Pubblichiamo il comunicato-velina (il corsivo ndr) diffuso dall'ufficio stampa della ormai ex Banca del Monte di piazza San Martino con un breve inciso:
L’assemblea di Banca del Monte di Lucca S.p.a ha deliberato stamani (4 novembre 2022) approvando all’unanimità il progetto di fusione che la vedrà entrare assieme alla sua controllante Carige, anch’essa fondata nel XV secolo, nel Gruppo BPER Banca. Per la vicenda, dunque, un esito prevedibile e, in questa congiuntura storica, di fatto inevitabile.
Fondamentale in questo contesto il ruolo delle due fondazioni lucchesi che, grazie ad un prezioso lavoro di mediazione, hanno ottenuto importanti risultati nelle trattative intercorse in questi mesi, sia per tutelare il proprio investimento in BML, sia per perseguire gli scopi di utilità sociale nel territorio della provincia di Lucca, che costituiscono la mission dei due enti. Al centro dell’accordo ci sono infatti garanzie a favore dei dipendenti dell’istituto e non solo.
La Fondazione Banca del Monte di Lucca e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca detengono infatti ciascuna una partecipazione azionaria del 15 per cento nella Banca del Monte e nell’ambito della negoziazione relativa alla fusione i rispettivi presidenti, Andrea Palestini (FBML) e Marcello Bertocchini (FCRL), si sono adoperati con i vertici di BPER al fine di stipulare un accordo scritto dai contenuti decisamente positivi per il territorio lucchese siglato proprio stamani.
Tutti i giornali hanno diffuso questo comunicato nemmeno si fosse trattato della conquista di chissà quale vittoria. In realtà, ma era inevitabile e prevedibile, l'accordo con Bper altro non è se non la chiusura di un capitolo che andava avanti da decenni e che ha condotto, adesso, alla scomparsa di un istituto bancario che di lucchese non si capisce che cosa ha se non, forse, qualche dipendente - fossero anche più di qualche cambierebbe poco - destinati, nel tempo, a venire sostituiti né più né meno di come è accaduto e sta accadendo ad altre realtà locali assorbite da gruppi più grossi e affamati.
Chi conserva un po' di memoria, ricorderà benissimo il tentativo di salvataggio dell'autonomia della Banca del Monte e, di concerto, della Fondazione Banca del Monte, operato dall'allora presidente della Fondazione Carilucca Arturo Lattanzi il quale pensò che acquistando 20 milioni di azioni di proprietà FBML dell'istituto bancario di riferimento, sarebbe servito, quantomeno, a garantire il presente e anche il futuro della storica banca lucchese. Così non andò, anzi, l'investimento si rivelò un inutile spreco di risorse mentre autonomia e indipendenza se ne andarono a quel paese. Del resto, non ci sarebbe stato spazio, negli anni a venire, per i piccoli istituti di credito radicati sul territorio e, inoltre, ciò che accadde a Carige dette un'ulteriore spallata alle residue certezze.
Leggiamo che Bper si è impegnata a mantenere la vecchia insegna che richiama alla Banca del Monte fino al 2030. Il bisogno di metterlo per iscritto la dice lunga su quale sia l'intenzione dei nuovi conquistatori. Ne abbiamo già viste di banche storiche scomparse anche nel nome oltreché in tutto il resto senza che ci vengano a spiegare che continuerà il radicamento sul territorio. Ormai di banche lucchesi che facciano l'interesse della città, non ne esistono più Punto e basta. E sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.
Tornando a questa fusione, non possiamo non rammentare, oltre al tentativo di King Arthur, anche le decine per non dire centinaia di interventi di politici e amministratori sui giornali - all'epoca Internet ancora non tirava - con i quali si gridava allo scandalo per il rischio di vedere sparire un'altra, dopo la Carilucca, pietra miliare del sistema bancario lucchese. Tutti buoni e bravi a parlare, ma se non ci fosse stata la Fondazione Carilucca a sborsare i quattrini, la storia sarebbe finita già da un pezzo. E' stata, in realtà, una lunga agonia che è terminata, presumibilmente, con la firma di questo accordo. Scriveteci tutto e infilateci quello che vi pare nei comunicati, ma almeno evitate di dipingere un quadro con colori che non meritano di essere utilizzati.
A proposito, che fine faranno gli arredi e le opere d'arte contenute nella storica sede di Piazza San Martino? E la sede stessa? Abbiamo capito: appelliamoci al genio della lampada al secolo Marcello Bertocchini. O i soldi per l'acquisto li tirerà fuori lui, oppure addio... Monte crudele
Il gruppo BPER ha innanzitutto garantito l’intenzione di salvaguardare il nome e il prestigio dell’istituto lucchese, anche in relazione all’importanza che tale ‘marchio’ riveste ancora nel tessuto socio-economico del territorio.
BPER si è inoltre impegnato a mantenere almeno sino al 2030 le storiche insegne della Banca nelle filiali della provincia, ma soprattutto si è assunta l’impegno di non ridurre il numero dei dipendenti a tempo indeterminato.
Altro capitolo importante è quello del patrimonio immobiliare e artistico. BPER infatti ha riconosciuto a favore delle Fondazioni un diritto di prelazione della durata di 10 anni sia per l’acquisto dell’attuale sede di Piazza San Martino, il Palazzo dell’Opera di Santa Croce, sia per l’acquisto delle opere d’arte inventariate come proprietà della BML.
Decisamente importanti anche le garanzie fornite in termini di preservazione dell’attività dell’istituto a Lucca. C’è infatti l’impegno di creare e mantenere per almeno 10 anni una Direzione di ‘Area Manager’ con sede proprio nell’immobile di Piazza San Martino, cui faranno capo, oltre alle attuali filiali di Banca del Monte di Lucca, anche quelle di BPER Banca e di Banca Carige già presenti nella zona. Un segnale importante della centralità di questo territorio nelle strategie di BPER e un buon viatico per il consolidamento dell’istituto nella zona.
Si chiude, è inutile negarlo, con grande rammarico, un capitolo importante della storia della città. Ma è altresì fondamentale che attraverso il dialogo siano state poste le basi per preservare e migliorare la rete dei servizi bancari attualmente offerti da BML sul nostro territorio.