L’esibizione di ieri sera del Quartetto Zero che, nell’ambito del Lucca Classica Music Festival e dei due weekend dedicati al grande artista, ha eseguito una serie di brani composti da Ezio Bosso, è stata sicuramente un regalo per coloro che vi hanno assistito, per la città.
Un regalo da parte di Ezio Bosso a chi lo seguiva con passione, come ha sottolineato Giacomo Agazzini - violino - membro di questo quartetto nato nel 2021 proprio per portare di nuovo dal vivo la musica del maestro tra la gente. E un regalo per Ezio Bosso, che avrebbe sicuramente apprezzato che la sua musica prendesse di nuovo vita grazie all’abilità di quattro musicisti che hanno suonato per lungo tempo con lui, professori di musica e amici di vita a cui manca, come hanno ammesso a fine concerto e come è naturale che sia, il loro compagno e il loro direttore.
Oltre ad Agazzini al violino c’è Roberta Bua, Giorgia Lenzo alla viola e Claudia Ravetto al violoncello. Bravissimi, emozionanti ed emozionati.
L’esecuzione è stata magistrale, pulita, intensa. Le note degli archi vibravano alte nella chiesa di S. Francesco, per poi abbassarsi e rincorrersi e sembrava davvero, chiudendo gli occhi, di vedere le immagini a cui si ispiravano e di cui sono state la colonna sonora. E sembrava quasi di vedere anche quella bacchetta “magica” dirigere ancora, con la consueta maestria, i suoi musicisti.
Agazzini, voce narrante del concerto, ha introdotto ogni singolo brano con aneddoti anche personali legati ad Ezio Bosso, illustrando l’origine dei pezzi (e anche da questo emerge Bosso: spiegare in modo anche divertente e non pedante agli ascoltatori quello che viene suonato, per incuriosirli e invogliarli ad approfondire, a studiare).
E allora un’ora e mezzo abbondante di concerto è volata via tra le musiche scritte da Bosso per la colonna sonora del film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammanniti, per poi passare a quelle ispirate ai quadri del pittore Giuseppe “Pinot” Gallizio di Alba che Ezio amava (lo chiamava l’alchimista, era un farmacista, un chimico, colui che ha avviato la pittura industriale, con opere esposte in importanti musei a Parigi, a Torino, a Madrid). Il Quartetto Zero ha poi eseguito le musiche di Bosso create per la copia restaurata dal National Film and Television Archive di Londra del muto di Alfred Hitchcock “The Lodger”, nell’ambito di un progetto di musica per film muti del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Infine le composizioni ispirate alle poesie della poetessa preferita di Bosso, Emily Dickinson.
Il concerto - che si è chiuso con lunghissimi minuti di applausi - è diventato un’occasione per andare a (ri)leggersi una poesia della Dickinson, o per approfondire Gallizio, o magari anche per rivedere un film. Questo è fare cultura, questo è quello che fa Lucca Classica, che pare proprio intenzionata a proseguire parte del proprio cammino con Ezio Bosso, almeno secondo quanto ha dichiarato il direttore artistico del festival, Simone Soldati, ieri presente al concerto, che ha lasciato intendere che il Quartetto Zero potrebbe tornare a Lucca anche l’anno prossimo.
Per chi se lo fosse perso, oggi il Quartetto Zero suonerà di nuovo in S. Francesco, alle 16.30 e stasera alle 21.15 (info e biglietti su www.luccaclassica.it). Per chi volesse seguire il Quartetto Zero nelle sue prossime tappe, le date e tutte le informazioni sono sul sito di Ezio Bosso: www.eziobosso.com