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   Anno XI 
Giovedì 21 Novembre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da Valter Nieri
Amore e Vita
28 Maggio 2024

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Un Giro d'Italia che verrà ricordato a lungo in lucchesia per le tue tappe che hanno coinvolto Lucca, Viareggio e Torre del Lago ma anche per la prima partecipazione del nuovo "cannibale" Tadej Pogacar, che questo giro l'ha dominato, come da più parti i tecnici prevedevano, dall'inizio alla fine. Si può fare un accostamento fra lui e Merckx? Per quanto riguarda la qualità delle vittorie sicuramente. Invece per stabilire chi è il più forte c'è ancora tempo, perché il fuoriclasse sloveno è sempre agli inizi di una carriera che lo sta ponendo come un Golia che non si accontenta mai, ma non soltanto per le sue vittorie nelle classiche Monumento e nelle corse a tappe perché in ogni corsa lui parte per vincere, su qualsiasi tipo di tracciato in un ciclismo molto più veloce rispetto ai tempi di Merckx e difficile da confrontare. Quando a Lucca si parla di Giro d'Italia e di consuntivi chi può farlo meglio di Ivano Fanini? Colui che ha partecipato con le sue squadre a quindici edizioni, vincendo con i suoi corridori altrettante tappe fra individuali e a squadre. La Fanini è stata l'unica squadra lucchese di sempre ad essere stata in gara al Giro d'Italia ed il suo esordio con la corsa rosa il destino volle che avvenisse proprio a Lucca nel cronoprologo del 1984. Difficile se non impossibile che un'altra squadra lucchese possa in futuro ripercorrerne le stesse orme. Partecipazioni avvenute non soltanto a onore di firma ma spesso da protagonista, come quando nel 1988 si aggiudicò anche la classifica finale della maglia bianca con Stefano Tomasini.
"Un Giro dominato da Tadej Pogacard-dice il patron lucchese-e mi ha colpito la sua personalità, il suo carisma e la sua determinazione: un esempio per questa generazione ma in più va messo sul piedistallo la sua generosità e la sua gioia nell'accontentare i tifosi come quando nello strappetto del "Pianaro" donò la borraccia ad un bambino che lo inseguiva a piedi".
Come le è sembrata la qualità dei corridori a questa edizione?
"Quando fra i partenti c'è un fuoriclasse così, gli altri sembrano niente. Ogni epoca ha i suoi campioni, difficile fare un confronto con il passato perché oggi le bici sono diventate più resistenti, veloci e aerodinamiche. L'unico atleta in questo momento in grado di competere con lo sloveno è il danese Jonas Vingegaard, scoperto dal mio ex corridore Brian Pedersen, che però non ha partecipato e mi auguro ritrovi la condizione per il Tour ed assistere così ad un altro epico dualismo."
Ogni anno quando c'è il Giro cosa le salta in mente?
"Mi emoziono a pensare quante volte le mie squadre sono state protagoniste. Ricordo i successi di tappa con Magnusson, Chioccioli, Bo Larsen, Convalle, Di Basco, Cimini e di altri in maglia Fanini. Lo sa perché dico questo di risposta alla sua domanda? Perché anche nei momenti più significativi di questo Giro c'è stato, anche se indirettamente, il mio zampino."
Si spieghi meglio Fanini.
"Nel percorso dei ciclisti che hanno prodotto azioni risolutive in questo Giro c'è un po' della mia storia. Ad esempio il gregario che ha tirato in salita per i sei successi di Pogacar è Rafal Maika, il polacco che fu portato a correre in Italia nel Gragnano Sporting Club da un mio ex corridore e direttore sportivo: il compianto Elso Frediani, scomparso ad agosto dello scorso anno. Frediani impunto' i pedali da giovanissimo in maglia Fanini e divenne D.S. con le mie squadre. Maika è un suo prodotto quindi un po' di storia appartiene a me. ".
In sessanta anni di storia ciclistica Ivano Fanini non finisce mai di raccontare fatti, personaggi, statistiche e curiosità. Ogni corsa per lui è un momento di riflessione per guardare indietro ai successi conseguiti con le sue squadre ma anche il momento di gettarsi nel presente e futuro con rinnovato entusiasmo ricordando aneddoti sui ciclisti dove in qualche maniera saltano fuori momenti che lo riguardano .
"Un altro ciclista che è stato fra i grandi protagonisti del Giro è Jonathan Milan vincitore di tre tappe e della maglia cilamino oltre ad aver ottenuto quattro secondi posti. Ebbene Jonathan è figlio di Flavio che io feci passare professionista nelle mie squadre dopo che lo vidi vincere al "Del Rosso".  Altro protagonista Filippo Ganna che ha vinto la cronometro da Castiglione delle Stiviere a Desenzano Del Garda. Ebbene Ganna è stato ciclisticamente scoperto dal mio ex corridore Florido Barale, successivamente passato a Marco Della Vedova e allenato in nazionale dal c.t. Marco Villa, tutti coloro che hanno contribuito nella sua crescita sono ex miei corridori ed anche in questo caso quindi ha influito in qualche maniera la storia con le mie squadre".
Ha accostamenti anche con Antonio Tiberi?
"Certo. Il talento ciociaro che secondo me sarà l'erede di Vincenzo Nibali è allenato da Michele Bartoli, vale a dire da uno fra i migliori talenti da me scoperto, messo in bicicletta e lanciato nelle categorie giovanili e se non ci crede lo chieda a lui. Michele Bartoli in età giovanile ha imparato tutto dal mio team, diventando uno fra i più forti corridori di sempre, tanto è vero che fu soprannominato "Leoncino delle Fiandre". Il suo allievo Tiberi ha vinto la classifica dei giovani ed anche questa maglia bianca mi inorgoglisce, come il suo quinto posto nella classifica finale. Non soltanto: anche il giovane tedesco Georg Steunhauser, vincitore della 17.a tappa da Selva di Val Gardena/ Wolkenstein davanti a Pogacar e due volte terzo in altre due tappe, è allenato dal mio pupillo Michele Bartoli."
Un altro ex eccellente di Fanini è il canadese Mike Woods, che ha partecipato al Giro con il fiero obiettivo di conquistare un successo di tappa. Purtroppo si è dovuto ritirare dopo la tappa Genova-Lucca a causa di una caduta che gli ha provocato una commozione celebrale. Indubbiamente a Ivano Fanini, oggi 73 anni, va dato il merito di un grande fiuto ciclistico avendo scovato nel tempo giovani di prospettiva, rinnovando le sue squadre una volta che questi spiccavano il volo verso formazioni più ambiziose. Oltre alla sua passione per le due ruote che lo ha nutrito fin da bambino ha sempre dimostrato per allestire una formazione a livello professionistico per 37 anni consecutivi, buon senso, malizia e il timing corretto nello scegliere i corridori.
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