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Scritto da aldo grandi
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07 Agosto 2024

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Le potranno architettare tutte, vere o presunte che siano, ma convincere un russo ad odiare l'Italia - e viceversa - è qualcosa che va contronatura. I nipoti di Dostoevskij e Tolstoj, di Gogol e Majakovskij, di Borodin e Stravinskij, di Rachmaninov e Musorgskij. hanno imparato ad amare il nostro Paese dai loro antenati e mai e poi mai potrebbero anche solo lontanamente pensare a distruggerlo. Il popolo russo, che così tanto ha sofferto durante la guerra, che dall'Italia fascista serva di Hitler ha subìto una invasione senza alcun senso, ha sempre amato, non a caso le due parole dell'epoca, Taliansky Karascio', sono rimaste a imperitura memoria. Ebbene, guerra attuale a parte, la Versilia è, da sempre, una sorta di paradiso verso cui dirigersi dalle fredde terre al di qua e al di là degli Urali. Anche adesso, restrizioni, si fa per dire, permettendo, c'è un fiume di gente che passa per Belgrado e, su e giù, visita il BelPaese e la ex Unione Sovietica. Gli artisti, poi, hanno una via privilegiata dettata anche dal fatto che la musica, così come ogni altra forma di arte, unisce piuttosto che dividere e non c'è guerra che tenga. 

Da oltre vent'anni uno dei più grandi artisti viventi russi, Sergei Masaev, musicista, cantante, attore, è solito trascorrere almeno un mese in estate a Forte dei Marmi e da poco più di dieci anni ha scelto il Bagno Silvio sul viale Italico come luogo di buen retiro dove trascorrere le vacanze insieme alla famiglia, moglie e figli. Sergei Masaev è conosciuto per la sua voce oltre che per la sua musica, suona divinamente clarinetto e sassofono, è innamorato della musica a 360°, possiede la dote innata e irrinunciabile delle persone che non si fermano mai, ossia la curiosità, è innamorato dell'Italia e, come spesso dice, tra le parole che ha imparato prima sin da piccolo, amante dei suoni come è sempre stato, c'erano termini come piano o forte, nomi come Puccini o Verdi e altre ancora.

Per lui, che ci accoglie comodamente seduto al tavolo del Bagno Silvio per una colazione più o meno robusta - lui è molto parco a pranzo e, sostiene, avendo esagerato un po' in fatto di libagioni in gioventù, che, anche per il troppo caldo, adesso è meglio limitarsi un po' a tavola - Frank Sinatra è Francesco Sinatra, l'Italia è un luogo che ama oltre ogni limite, con il suo cibo, le sue meraviglie, il suo sole. Ecco, i russi, indubbiamente abituati a convivere con temperature siderali, hanno bisogno forse più di ogni altro popolo del caldo, ma, soprattutto, del sole. Dall'Artico al mar Caspio per tutti Italia è sinonimo di dolce vita, di amore, di passioni, di amicizia e di solidarietà. 

Provate ad ascoltare questa canzone, Fly me to the moon, un pezzo storico di Frank Sinatra, cantato, appunto, magistralmente, da Sergei Mazaev. In questa esecuzione è accompagnato da Igor Butman, uno dei sassofonisti jazz più famosi al mondo, nato a Leningrado, ma in possesso della doppia cittadinanza russo-americana:

Un po' Frank Sinatra e un po' Paolo Conte di cui è un fervido ammiratore. Ascoltate il timbro di voce e, se potete, andate a cercarvi qualche altra interpretazione. 

In  Russia, uno stato che vanta qualche milione di abitanti in più del nostro, Sergei Mazaev è una vera e propria istituzione. Ha iniziato a cantare nei primi anni Ottanta, nel 1982 per l'esattezza tempo a cui risale la sua prima apparizione televisiva. In piena Unione Sovietica, ma a lui, musicista e attore, era permesso ciò che, il più delle volte, ad altri era vietato. Nato a Mosca nel 1959, per l'esattezza il 7 dicembre, ha quattro figli e una vitalità incredibile anche se, come spiega amabilmente, dopo pranzo si deve ancor più che si possa, lasciarsi andare al proprio cuscino. La classica pennichella alla quale non può né vuole rinunciare e nessuno più di chi scrive riesce a comprenderlo. 

Con Andrea Costa si è incontrato anni fa al Bagno Silvio e da allora è nata una amicizia che si è via via trasformata in un sodalizio professionale al punto che lo stesso Costa ha scritto e musicato, arrangiate, poi, da Mazaev, alcuni brani in italiano che lo stesso cantante russo propone, poi, ai suoi fans.

Lontana è la Russia dalle nostre frequenze esistenziali, un po' per questioni geografiche, ma, in particolare, per via di una scelta di campo che da sempre costringe, anche se ingiustificatamente negli ultimi decenni, l'Europa e l'Occidente a restare distanti da oltre duecento milioni di esseri umani che dall'Occidente, salvo alcune degenerazioni spinte, si sentono emotivamente attratti. Del resto la musica unisce come nessun'altra cosa e supera ogni barriera di religione, di razza, di partito. 

Bene, domenica 11 agosto a Villa Bertelli, la sera, sarà possibile ammirare ed ascoltare questa coppia di artisti che, sicuramente, renderà il tutto particolarmente accattivante. La musica in Russia è certamente più vicina ad un pop melodico anni Novanta che non, a volte, alle allucinanti esibizioni del presente e Mazaev vuole far sì che l'Italia si avvicini ancora di più al suo Paese mediante una musica che sia nuova, ma, allo stesso tempo non smarrisca le sue caratteristiche melodiche. 

Ciò che da noi suscita sberleffi e prese in giro di un mondo al contrario che si sta facendo strada a suon di politicamente corretto, 'oltrecortina' rappresenta ancora la normalità e il prevalere dei sentimenti e di una concezione della vita ormai disattenta e disastrata alle nostre latitudini.

Prima di dare qualsiasi giudizio sul popolo russo sarebbe bene conoscerne la storia e le sofferenze patite, il suo orgoglio, la sua forte identità nazionale. Non lo hanno capito Napoleone, Hitler, Mussolini, possibile che questi sciocchi politicanti di oggi rischino di ripetere il medesimo errore? Ascoltate questa esibizione collettiva che risale al 2011 dell'inno nazionale russo e potrete comprendere il senso di unità e spiritualità che conserva questo popolo. L'inno risale al 1944 e la musica fu composta da Aleksandr Aleksandrov sul testo di Sergej Michalkov e Gabriel El-Registan e si ispirò all'inno del partito bolscevico composto da Vasilij Lebedev-Kumač nel 1939: 

Appuntamento, quindi, domenica 11 agosto a Villa Bertelli al Forte dei Marmi Music&Art Festival, ore 21.15 nel Giardino dei Lecci.

Nella foto: Sergei Mazaev e Andrea Costa al Bagno Silvio di Forte dei Marmi

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