Poco o nulla è stato fatto per fermare cinghiali e fauna selvatica nelle campagne. Coldiretti di nuovo sulle barricate. "Sulla fauna selvatica la Giunta Regionale ora dia un segnale chiaro e deciso a partire dall'Assessore Marco Remaschi che ha avuto la dimostrazione dal Consiglio Regionale che la politica vuole una soluzione per dare risposte concrete alle imprese agricole, alle richieste del territorio, superando vincoli e ostacoli ideologici che non fanno bene alla società, all'agricoltura e agli imprenditori agricoli toscani": spiega il presidente provinciale di Coldiretti, Andrea Elmi all'indomani dell'approvazione in Consiglio Regionale della Toscana. "Sulla fauna selvatica la Regione Toscana ha sempre promesso e mai mantenuto. Non c'è ascolto del territorio se non ci sono atti concreti per aiutare gli operatori dello stesso territorio".
Con l'atto approvato ieri, fortemente voluto da Coldiretti che ne ha chiesto ampia condivisione, il Consiglio Regionale ha impegnato la Giunta ad autorizzare proprietari o affittuari dei fondi ad intervenire direttamente, in collaborazione con la polizia provinciale e della Città metropolitana di Firenze, cacciando gli animali selvatici. Negli ultimi anni le popolazioni di cinghiali hanno guadagnato terreno rispetto alla presenza umana – denuncia Coldiretti - con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l'indebolimento delle attività tradizionali. "I danni continuano ad essere quotidiani. – spiega ancora Elmi – Non vediamo soluzione ad una problematica che è palese, a questo punto, non voler essere risolta. Le nostre richieste sono rimaste inascoltate da parte dell'assessore Marco Remaschi. Abbiamo dovuto coinvolgere il Consiglio Regionale per impegnate poi la Giunta a prendere i dovuti provvedimenti. Si deve passare dalle parole ai fatti".
L'atto che impegna la Giunta Regionale è in linea con la stessa posizione espressa dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova nel corso dell'Assemblea dei presidenti della Coldiretti, circa la necessità di una radicale riforma sul tema della fauna selvatica che causa danni enormi all'agricoltura. L'eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l'agroalimentare toscano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche secondo lo studio Coldiretti/Symbola, dove in Toscana si contano 32 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall'Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria. Secondo Coldiretti la presenza fuori controllo degli ungulati è una delle cause che costringe molte aziende, soprattutto site in zone marginali, a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l'assetto produttivo delle zone con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. "Serve responsabilità nella difesa degli agricoltori, degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Lucca - e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l'equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all'elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità - conclude Fantini - in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale. Siamo di fronte a danni consistenti, accertati e mai adeguatamente risarciti. Occorrono risposte concrete e urgenti per evitare di perdere una parte del nostro patrimonio agricolo toscano."