I dieci paracadutisti dell'associazione A.N.P.d'I Lucca, facenti parte dei 60 paracadutisti italiani impegnati in Egitto, hanno concluso la missione ad El Alamein, riportando un enorme successo sia in termini di immagine per l'Italia intera, che di dimostrazione di professionalità.
Arrivati nei giorni precedenti a Il Cairo e concluso l'impegnativo iter addestrativo standard con gli istruttori militari egiziani, la mattina del 23 ottobre, si sono imbarcati su un aereo Hercules C130 da una enorme base dell'Aeronautica Militare Egiziana.
Dopo circa due ore di volo tattico a 150 metri di quota e raggiunta la zona stabilita per il lancio, ovvero la verticale del centro dello schieramento del 1942 dell'allora Divisione Paracadutisti Folgore durante la famosa battaglia, l'aereo ha preso quota stabilizzandosi a 1000 metri esatti.
Dopodiché, ricevuto l'ok dalla pattuglia guida egiziana già posizionata a terra, con segnalatori e fumogeni, sono balzati fuori dalle due porte laterali dall'aereo i primi 50 paracadutisti disposti su due file prestabilite.
Si sono lanciati con un ritmo di 2 secondi di separazione l'uno dall'altro, con l'aereo che viaggiava ad una velocità di 280 km orari.
Tutto è andato alla perfezione e con decisione, tanto che, appena uscito l'ultimo paracadutista, dal personale militare egiziano di bordo è partito un grande applauso spontaneo e fraterno.
Poi, richiuse le porte laterali, l'aereo si è alzato ulteriormente di quota stabilizzazioni a 4000 metri.
Quindi, aperta la grande rampa posteriore, è stata la volta degli altri paracadutisti che si sono lanciati a piccoli gruppi in caduta libera, raggiungendo la velocità di discesa di circa 250 km orari, per poi aprire i paracadute a 1000 metri dal suolo.
Il vento elevato ha causato qualche piccola complicazione in atterraggio, disperdendo al suolo su una vasta area i primi 50 uomini che, però, hanno reagito con determinazione cercando di ridurre per quanto possibile i rischi.
Nessun problema per quelli della caduta libera che sono atterrati a poche decine di metri dal punto previsto per l'atterraggio.
Dopodiché appena radunatisi tutti, è stata effettuata una piccola, sentita e intensa cerimonia per ricordare i soldati italiani periti in quel luogo impervio e desolato del deserto.
Il giorno successivo cerimonia religiosa ufficiale al sacrario di El Alamein, recentemente ristrutturato e consegna dei brevetti egiziani, con l'orgoglio, la consapevolezza e la commozione di aver cercato di onorare questa infausta ricorrenza nel modo che più si addice a ai nostri caduti.