Quando dimenticare è impossibile, ricordare diviene più che mai necessario. Lo sa bene Divo Stagi, 96 anni, che ieri sera (16 gennaio) ha portato la sua lucida e intensa testimonianza al pubblico intervenuto a Porcari, nell'auditorium della Fondazione Lazzareschi. Sono state le sue parole, raccolte nel libro Racconti della mia vita, a fare memoria di una delle pagine più cupe del Novecento e della storia della Lucchesia: i rastrellamenti nazifascisti dell'agosto del 1944, quelli che costeranno la vita a don Aldo Mei e a tantissimi giovani, giustiziati nel chiostro della Pia Casa di via Santa Chiara a Lucca perché avevano rifiutato di arruolarsi tra i sostenitori della Repubblica di Salò.
Il terzo appuntamento della rassegna letteraria La forza delle idee, curata dall'associazione culturale Venti d'arte e promossa dal Comune di Porcari, ha emozionato e scosso. Presenti all'incontro il sindaco, Leonardo Fornaciari, e l'assessore alle politiche culturali Roberta Menchetti: "Con la forza di Divo Stagi – hanno detto Fornaciari e Menchetti – abbiamo aperto, idealmente, i giorni dedicati alla memoria e al ricordo delle barbarie che i totalitarismi portano con sé. Una figura che ha accompagnato, pochi giorni fa, anche la posa della prima soglia d'inciampo d'Italia all'ingresso della Pia Casa di Lucca. Vogliamo ringraziarlo per la sua tenacia e per il suo impegno. La comunità di Porcari è una realtà attenta. Ma l'attenzione è un valore da coltivare: per questo proseguiremo lavorando con le scuole, luoghi di inclusione e curiosità. Certi che dalle scuole si origini ogni rinnovamento profondo".
Ma Divo Stagi, figlio di una sigaraia e di un agricoltore, già direttore della Cassa di Risparmio di Lucca e appassionato di musica, si è dedicato anche al vernacolo: e così i suoi racconti più leggeri, letti con consueta professionalità da Sandra Tedeschi, hanno saputo alternarsi alle memorie più dolorose. Ad accompagnare Stagi per l'evento porcarese erano presenti il professor Paolo Buchignani e l'editore Francesca Fazzi.