Con Grandi Discorsi (piazza del Giglio, venerdì 23 luglio ore 21.30) vanno in scena voci del Novecento divenute indelebili nella Storia dell'Umanità, voci di chi è esposto sulla pubblica piazza nel tentativo, talvolta rischioso, talvolta mortale, di farsi portavoce di qualcosa di più grande di sé.
Un inno alla Memoria e alla potenza della Parola, alla sua capacità di volare oltre i secoli, di uccidere, trasformare, salvare. «Come si portano le parole degli altri – si domanda Renata Palminiello, ideatrice e regista dello spettacolo prodotto dall'Associazione Teatrale Pistoiese - quando questi altri sono persone e non personaggi? Si deve essere interpreti o testimoni? Che diritto mi prendo per usare quelle parole pericolose? Devo assomigliare a lui, lui che parlando ha rischiato, ha lottato, ha perso a volte? Gli devo assomigliare per sesso, per colore della pelle, per età? Cosa devo portare oltre alle parole? Quale conoscenza? Che rapporto avrò con chi ascolta? Cercherò la stessa relazione che aveva cercato chi queste parole ha pronunciato per primo, oppure quella dell'oggi, di me che parlo ora senza sapere se chi ascolta è d'accordo? E io, per dirle queste parole, le devo condividere?».
A riportare in vita, per noi, queste voci sono: Marcella Faraci per Emmeline Pankhurst con "Libertà o morte", il discorso che l'attivista e suffragetta britannica tenne nel 1913 davanti al pubblico americano; Carolina Cangini per Virginia Woolf, una delle più importanti scrittrici inglesi e intellettuali femministe, con "Una stanza tutta per sé", discorso rivolto a un gruppo di studentesse nel 1928; Maria Pasello Bacci per Bianca Bianchi, una delle ventuno "madri costituenti", con il "Discorso sulla scuola" pronunciato all'Assemblea costituente del 1946; Massimo Grigò per Piero Calamandrei con il "Discorso sulla Costituzione" tenuto nel gennaio 1955 a Milano di fronte a una platea di giovani universitari e delle scuole superiori; Sena Lippi per Martin Luther King Jr, con il "Discorso per la marcia su Washington" del 1963, sempre ricordato come "I have a dream"; Stefano Donzelli per Harvey Milk, primo consigliere comunale apertamente gay eletto negli Stati Uniti e diventato simbolo delle battaglie per i diritti civili., con il "Discorso della speranza" del 1978; Elena Meoni per Paolo Borsellino, con il Discorso in ricordo di Falcone pronunciato alla veglia per Giovanni Falcone, nella chiesa di Sant'Ernesto a Palermo, il 23 giugno 1992; Mariano Nieddu per Iqbal Masih, bambino operaio e attivista pakistano simbolo della lotta allo sfruttamento minorile, con il "Discorso a Boston" del 1995.