con la maglia Amore e Vita. Oggi, alla venera età di 71 anni nel guardare i trionfi ciclistici più importanti, fa un riepilogo della sua straordinaria carriera dirigenziale venendo ispirato nel commentare l'impresa del ventiseienne campione verbanese del Team Ineos Grenadiers, l'ennesima dopo che già due anni fa fu uno degli artefici nell'inseguimento a squadre a stabilire il record del mondo nell'oro olimpico azzurro di Tokyo.
"Nel parlare del record dell'ora di Ganna - dice il n. 1 di Amore e Vita - mi vengono in mente i miei fantastici rapporti avuti in passato con alcuni suoi predecessori come Ole Ritter, Eddy Merckx e Francesco Moser. Però come preludio voglio dire che nei miei 37 anni di professionismo come proprietario e primo dirigente fin dai tempi della Fanini Pepsi e Fanini Seven-Up fino ad Amore e Vita, ho sempre trasferito ai miei atleti l'incitamento all'impegno costante perché gli sforzi, i sacrifici e il senso di unità della squadra pagano sempre ed io sotto questo aspetto ho raccolto tante mai di quelle soddisfazioni che non riuscendovi da ciclista le ho raccolte da dirigente sportivo".
Si spieghi meglio. Ha parlato di tre fuoriclasse come Ritter, Merckx e Moser, tre monumenti del ciclismo. Che rapporti ha avuto con loro?
"Ole Ritter - continua nel racconto Fanini - stabilì il record dell'ora nella pista scoperta di Città del Messico nel 1968. Rimasi stupefatto e mi promisi di conoscerlo. Addirittura non sapevo che il destino mi avrebbe portato a lui addirittura con rapporti di lavoro. A Città del Messico tra l'altro insieme c'era, nel suo secondo tentativo, il mio amico ed anche mio ex Diesse Piero Pieroni, che gli faceva da massaggiatore, come altrettanto fece successivamente con Francesco Moser ed alcuni miei corridori. Quando Ritter chiuse la sua carriera agonistica, dopo diversi anni mi contattò proponendomi di tesserare per le mie squadre suoi diversi connazionali danesi, giovani ciclisti però a quel tempo non conosciuti e smaniosi di sfondare con le due ruote. Accettai il suo consiglio portandoli a tanti successi. Parlo di Rolf Sorensen, portato al successo sia da dilettante che da professionista, di Jesper Worre, Jens Veggerby, Michael Petersen, Nicolaj Bo Larsen, Alex Pedersen, Kim Eriksen, Soren Lilholt e diversi altri. Il ciclismo professionistico danese si può dire che è nato in Italia in quegli anni, nei primi anni '80 e sono fiero di aver contribuito per primo con le mie squadre al suo sviluppo, culminato con i successi di Bjarne Riis al Tour del '96 (sono il primo dirigente sportivo ad averlo portato a correre per la prima volta in Italia nel Giro della Lunigiana) e di Jonas Vingegaard al Tour di quest'anno e i vari titoli mondiali su strada. Certi risultati si ottengono partendo da lontano e ci si arriva solo con il massimo della passione, con organizzazione e nel quadro delle grandi prospettive."
Lei ha vinto tanto con Amore e Vita, ma quanto sono lucchesi i suoi successi?
"Devo ammettere che quando vincevo con i miei corridori i titoli mondiali non pensavo tanto a Lucca, alla mia città di origine, perché in ogni parte del mondo avevamo attestati di stima ed Amore e Vita è un messaggio a livello mondiale. Ma le tante testimonianze di affetto da parte dei molti amici di Lucca mi hanno reso ancor più orgoglioso di considerare questi trionfi storici per la mia città. Lucca, grazie alle mie squadre, può dire di essere stata campione d'Italia e del mondo nel ciclismo, senza considerare le decine di titoli nazionali che ho raccolto con i miei corridori stranieri e ne ho avuti tantissimi."
L'INCONTRO CON FRANCESCO MOSER
Quali sono i suoi ricordi legati a Francesco Moser che stabilì il nuovo record dell'ora nel 1984 a Città del Messico?
"Da ragazzo ero tifoso di Moser. Quando il suo massaggiatore Piero Pieroni fondò a Gragnano il V.C. Moser, una società ciclistica dilettantistica presieduta da Adelaide Marchetti in Bendinelli e un altro gragnanese Stefano Bendinelli (tra l'altro ex corridore delle mie squadre dilettantistiche) negli anni '70 mi propose di dare una mano. Lo feci volentieri perché la squadra ricordava l'astro nascente del ciclismo italiano. Pianificai un programma, mi occupai delle esigenze logistiche e di finanziare con miei sponsor la stessa società ciclistica. Ho incontrato Moser in diverse occasioni, due volte anche al Premio Fedeltà allo Sport, e ho seguito tutta la sua carriera. Nel 1975, in coincidenza della sua unica partecipazione al Tour de France, ero nel suo stesso Hotel quando indossò la maglia gialla tenuta per sette giorni. Voglio ricordare che il nome Fanini è stato spesso abbinato a tante società dilettantistiche lucchesi come l'U.C.Lucchese, il Montecarlo, la Coppi Lunata, il G.S. Porcari ed il Bozzano, oltre ad altre sparse in diverse regioni italiane. Uno dei momenti più emozionanti per me fu quando Moser nel 1984 stabilì a Città del Messico il record dell'ora abbattendo per la prima volta la soglia dei 50 chilometri. Ne percorse per l'esattezza 51,151, un record che ha resistito per ben nove anni e che fu superato soltanto nel 1993 dallo scozzese Graeme Obree."
FANINI E MERCKX
Che rapporti ha avuto con il "cannibale" Eddy Merckx?
"Chi è stato come me per quasi 40 anni nel mondo professionistico ha avuto modo di incrociare il più forte ciclista del mondo di tutti i tempi in diverse occasioni. Rimanendo in tema di record dell'ora su pista, ricordo benissimo quello di Eddy Merckx del 25 ottobre 1972 a Città del Messico. Percorse in 60 minuti km. 49,431. Lui era il migliore in tutto. Il campionissimo belga non è solo leggenda ma è anche una grande persona ed un fervente cattolico con una fede senza confini. Ho presentato per 25 anni le mie squadre in Vaticano. Nel 2000 lui volle presenziare con Amore e Vita all'incontro con Papa Woijtila che conobbi nel 1982 grazie all'incontro promosso da Don Franco Baroni. Merckx non aveva mai avuto occasione di incontrare il pontefice e per lui fu un momento particolare e di grande commozione. Io ero felice non soltanto per la presentazione, ma anche per aver avuto Eddy Merckx con me in quella occasione. Un ricordo immortalato anche nel Museo Fanini nella sede di Lunata con documenti che testimoniano quel fantastico ed irripetibile momento."
Ed ora è la volta di Filippo Ganna, il più grande campione italiano del momento. I diesse nella sua fase di crescita sono stati Florido Barale fino alla categoria allievi e Marco Della Vedova nel biennio da juniores 2013-14 rispettivamente con le squadre Castanese Verbania e Aspiratori Otelli Castanese. In azzurro, allenato da Marco Villa, ex campione del mondo in maglia Amore e Vita, lanciato e fatto passare professionista dal più grande scopritore di talenti italiano che rimane Ivano Fanini. Gli stessi Della Vedova, Barale e Villa sono stati ex corridori delle sue squadre. Della Vedova da dilettante, mentre Barale e Villa esordirono nel professionismo con Amore e Vita rispettivamente nel '90 e nel '94.