L'enorme successo ottenuto dal film Barbie nelle sale cinematografiche di tutto il mondo offre lo spunto per analizzare meglio questo fenomeno, ponendo l'attenzione su una delle più importanti collezioni della famosa bambola della Mattel, realizzata nel tempo con grande passione dall'antiquario e collezionista lucchese, Renata Frediani, esperta, indiscussa, dello Stile Impero e il mondo napoleonico.
Nella presentazione sia della mostra del 2013 inaugurata a Lucca nelle prestigiose sale dell’Archivio di Stato sulle bambole storiche della collezione Frediani, sia in quella di Genova realizzata nell’importante Museo nazionale di Palazzo Reale nel 2019, sempre provenienti dalla prestigiosa, oltre che numerosa collezione della lucchese Renata Frediani, si faceva accenno al parallelismo tra il ruolo moderno e il significato che le bambole storiche italiane avevano con il successo della bambola Barbie che per decenni ha seguito l'evoluzione del costume.
Questo ha fatto sì che questa icona moderna si ritrovasse in molte ragazze cresciute in questo periodo, supportate nelle loro aspettative da questa figura .
Scrive Frediani nel saggio della mostra di Lucca Imago e Ombra: “Nel 1959 fa il suo ingresso sul palcoscenico dello strabiliante mondo del giocattolo la stella di tutte le stelle: Barbie.
Barbie si presenta con il suo ormai celeberrimo costume da bagno in tessuto di maglina a righe bianche e nere, svettante su un paio di sandali neri a punta aperta con vertiginosi tacchi a spillo, perfettamente in linea con il gusto di quegli anni.
Ha lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo (Ponytail) e ricciolini sulla fronte. Le labbra rosso fuoco fanno pendant con il colore delle unghie di mani e piedi; immancabili gli occhialoni bianchi con lenti blu”
Chi ha registrato con grande attenzione e lungimiranza questo fenomeno è stata proprio Renata Frediani, che ha avuto l'intuizione di capire il messaggio culturale e di costume che l’icona Barbie portava alle bambine di tutto il mondo, scrive Frediani: “Nella confezione di ogni suo vestito è inserito un piccolo catalogo con le foto dei molti abiti e accessori che possiede, così da invitare le bambine a desiderarne sempre di nuovi. Motivo questo di critica che, insieme ad altre, è stata rivolta alla Mattel per la spinta al consumismo e all’apparire.
Barbie, con il suo atteggiamento, è soprattutto interprete della nuova filosofia dell’american dream ovvero della filosofia dell’essere vincenti e felici, del “basta volerlo!”.
Per questo si cimenterà in attività professionali fino ad allora di esclusivo appannaggio della sfera maschile, non esitando a candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti.”
La collezione Frediani è richiesta in tutte le mostre che vengono realizzate in musei prestigiosi di tutto il mondo. Si ricorda nel dicembre 2021 la partecipazione delle Bambole della collezione Frediani alla mostra al Museo della Ceramica di Mondovi e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove le Marionette di terracotta (Capua, IV sec. a.C.), dialogavano con le bambole della collezione Frediani nella mostra Giocare a Regola D’arte, progetto internazionale che attraversa varie località del mondo, curato da Ermanno Tedeschi: oggi parte della collezione Frediani è visibile presso l'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Sono presenti anche le sue storiche Barbie comprese tra il 1959 e il 1980.
Ritornando al film proiettato nelle sale di tutto il mondo, ha un successo per certi versi difficile da comprendere. Forse l'esempio migliore per capirne la qualità del significato è la grandissima affluenza nelle sale cinematografiche della Cina popolare. Qui, infatti, il ruolo delle donne è meno importante in tutti i settori a cominciare da quello della politica, dove sono completamente assenti. Per le ragazze cinesi andare a vedere questa icona moderna è un modo per rinnovare il sogno di una vita a colori, dove il messaggio lanciato dalla bambola Barbie è un invito per la bambina alla conquista di una vita libera e felice, oltre che arricchita da l’eleganza di classe e di modi.