Ci sono persone che non vedi per anni, ma quando te li ritrovi di fronte è come se li avessi incontrati la sera prima. Persone con cui hai condiviso emozioni, convinzioni, posizioni che ti hanno condotto anche a scontrarti con il Pensiero Unico Dominante, quello che sempre e comunque non ammette dissensi e ribellioni. Chi non ricorda quello che è accaduto solamente tre anni or sono con la pandemia, i divieti, le assurde restrizioni prive di logica ancor più che di efficacia? Chi non rammenta le mascherine anche sulla tazza del cesso nei bagni a una dimensione?, il Green Pass imposto a chiunque osasse anche solo uscire di casa per recarsi a prendere un caffè o a fare la spesa? E hanno anche il coraggio di imporci, ancora, come a Lucca proprio ieri, la vista dell'ex ministro Speranza, che solo a vederlo con quel suo fisico minuto e gli occhi scavati, la speranza la toglie da sé. Ristoratori costretti a tenere le serrande chiuse con dipendenti da pagare, rimborsi ridicoli e risorse senza consistenza. Famiglie impaurite per il proprio futuro e per la probabile ancor più che possibile perdita di posti di lavoro. Ebbene, c'è stato un giovane fiorentino di origini egiziane, contitolare con il padre di alcuni ristoranti tra cui Tito Baracca a Novoli in via Francesco Baracca, che a questa dittatura non hanno voluto sottostare e hanno combattuto, sono stati puniti, ma hanno fatto ricorso e hanno vinto tutte le battaglie intraprese e gli articoli sono bene in mostra all'ingresso della struttura.
Momi, al secolo Mohamed El Hawi, è andato dritto, ha manifestato a Roma, sempre compostamente e per aver tolto un manganello ad un agente che voleva colpirlo si è beccato anche la denuncia. Ma vogliamo equiparare una resistenza del genere alle botte che i soliti teppisti verniciati di rosso danno senza pietà ai poliziotti durante le manifestazioni politiche senza senso e senza motivo? Mohamed e gli altri ristoratori combattevano per la poopria sopravvivenza e chiedevano soltanto di lavorare per poter dare da mangiare ai propri dipendenti. Ebbene, Momi non ha chiuso un giorno nonostante oltre 15 divieti e sigilli. Ogni volta ha riaperto fregando sene delle imposizioni incomprensibili e inefficaci.
Noi ci siamo conosciuti un po' prima di quel tempo, ma avevamo subito individuato in lui una pote nziale minaccia per l'ipocrisia imperante, il suo ottimismo, la sua carica, il suo entusiasmo ci erano parsi subito, quella volta a Lucca all'Olivo durante un pranzo politico di Matteo Salvini per presentare la candidatura di Susanna Ceccardi, un qualcosa di speciale, ma Salvini non ci diede retta.
Qualche giorno fa, qualche sera fa, a Firenze per assistere ad uno spettacolo di pattinaggio sul ghiaccio, l'idea è sorta spontanea: andare a cena da Momi. Ed è stato come tornare indietro nel tempo. Momi ha conservato tutte le maestranze che aveva, ha regolarmente full-up tutte le sere, è diventato papà per la prima volta e, prossimamente, anche una seconda. Ci siamo abbracciati come due amici che hanno condiviso momenti importanti, dove la convenienza lascia il passo alla complicità e all'amicizia, alla condivisione e al coraggio di non abbandonarsi mai. Questo è ciò di cui ha bisogno questa società di invertebrati: di gente che sappia assumersi le responsabilità delle scelte che compie e che, soprattutto, sia disposta a metterci sempre e comunque la faccia. E' così che si insegna a diventare esseri umani. E non è questione di destra o di sinistra, id etero o omo o Lgbtqrst. Il coraggio non conosce confini se non quelli dettati dalla paura di affrontare le cose.
Ci mancava la pizza di Momi, unica, meravigliosa, sottile quant'altre mai, condita leggera al punto che se anche te ne mangi tre è come se ne avessi mangiata solamente una. E poi il crudo di pesce, top, gli spaghetti, poi, al sugo di mare sono semplicemente meravigliosi, non ne conosciamo altri a queste latitudini e dobbiamo ammettere che la brigata in cucina è migliorata parecchio sotto tutti i punti di vista: piatti saporiti, più curati, più accattivanti, sia per gli occhi sia per il palato. Bel salto di qualità caro Momi e avanti così che vedere il sorriso sul volto dei tuoi dipendenti è la migliore garanzia del tuo buon lavoro.