Lucio Battisti docet: “tu chiamale se vuoi emozioni”. Tante le emozioni provate, tanta la commozione, i brividi nella schiena e la pelle d’oca che veniva nell’incontrarsi di nuovo dopo appena 46 anni per un nuovo appello della classe 5^ geometri sezione A dell'istituto di Lucca. Chi l’avrebbe detto, quasi mezzo secolo è passato dal quel lontano 1978, ultimo anno trascorso insieme. Ma tutto sembra cristallizzato a quell’epoca. Sono bastati pochi minuti dopo l’arrivo nella location stabilita che la mente di ognuno ha immediatamente fatto un balzo indietro nel tempo, riesumando e rendendo attuali tutti i ricordi sopiti. L’atmosfera è immediatamente cambiata, ci siamo subito riconosciuti. Ma era proprio vero, si stava di nuovo, tutti insieme, facendo un “ritorno al passato” impensabile fino a qualche tempo prima. Il ricordo del tempo trascorso insieme tornava vivo, tanti i momenti positivi e talvolta anche quelli negativi venivano rievocati con dovizia di particolari che tutti avevano sopiti nella mente; bastava solo riportarli a galla. Tanti i baci e gli abbracci; qualcuno, come chi scrive, si commuove. Esternazioni all’insegna di quella profonda e vera amicizia che ha contraddistinto il rapporto scolastico per tanti anni e che il tempo che è passato inesorabile non ha scalfito. Insomma, dopo poco eravamo di nuovo in classe. Con le solite battute, i soliti personaggi, ognuno unico, irrepetibile e indispensabile per il resto del gruppo. I soliti sfottò sono piovuti a iosa associati a battute e scherzi goliardici che ci siamo portati per tutti questi anni nel nostro cuore. Con la consapevolezza che questi tempi non sarebbero più ritornati e la certezza che nessuno ci poteva togliere le emozioni che avevamo provato ed il vissuto. Parafrasando al plurale la nota canzone: “chiamiamole se vogliamo emozioni”. E di grandi emozioni si può indubbiamente parlare, ritrovandoci tutti di nuovo insieme dopo appena, si fa per dire, quarantasei anni. C’erano persone che non si vedevano e sentivano tra di loro da quel lontano 1978. Chi meglio del grande cantautore Lucio Battisti può rappresentare, nella sua magistrale canzone, lo stato d’animo e le emozioni di ognuno di noi. Quelli, ben inteso, della 5^ geometri sezione A di Lucca. Tutti siamo cambiati e nessuno di noi, in realtà, è cambiato. Lette e interpretate attentamente le peculiarità di ognuno restano le stesse. Il tempo può lasciare le sue tracce ma, secondo me, sono sempre tracce positive. In fin dei conti ci sono voluti tutti questi anni per produrre qualche ruga in più, non è stato un lavoro da poco. Tutto sommato qualche cosa forse era cambiato, ma niente era mutato nel nostro ricordo, bastava solo risvegliarlo. E così è stato, per tutta la serata. I social, invenzioni diaboliche non presenti ai nostri tempi, spesso criticate per un uso improprio, hanno in questo caso permesso, grazie a un fitto tam tam di contatti e messaggi, di predisporre la grande “reunion di classe”, naturalmente con relativo appello con cena e torta finale, caffè, ammazzacaffè e chi più ne ha più ne metta. Una location ideale quella suggerita dal nostro compagno di classe che poi e diventato un Don. Appuntamento fissato venerdì 14 giugno alle 20 al ristorante antipasteria Katia – Montebello, Camaiore. Un tragitto relativamente lungo per alcuni, più vicino per altri, ma nessuno ha voluto rinunciare di essere presente all’appello. D’altro canto il libretto delle giustificazioni era scaduto per tutti dal quel dì. Qualcuno, a dire il vero, era impossibilito ma è riuscito a seguire la serata sui social, nell’attesa di una nuova occasione di incontro. Le colline di Camaiore ci attendevano. Vari appuntamenti nei posti più impensati per riempire le auto e fare un pezzo di strada insieme. Poi via, di nuovo tutti in classe, pardon, al ristorante. Il navigatore, moderna tecnologia come i social che ai tempi della scuola non esistevano, ha fatto il resto. E meno male altrimenti tanti di noi dovevano rispolverare le carte topografiche e mappe studiate di un tempo che fu. Dopo aver navigato con quel vento in poppa che ci ha spinto avanti negli anni, tanto per rimanere in tema per gli amici viareggini, è passato, così per scherzo, quasi mezzo secolo di vita. A volte nella burrasca del mare della vita e qualche volta con il mare più calmo e piatto. Ma siamo arrivati fino a qui, bene o male. Destinazione della serata: la reunion con cena della mitica 5^ A geometri, dopo tanti lustri passati. Il pretesto culinario è d’obbligo visto i palati sopraffini di alcuni esperti ed anche per esaltare ancora di più l’emozione del momento. Ancora una volta la canzone del grande Lucio Battisti era contestualizzabile all’epoca ma anche oggi. Che sarebbe la vita se non ci fossero le emozioni? Una serata bellissima quella trascorsa, piena appunto di emozioni in cui un menù curato di terra e di mare ha fatto la sua parte. Tra racconti di vita e battute, tra sfottò e scherzi goliardici anche il palato ha avuto la meglio nel ristorante suggerito da chi di ristoranti se ne intende. Si apre con antipasto toscano con prosciutto, lardo e salumi di Camaiore con pecorino, panzerotti e torta pepe sempre di Camaiore. Per passare a quello di mare con insalata di mare caldo, polpettine di pesce e verdure. Breve pausa dove ognuno ha dato il meglio di sé per poi, a ruota libera senza limiti di quantità per alcuni, e chi legge ed era presente sa a chi mi riferisco, siamo passati ai tortelli al ragù seguiti da tagliatelle ai funghi e maccheroncini al sapore di mare. Il fritto di pesce con verdure ha chiuso le portate in attesa dell’immancabile dolce. Dolce squisito appositamente preparato per la serata rappresentato da due torte, quella della nonna e quella del nonno, tanto per non fare torti a nessuno. E di nonne e nonni ce n’erano a tavola fortunatamente. Il tutto annaffiato da vino bianco e rosso di Montalcino e Montecarlo. Insomma un menu di tutto rispetto e non poteva essere altrimenti visto l’importante momento che si stava festeggiando. Perché di una vera festa si è trattato. Forse troppo attesa, forse si poteva organizzare prima ma, come ci insegnava il maestro d’Italia Alberto Mansi, che noi l’abbiamo conosciuto, “non è mai troppo tardi”. Una classe unita nostra che ha sfornato, si può proprio dire così, tante “belle persone” che, nonostante le vicissitudini della vita sono rimasti “amici per sempre”. Ognuno ha preso la sua strada con la consapevolezza però che quel tempo passato insieme sarebbe stato importante per ciascuno e l’entusiasmo e la gioia dei presenti al nuovo appello della classe sono stati la testimonianza tangibile. E alla fine, dopo tante foto e filmati, la foto di gruppo di rito che suggella un momento importante che ognuno di noi si porterà nel cuore. Foto da mettere a confronto con l’altra in bianco e nero scattata appena 46 anni prima. Con la consapevolezza che il tempo può passare ma il valore dell’amicizia supera lo spazio e il tempo perché è eterno. Sempre per ricordare una canzone d’altri tempi dei Pooh, ma sempre attuale: “si può essere amici per sempre”. Una promessa, derivata anche dalla consapevolezza di aver atteso troppo tempo, è venuta nella serata di venerdì: nessuno pensa di far passare altri 46 anni per la prossima cena di classe. Dobbiamo fare in modo di organizzare di nuovo una “reunion con appello” molto prima. Naturalmente sempre con le gambe sotto un banchino, pardon, sotto una tavolino ben imbandito.