Ore 13.15. Come spesso ci accade, siamo di fronte al supermercato Tambellini in via per Sant'Alessio in attesa di entrare per fare la nostra spesa quotidiana. O quasi. Non ci accorgiamo che la porta è chiusa e che bisogna aspettare si apra da dentro e una signora gentilmente ce lo fa notare.
Così ci piazziamo in seconda posizione e aspettiamo. Nel frattempo messaggiamo su wapp visto che il giornale non chiude mai. Improvvisamente vediamo parcheggiare una Audi Q7 con targa tedesca dalla quale scende un Mario Cipollini in T-shirt e pantaloncini corti di colore nero, con indosso una mascherina.
Improvvisamente senza che ce ne potessimo rendere conto, ce lo troviamo piazzato davanti al viso con tanto di telefono cellulare col quale ci scatta una foto in primo piano dicendo: "Ti faccio la foto così si vede che non hai la mascherina". E se ne va borbottando altre frasi e visibilmente agitato, cominciando ad andare su e giù di fronte all'entrata del supermercato pensando, forse, che si sarebbe aperta al passaggio di Re Leone. Invece niente da fare. La porta resta chiusa.
Siamo rimasti senza parole. Pensiamo che, a parti invertite, probabilmente ci avremmo rimesso di salute, conoscendo quanto sia suscettibile e aggressivo l'ex campione del mondo. Tuttavia abbiamo preferito evitare di ribattere alla provocazione, limitandoci a guardarlo con sorpresa e anche un po' di compassione. Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che le mascherine non sono, fortunatamente, ancora obbligatorie tantomeno in luoghi aperti al pubblico e mantenendo la giusta distanza.
La mascherina, se si mantengono le distanze di sicurezza, "non serve a nulla, tant'è che io non la utilizzo mai. Bisogna tenere le distanze consigliate e soprattutto lavarsi spesso le mani ed evitare di avere contatti interpersonali a distanze molto ravvicinate". Non lo diciamo noi, ma il commissario per la gestione dell'emergenza Coronavirus Angelo Borrelli. Non pizza e fichi.
Forse, a Cipollini, non sono andati giù gli articoli che abbiamo scritto in merito al processo che lo vede imputato per lesioni e minacce nei confronti della ex moglie e del suo attuale compagno, ma, se così fosse, non è colpa nostra. Una volta, quando ci si incontrava e visto che siamo stati anche 'cugini' acquisiti per dieci anni, ci salutava sorridendo. Oggi, evidentemente, la pensa diversamente e ne ha il diritto sacrosanto. Ma eviti, dia retta, di comportarsi come un adolescente che si diverte a fare i selfie alla rovescia solo e soltanto per provocare. Tanto, se lo metta in testa, noi non ci cadiamo né ci cadremo mai. E, soprattutto, continueremo a scrivere quello che ci pare.