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Scritto da fabrizio perotti
L'evento
02 Ottobre 2023

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È appena terminata la visione del film “Doppio passo” presso il cinema Centrale. La pellicola, diretta dall’esordiente Lorenzo Borghini e distribuita dalla Garden Film in co-produzione con la Nebel Productions ed in collaborazione con Rai Cinema, è in anteprima mondiale. Il contesto è quello della 19^ edizione del “Lucca Film Festival”.

Riusciamo ad ottenere un’intervista in esclusiva con Giulio Beranek, protagonista principale nei panni di Claudio Russo, ottimamente affiancato da Giordano De Plano (Sandro Costa) e Valeria Bilello (che interpreta la moglie Gloria). Giulio diviene attore quasi per caso, scovato tra le scuole quando il regista Alessandro Di Robilant cerca il protagonista per il suo film “Marpiccolo, film che nel 2009 rappresenta il suo esordio cinematografico.

Nel 2011 torna nuovamente sul grande schermo, interpretando Marcellino nel film “Senza arte né parte di Giovanni Albanese. Prende parte a diverse serie tv, quali quelle Mediaset “Distretto di Polizia e “Le mani dentro la città, e quelle Rai con “Tutta la musica del cuore, girata nel 2010 e trasmessa nel 2013. Dal 2015 è nel cast di “Tutto può succedere, serie televisiva in onda su Rai 1, nei panni di Lorenzo. Nel 2018 è nel cast della fiction di Rai 2 “Il cacciatore, nel ruolo di Mico Farinella. Nel 2017 partecipa al videoclip del brano “La felicità, del cantante Fabrizio Moro, girato nella città di Matera. Nel 2020 è presente nel cast della serie tv “Vivi e lascia vivere nel ruolo di Luciano.

Questo film parla di calcio e chiediamo a Giulio, che a 13 anni giocava nel settore giovanile dell'Olympiakos, com’è andata con il pallone? 

“Ho giocato abbastanza, ma è una questione di testa che mi ha portato altrove, avrei potuto riprendere a giocare ma, tornato in Italia dalla Grecia con la mia famiglia ho perso i contatti giusti. Puoi avere i piedi buoni ma ciò che conta è la testa!”

Ed il tuo ingresso nel mondo del cinema?

“Venni preso a scuola dal regista Alessandro Di Robilant  per il suo film “Marpiccolo, film del 2009 che fu il mio esordio cinematografico e che mi ha portato tanta fortuna. Il film è andato molto bene ed è stato amato, in particolare dagli addetti ai lavori, che mi hanno iniziato a chiamare; da quel momento ho sempre lavorato. Il cinema è diventato il mio lavoro”.

Ma veniamo al film; il calcio è lo sfondo di questa pellicola, ma i temi trattati sono di grande attualità e gli argomenti affrontati sono molto delicati.

“Appena ho letto la sceneggiatura mi sono innamorato, il progetto era da fare; sono opere prime che hanno un piccolo budget ma che sono scritte bene. Il regista, Lorenzo Borghini, è alla sua prima esperienza con un lungometraggio, provenendo dai documentari, ma ha messo in piedi un gran bel cast”.

Come ti sei trovato con un regista tuo coetaneo?

“Molto bene, è un ragazzo sveglio che sa il tipo di cinema che vuole fare, essenziale e minimalista. Non è facile, con un piccolo budget, riuscire a fare quello che ha fatto. Si ispira a Ken Loach e sappiamo che le sue opere non sono cosi low budget; questo film ha un grande cuore, è onesto e non va mai ad adulare lo spettatore; è schietto e diretto come una freccia. Parlare di calcio è un pretesto per affrontare argomenti più profondi ed attuali come la precarietà ed i rapporti interpersonali spesso delicati”.

Come è stato interpretare il ruolo del “Capitano”?

“Ho dato al mio personaggio tutto quello che potevo dargli, gli ho voluto tanto bene, non l’ho mai giudicato; la grande fortuna del nostro lavoro è che, quando esci da un personaggio, ne esci migliorato e cresciuto in modo differente; da attore giustifico Claudio e non lo giudico. Tornando a Giulio, e pensando a Claudio, mi rendo conto che un calciatore, a 35 anni, può non avere nulla alla fine della propria carriera - ed aggiunge – per essere riuscito ad entrare nel meccanismo del film, devo ringraziare tutti gli altri attori, anche quelli con ruoli minori con cui abbiamo fatto un grande lavoro; il film è centrato su Claudio con la sua presenza in 92 scene, ma se sono riuscito ad entrare nel ruolo fino in fondo è anche grazie a loro”. A questo punto, per chi ha avuto la fortuna di vedere il film in anteprima, restando incollato allo schermo, scatta la domanda sul finale ma, in questa intervista non possiamo certo anticipare come andrà a finire questa storia.

Per concludere chiediamo a Giulio che tipo di studi ha fatto.

“Ho imparato il mestiere dell’attore sul set, poi ho fatto un po’ di dizione ma, il risultato di quello che sono oggi è il frutto del lavoro”. In realtà Claudio è diplomato al liceo classico ed era molto bravo negli studi – ci dice – ma il cinema ha cambiato i suoi piani tra cui quello di affrontare gli studi umanistici, e magari, provare ad insegnare a scuola o, meglio ancora, a scrivere romanzi.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Gerri su Rai uno quest’inverno e “Briganti” su Netflix. Poi c’è una mia serie DOC in quattro puntate che si chiama “I re del luna-park”, diretta da Marco Pellegrino, che uscirà sempre quest’inverno. Ringraziamo Giulio per la sua disponibilità e gli rivolgiamo il nostro più sincero augurio in vista dell’uscita del film nei cinema il prossimo 12 ottobre.

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