Si aggira in solitaria tra le stanze, osserva attentamente i particolari, assume posizioni le più disparate per scattare e immortalare quello che, per lui, non è né potrà mai essere un semplice oggetto di un lavoro fotografico. Per Alessandro Tosi per tutti Mimmo, il Caffè Santa Zita inaugurato per la stampa e la Tv questa mattina in piazza San Frediano è un qualcosa che ti resta appiccicato alla pelle per sempre, un ricordo destinato ad accompagnare la propria esistenza. "Inutile mentire - dice - quando entro qui non riesco a essere indifferente, dentro qualcosa si muove e passano davanti ai miei occhi tanti momenti indimenticabili, tante facce a cominciare da quella di mio padre Alcide. Sono sincero, quando decidemmo con Claudio di trasferirci fuori le mura, ci capitò di avere alcuni contatti anche con imprenditori di nazionalità cinese che erano pronti a farci ponti d'oro se avessimo accettato le loro offerte. Ma non eravamo convinti, non potevamo abbandonare questo luogo nel cuore della città, dove siamo cresciuti, dove abbiamo lavorato duramente poco più che adolescenti per aiutare nostro padre e ristrutturarlo, quando lo prese nel 1979. Non era una topaia, di più. Ci mettemmo lì per un anno e mezzo e riuscimmo a trasformarlo. Come potevamo cederlo senza prima pensare a cosa sarebbe diventato e da chi sarebbe stato gestito. Così, quando Michele Tambellini si fece vivo, cominciammo a parlare e scoprimmo che lui era la persona adatta, quella che stavamo cercando, che ci avrebbe resi orgogliosi di quello che abbiamo fatto. E così è stato. Emozione ed orgoglio, ecco i sentimenti che provo a camminare in queste sale che hanno vissuto momenti epici di questa città immortalati nelle nostre fotografie e che adesso accoglieranno migliaia di persone che non potranno non innamorarsi del caffè Santa Zita".