Il 20 maggio torna a distanza di un anno una tappa del Giro d' Italia a Lucca di grande rilevanza anche agli effetti della classifica. Non una tappa qualsiasi ma la crono individuale da Lucca a Pisa, la stessa che nel 1977 si aggiudicò il norvegese Knut Knudsen e che decretò vincitore di quella edizione il belga Michel Pollentier davanti a Francesco Moser. Lucca ama il ciclismo e gli effetti si videro lo scorso anno con una folla mai vista per un evento sportivo quando nella tappa che partiva da Genova si impose il francese Benjamin Thomas della Cofidis al termine di una rimonta prodigiosa superando a 50 metri dal traguardo il fuggitivo Andrea Pietrobon che vide svanire il sogno in dirittura di arrivo. L' amministrazione comunale di Lucca con in primis il sindaco Mario Pardini, l' assessore allo sport Fabio Barsanti e l' assessore al turismo Remo Santini ha accolto di buon grado la nuova assegnazione della RCS Sport per una cronometro di km. 28,6 valevole per la decima tappa che riaccenderà l' entusiasmo degli sportivi , subito dopo la sosta giunta a propizio per consentire alla carovana rosa una più lunga permanenza nella città dell' arborato cerchio. Il ciclismo lucchese a livello professionistico vive ormai soltanto di ricordi verso il Team Fanini, l' unico ad esserci arrivato, alimentato più dalla passione che dall' interesse di un presidente quale è stato Ivano Fanini che ha rispecchiato la tradizione di famiglia: nel 1948 suo padre Lorenzo fondò la prima squadra ciclistica capannorese e da allora una miriade di ciclisti si sono tesserati nella sede di Segromigno in Piano sognando quella gloria che è stata sempre la massima aspirazione di ogni atleta. Ivano fondò quindi la prima squadra professionistica nel 1984 per una famiglia che ha una storia di successi e di partecipazione al ciclismo come poche altre a livello nazionale che ha coinvolto nel tempo anche i suoi fratelli Brunello, Pietro ed il compianto Michele, scomparso sei anni fa. Una pratica sportiva che ha raggiunto un livello di eccellenza vincendo competizioni, campionati del mondo giovanili e professionistici su pista ed ottenendo importanti riconoscimenti. Una passione ereditata geneticamente ed una ispirazione proveniente da membri di famiglia (anche lo zio Ivano è stato un eccellente corridore ndr) che ha raggiunto fama mondiale.
NEL 1984 NEL PROLOGO DI LUCCA L' ESORDIO AL GIRO D' ITALIA DEL TEAM FANINI
L' unico presidente di una squadra ciclistica lucchese che ha avuto a che fare direttamente con il Giro d' Italia è stato Ivano Fanini e dopo anni trascorsi a gestire le squadre dilettantistiche mietendo successi in Italia e all' estero, destino ha voluto che l' esordio della sua squadra con il Giro d' Italia avvenisse proprio a Lucca. Era il 17 maggio 1984 ed alla partenza della crono prologo vinta da Francesco Moser nella sua unica edizione portata a termine in trionfo fino a Verona, allo starter c' era la sua squadra: la Fanini-Wurer. La familiarità con il luogo e il sostegno del pubblico locale influenzarono positivamente il morale e le prestazioni dei corridori, alcuni dei quali neo-professionisti, cresciuti ciclisticamente nelle categorie giovanili del team lucchese. L' attenzione degli sportivi era rivolta particolarmente per questi colori lucchesi diventati nel tempo conosciuti in ogni parte del mondo e soprattutto sulle Mura dove si concentrava maggiormente il tracciato di cinque chilometri percorsi a forte andatura: i primi chilometri di un Team lucchese con il Giro d' Italia che lo ha visto spesso protagonista con vittorie di tappa e di classifica a squadre di giornata. Ecco i nove faninisti che formavano quella squadra:
Due danesi cresciuti con Fanini e all' esordio con il professionismo: Jens Veggerby (che poi prolungò la sua carriera fino al 1999 per un totale di 16 anni pieni di soddisfazioni e fatto passare di categoria dopo aver vinto in maglia Fanini il prestigioso Trofeo Ezio Del Rosso), campione del mondo del mezzofondo su pista nel 1993 e Steen Michael Petersen.
Giuliano Biatta, il pietrasantino Ettore Bazzichi, cresciuto in lucchesia nelle file giovanili del V.C. Coppi Lunata. Nazzareno Berto (vinse in maglia Inoxpran il Giro della Toscana del 1980). Quindi: Francesco Bianchi, il compianto corridore svizzero Erwin Lienhard scomparso prematuramente nel 2019 all' età di 62 anni, Luciano Lorenzi e l' aretino Enrico Maestrelli. Al via di quella edizione 19 squadre di 9 atleti ciascuna per un totale di 171 corridori. Una squadra lucchese, con un presidente lucchese ed un Diesse lucchese: Piero Pieroni. Colori che avevano il potere di evocare emozioni profonde e influenzare l' umore di chi li indossava. Indimenticabile anche l' apporto del direttore tecnico Gino Bartali, grande leggenda del ciclismo.
"Momenti indimenticabili-dice oggi Ivano Fanini-esordire al Giro d'Italia nella nostra prima stagione professionistica è stata una emozione indescrivibile. Ricordo la riconoscenza delle istituzioni di allora con in primis il sindaco di Lucca Mauro Favilla e del presidente della provincia Giuseppe Bicocchi, come l' incontro con il patron del Giro Vincenzo Torriani per proporre Lucca come sede di partenza del Giro con nostre pressioni per fare il prologo. Feci passare professionista il danese Steen Petersen che promosse nella seconda tappa da Marina di Pietrasanta a Firenze la fuga solitaria più lunga, venendo ripreso a pochi chilometri dal traguardo. "
I danesi a quei tempi avevano nelle squadre di Fanini la loro seconda patria. Giovanissimi si trasferivano a Segromigno Piano iniziando la trafila giovanile che li portava successivamente al professionismo. Stessa sorte toccò a Rolf Sorensen e ad altri giovani del Nord Europa come lo svedese Glenn Magnusson.
NEL 1985 LA PRIMA VITTORIA DI UNA LUNGA SERIE AL GIRO D' ITALIA CON FRANCO CHIOCCIOLI
Alla seconda stagione nel professionismo nel 1985 la Maggi-Fanini vinse la sua prima tappa al Giro d'Italia delle 15 totalizzate fra vittorie singole ed a squadre di giornata. Un' edizione che partì da Verona e che si concluse con la crono individuale Lido di Camaiore-Lucca vinta ancora da Francesco Moser ma non sufficiente a fargli spodestare il primato del bretone Bernard Hinault che ha partecipato alla corsa rosa soltanto tre volte vincendole tutte e risultando l' unico ciclista della storia imbattuto al Giro d' Italia. Il dualismo di quella edizione Hinault-Moser ebbe quindi termine nella città dell' arborato cerchio icon un bagno di folla a fare da cornice e Piazza Napoleone da teatro della festa finale.
Per i colori lucchesi e capannoresi però ci fu la gioia di vedere trionfare la propria squadra in una delle tappe più dure con Franco Chioccioli. Il 31 maggio era in programma la 15.a tappa da Frosinone al Gran Sasso d' Italia, con arrivo sul massiccio montuoso abruzzese, il più alto degli Appennini. Lo scalatore aretino spiccò il volo come un' aquila verso il traguardo precedendo l' australiano Mickael Wilson. Dopo 23 secondi giunse a completare il podio il colombiano Reynel Montoya che superò allo sprint uno stremato Francesco Moser. Una gioia indescrivibile coinvolse Lucca e Capannori: dalla dirigenza dell' unica squadra professionistica che mai abbia avuto la provincia di Lucca, agli sportivi ed appassionati di ciclismo per una impresa che rimarrà per sempre negli albi del ciclismo e nel museo Fanini-Amore e Vita di Lunata. Ma la storia con il Giro d' Italia per la squadra di Ivano Fanini era appena agli inizi di un romanzo ricco di prestigiosi successi. Nel 1985 l' interesse dei lucchesi era rivolto in particolare su un corridore: il compianto Cesare Cipollini scomparso il 10 agosto del 2023 e tutt' ora ricordato con immutato affetto. Cipollini in quel Giro del 1985 indossava la maglia Fanini che oltre a lui era composta da:
Franco Chioccioli, Giuseppe Franzoni, Luciano Lorenzi, Benedetto Patellaro, Fabio Patuelli, Steen Michae Petersen, Filippo Piersanti, Fabrizio Vannucci, Jens Veggerby e Mario Bonzi. Lo specialista per il ciclocross era Ottavio Paccagnella che sempre in maglia Fanini vinse nella sua specialità preferita diversi titoli italian