Dopo la pubblicazione da parte del Comune di Lucca dell'avviso per la concessione di contributi economici da parte dell'ente per il sostegno del pagamento del canone di affitto per le imprese commerciali, turistiche, artigianali e di somministrazione, il presidente provinciale del sindacato Federmoda coglie l'occasione per esprimere alcune considerazioni al riguardo.
"In primo luogo – afferma Lanza – ci pare doveroso un ringraziamento nei confronti dell'amministrazione comunale, che è andata a varare una manovra di sostanza e basata su aiuti concreti che, sia pure per ovvi motivi non risolutiva della difficile fase storica vissuta dal mondo imprenditoriale, rappresenta certamente una preziosa boccata d'ossigeno per molte aziende". "Nello specifico dei contributi per i canoni d'affitto – prosegue Lanza -, ci preme però sottolineare come, secondo i pareri pressoché unanimi raccolti fra i colleghi del nostro settore, il Comune potesse e dovesse optare per diversi criteri di assegnazione. L'avviso, infatti, comprende anche tutti quei pubblici esercizi che giustamente avevano già goduto di importanti sgravi nel pagamento del suolo pubblico".
"Nell'avviso pubblicato dal Comune – insiste il presidente di Federmoda – si spiega chiaramente come la somma totale messa a disposizione dall'amministrazione comunale sia pari a 400 mila euro e, nel caso in cui essa non sia sufficiente a dare risposta a tutte le richieste che verranno presentate, si procederà alla rideterminazione della quota, in maniera tale da poter erogare un contributo a tutti i soggetti che ne abbiano diritto". "Il rischio – aggiunge Lanza – è dunque quello che la cifra per ciascuna attività sia inferiore al massimo di 1000 euro a testa preventivato dal Comune e questo in tutta onestà non lo troveremmo giusto nei confronti di negozi di settori come il nostro, ma non solo, che finora non abbiano goduto di altri tipi di sostegno".
"Infine – termina il presidente provinciale di Federmoda – riteniamo penalizzante l'obbligatorietà per le imprese indicata nell'avviso di possedere sia la sede legale che quella dell'attività nel comune di Lucca. Alcune infatti, pur essendo lucchesi al 100 per cento e a volte anche contraddistinte da una lunga storia cittadina, hanno la sede legale magari in un comune adiacente a Lucca solo perché coincide con quella del loro commercialista, e non ci pare giusto che per questa ragione non possano accedere alle domande per il contributo".