“Invitiamo i pubblici esercizi, ristoratori e pizzerie a fare molta attenzione sulla consegna per asporto visto che l’ordinanza della Regione la consente soltanto per gli esercizi di somministrazione di alimenti, escludendo però gli esercizi che somministrano bevande o, nel caso somministrino entrambi, ha limitato la possibilità di vendita per asporto soltanto agli alimenti”.
E’ Confesercenti Toscana Nord, con il suo coordinatore del sindacato pubblici esercizi Fiepet Adriano Rapaioli, a fare chiarezza su una interpretazione che in queste ore aveva preso piede e cioè sulla possibilità di asporto generalizzato.
“Purtroppo non è così – insiste Rapaioli – e questo ci rattrista molto perché mette in difficoltà ad esempio i bar. Abbiamo provato in tutti i modi a far correggere questa norma in Regione, Regione che invece ha accolto la richiesta di asporto senza bevande come presentata da altri. Ci dispiace, perché anche per i bar poteva essere un inizio di ripresa”.
Il coordinatore Fiepet spiega poi i motivi della protesta. “Anche in queste ore ci stiamo attivando con la Regione per una interpretazione più elastica dell’ordinanza, anche in considerazione che comunque è limitata al 3 maggio in attesa poi dei provvedimenti del governo. Non crediamo che chi ordina un pranzo o una piazza avesse problemi a prendere anche una bottiglia di vino o una birra. Costringendolo invece – rimarca Rapaioli – ad andare in un altro esercizio o addirittura al supermercato per comprare le bevande. E che dire dei bar che avrebbero potuto organizzare senza alcun problema l’asporto della classica pasta con il cappuccino”.
La conclusione: “Ci auguriamo che il governo dal 4 maggio dia segnali chiari di ripresa per il nostro settore. Se invece lo stop dovesse essere ancora prolungato, chiediamo alla Regione di aprire l’asporto anche alle bevande”.