A seguito dell'annuncio dell'amministrazione comunale di Lucca della manovra che prevede una serie di riduzioni sui costi della Tari per le imprese commerciali colpite dall'emergenza sanitaria ed economica in atto da oltre un anno, Confcommercio esprime le proprie considerazioni.
"La nostra associazione – si legge in una nota – segue da tempo con grandissima attenzione la questione della Tari, che tanta rabbia sta creando fra i nostri imprenditori. Una attenzione, quella di Confcommercio, che si è tradotta in decine di riunioni sia con i propri associati, sia con l'amministrazione comunale, al quale sono state avanzate numerose proposte. incentrate sostanzialmente su una riformulazione delle tariffe che fosse calibrata sull'utilizzo effettivo del servizio da parte delle imprese. Che a seconda del settore di appartenenza, giova sottolinearlo una volta di più, sono rimaste chiuse per mesi. E chiuse lo sono ancora oggi".
"Adesso – prosegue la nota – prendiamo atto dell'annuncio dell'amministrazione comunale. Il nostro giudizio è chiaro: serve di più. I nostri imprenditori ce lo dicono con forza: le riduzioni annunciate ieri non bastano. Vanno potenziate in tutti i modi possibili, chiamando in causa dal punto di vista economico anche il governo. Compito, questo, che spetta agli enti locali. Servono riduzioni maggiori, calibrate sul periodo effettivo di chiusura di una impresa. E occorrono dilazioni immediate non soltanto per le cartelle 2021 già inviate. Ma anche per quelle del 2020 e per anni precedenti, che molti imprenditori non hanno avuto la forza economica di pagare. Attenzione: non è stata una volontà la loro. E' stato un obbligo. Non hanno pagato queste cartelle, non per mancanza di volontà. Ma per impossibilità".
"Al Comune pertanto – chiude la nota di Confcommercio – chiediamo di dilazionare nel tempo tutte queste cartelle, senza interessi di mora naturalmente, adoperandosi al tempo stesso per prevedere riduzioni più sostanziali della tariffa. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: in ballo c'è non soltanto il futuro del nostro tessuto produttivo, ma anche di quello lavorativo e sociale".