Un’atmosfera surreale quella che ieri sera ha sorvolato su Torre del Lago, ed in particolar modo sulla scena della 67esima edizione del festival Pucciniano.
Mascherine obbligatorie durante l’intero svolgimento dell’opera, nonostante i dovuti distanziamenti e le massime precauzioni; di certo una condizione che ha fatto godere, ma solo a metà.
La situazione ai limiti dell’apocalisse è stata, comunque, controbilanciata dalla meraviglia dell’opera in corso, la Bohème.
Tale rappresentazione sarà in replica durante le serate del 7 e del 21 agosto con la regia di Ettore Scola e l’accompagnamento del direttore Enrico Calesso.
Tutto curato nei minimi dettagli, dalla sceneggiatura, seguita da Luciano Ricceri, ai costumi, tipici della prima metà dell’800 ed adattati da parte di Cristina da Rold.
Insomma, la scorsa sera è stato possibile fare un viaggio nella Parigi del 1830, accompagnati da attori che, al meglio, hanno interpretato tutti i protagonisti di una delle opere maggiormente conosciute di Giacomo Puccini.
Durante il primo quadro dell’opera erano presenti: Rodolfo, interpretato da Ivan Ayon Rivas, Marcello, rappresentato da Kartal Karagedik, Schaunard, da Tommaso Barea e Colline, portato in alto da Abramo Rosalen. Questi quattro protagonisti hanno permesso, all’intero pubblico, di cenare a ritmo di buon vino, in loro compagnia; almeno fino all’arrivo della splendida Mimì, interpretata da Polina Pasztircsàk e di Musetta, impersonata da Maria Chabounia, meraviglioso soprano. Al termine del secondo quadro c’è stata, poi, una pausa di 25 minuti permettendo, agli spettatori, di passeggiare, ammirando le opere esposte, lungo i giardini, eccellentemente curati, del Pucciniano.
Una serata ad opera d’arte, nel vero senso della parola, che ha permesso di viaggiare, per qualche ora, in una sorta di mondo surreale, anche se la costante presenza delle mascherine e dei richiami, da parte del personale, stonavano, decisamente, con l’ambientazione.