Nel promuovere gli ideali ed i valori dello sport, l' Unione Nazionale Veterani dello Sport sezione di Lucca, in collaborazione con il comitato provinciale della F.C.I. presieduto da Pierluigi Castellani, questa volta ha scelto il ciclismo ed il Giro d'Italia che torna a Lucca l'8 maggio a distanza di 39 anni con l'arrivo della 5.a tappa. La corsa rosa mancava dal 1985 quando sulle Mura ci fu l'entusiasmante finale con la crono-individuale partita da Lido di Camaiore e vinta da Francesco Moser, ma che però non spodestò il bretone Bernard Hinault vincitore della classifica finale. Da allora Lucca non era più stata protagonista e lo torna grazie alla felice intuizione di Pierluigi Poli che ebbe l'idea tre anni fa di ricandidarla avviando i contatti fra l'amministrazione Tambellini e l'RCS, approfonditi e messi in pratica dalla giunta Pardini. Gli ospiti del dibattito, che si è tenuto al Grand Hotel Guinigi, si sono avvicendati con i loro interventi in un dialogo sui temi condivisi come la sostenibilità ambientale poi sfociati anche sul reclutamento dei giovanissimi in chiave futura e la preoccupazione per il futuro del ciclismo dovuto al calo di praticanti di giovane età a livello nazionale.
Il primo ad interagire con il presentatore dell'evento Valter Nieri è stato Michele Bartoli, uno fra i più grandi ciclisti italiani di sempre nelle classiche di un giorno, soprannominato "Leoncino delle Fiandre" e vincitore in carriera anche di 2 Coppe del Mondo oltre ad essere salito sul terzo gradino del podio in due campionati mondiali: un record che in Italia appartiene solo a lui.
"Sono nato e cresciuto in casa Fanini-ha detto-per noi ragazzi degli anni 80 era un vanto indossare quei colori. Devo molto a questa famiglia che ha contribuito a lanciarmi nel ciclismo professionistico. Ivano per me è stato come un padre e sono cresciuto con i suoi consigli". Bartoli ha poi commentato il Giro d'Italia come fenomeno sociale e culturale che appartiene alla storia dell'Italia, ricordando le sue due vittorie di tappa del 1994 e 1998 quando indossò anche la maglia rosa.
L'ECCEZIONALE PARTECIPAZIONE DEL PRESIDENTE NAZIONALE UNVS FRANCESCA BARDELLI
Ad esternare agli sportivi che gremivano la sala di rappresentanza dell'Hotel il concetto dell'UNVS, la presidentessa di Lucca Carla Landucci e quella nazionale Francesca Bardelli che hanno ribadito l'importanza nel promuovere e diffondere la pratica del volontariato che vede spesso l'associazione protagonista.
PRESENTI LE ISTITUZIONI DI LUCCA E CAPANNORI
Molto incuriositi sulle testimonianze di Moser e Fanini, il primo vincitore del Giro dell'84 che partiva da Lucca con il corono-prologo da lui stesso vinto, il secondo all'esordio nella stessa edizione rosa come presidente-proprietario della squadra professionistica capannorese che nello stesso anno fece l'esordio tra i professionisti vincendo subito due titoli italiani: uno con Nazzareno Berto nella velocità su pista e l'altro con Ottavio Paccagnella nel ciclocross, i primi titoli di una lunga serie di trionfi nazionali e mondiali. Francesco Moser è tutt'ora l'italiano che ha vinto più corse in carriera, ben 273, secondo come numero soltanto al belga Eddy Merckx. Sui preparativi della tappa dell'8 maggio sono intervenuti per il comune di Lucca l'assessore allo sport Fabio Barsanti e l'assessore all'Istruzione e Pari Opportunità Simona Testaferrata. Nel ricordare invece l'importanza e le grandi tradizioni ciclistiche del Team Fanini, dai professionisti di Ivano al settore femminile con le imprese di Michela Fanini e le organizzazioni dal Giro d'Italia al Giro della Toscana di patron Brunello Fanini, ci hanno pensato l'assessore allo sport del comune di Capannori Lucia Micheli e l'assessore al Volontariato, Agricoltura e Disabilità Serena Frediani. Ivano Fanini ha ricordato orgogliosamente la sua storia di primo dirigente sportivo ed i record della sua squadra unica di sempre, senza cambiare nome, partecipante a 15 giri d'Italia. A livello personale la sua longevità è unica al mondo grazie ai 37 anni consecutivi trascorsi come presidente di una squadra ciclistica a livello professionistico. Il pubblico ha partecipato con vivo interesse prodigandosi con lunghi applausi per le imprese di grandi campioni come Moser e Bartoli, ma anche di riconoscenza per quanto ha fatto Ivano Fanini nel mondo del ciclismo.
L'Assessore allo sport di Lucca Fabio Barsanti ha ricordato gli eventi di avvicinamento al Giro d'Italia, con un calendario ricco di iniziative per omaggiare la manifestazione sportiva garantendo alla cittadinanza e ai turisti che saranno presenti in città di poter godere questo spettacolo.
In forma smagliante anche Alessio Di Basco, ex corridore di Ivano Fanini e vincitore della tappa Pienza-Marina di Massa nell'edizione 1988 del Giro d'Italia. Ha ricordato la soddisfazione di quel giorno nel vincere fra i suoi tifosi nelle zone di casa.
SPONSOR DELL'EVENTO PAOLO TARABORI, MENTRE STEFANO BENDINELLI HA RICORDATO IL PRIMO CLUB CICLISTICO DAL NOME FRANCESCO MOSER
C'era anche il presidente regionale F.C.I. Saverio Metti ad esternare la sua soddisfazione per il ritorno del Giro d'Italia a Lucca e l' indotto economico che ne deriva. Il ritorno di immagine è garantito, soprattutto grazie alle riprese tv diffuse in tutto il mondo che possono avere effetto anche tra i giovani nell'avvicinarsi al ciclismo. Un dibattito sicuramente positivo fra i numerosi ospiti presenti che è stato generato grazie alla sponsorizzazione dello sportivissimo Paolo Tarabori. Stefano Bendinelli, direttore del Museo Fanini, ha ricordato, portando delle testimonianze, il primo club ciclistico a livello agonistico intitolato a Francesco Moser che nacque in Italia nei primi anni 70 gestito dalla sua famiglia. Con quella maglia ed il supporto tecnico di Ivano Fanini, lo stesso Bendinelli ci corse e ci vinse. Per il quarantennale 1984-2024 dalla prima partecipazione del Team Fanini al Giro d'Italia ha inoltre mostrato una maglia rosa celebrativa da esporre al Museo Fanini.
TUTTI GLI OSPITI
Per l'occasione il giornalista Stefano Fiori ha rivolto alcune domande a Francesco Moser sul suo libro dal titolo: "Un Uomo una bicicletta" scritto da Bruno Conti, ricordando alcuni momenti esaltanti della sua carriera agonistica che l'ha visto trionfare nelle classiche più importanti ed anche nella prova unica del campionato del mondo vinto a San Cristobal nel 1977 davanti a Didi Thurau. Lo "Sceriffo", questo il soprannome di Moser per quel modo che aveva di gestire in corsa la squadra, è rimasto soddisfatto della serata che si è poi conclusa con una cena alla quale hanno aderito 87 sportivi e nel corso della quale è stata ricordata dallo stesso Moser la compianta Michela Fanini deceduta alla tenera età di 21 anni dopo aver già vinto anche il campionato italiano su strada ed il Giro d'Italia. Un velo di commozione è trapelato tra i presenti fra i quali suo padre Brunello Fanini e gli zii Pietro ed Ivano.
Numerosi gli ospiti intervenuti al dibattito, organizzato con professionalità da Carla Landucci e Pierluigi Castellani. Fra questi Stefano Gori, vincitore in carriera di 208 titoli italiani nelle varie specialità paralimpiche rappresentando con il suo impegno uno strumento educativo e sociale e recentemente premiato fra le 100 Eccellenze italiane nel Palazzo Montecitorio di Roma. Il Dott. Carlo Giammattei, medico dello sport a Lucca, il direttore di corsa Internazionale Matteo Giannini, il membro del Panathlon Enrico Turelli, l'ex ciclista Lido Del Carlo, il decano dei dirigenti ciclistici Pietro Fanini e l'imprenditore Daniele Martinelli. Sono state diffuse immagini rievocative di Francesco Moser, Ivano Fanini e Michele Bartoli dalla regia curata da Enrico Bagni e Adriana Noemi Moreno.
Foto Ciprian Gheorghita