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- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
28 Gennaio 2021

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"Foibe, destra e sinistra a braccetto nella mistificazione neofascista". Questo, in sintesi, il commento del Partito Comunista di Lucca all'approvazione, in consiglio comunale, della mozione del consigliere Fabio Barsanti ex CasaPound e ora Difendere Lucca.

I comunisti, infatti, non perdonano alla sinistra in consiglio comunale di essersi, sostanzialmente e a loro avviso, schierati dalla stessa parte di chi coltiva in un modo o nell'altro qualche nostalgia di un tempo che fu. Ma non è solo questo. Il partito comunista interviene anche nel merito storico della diatriba e si domanda dove sia mai stato quel genocidio od olocausto degli italiani ad opera dei partigiani titini e comunisti.

La votazione unanime del consiglio comunale di Lucca per l'intitolazione di una via a Norma Cossetto insieme alla richiesta per la realizzazione di un cippo o una lapide in memoria dei "martiri delle foibe"  - esordisce il Pc in una nota di oggi - dà ancora una volta voce alla mistificazione neofascista secondo la quale i comunisti avrebbero commesso un olocausto ai danni degli italiani residenti in Istria e Dalmazia. Non ce ne voglia la memoria della Cossetto, ma non si capisce bene quale indagine storica spinga il consigliere Barsanti (assieme a tutto il consiglio comunale, da destra a sinistra) a dire che "Norma Cossetto è stata solo una delle tante vittime italiane dei partigiani slavi di Tito supportati da quelli comunisti italiani".

Ebbene - prosegue il documento - come Partito Comunista ricordiamo a questi signori che fu l'Italia di Mussolini che nel 1941 invase la Jugoslavia assieme alla Germania nazista. Invitiamo quindi Barsanti e il sindaco Tambellini a ricordare che il fascismo organizzò ben 31 campi di concentramento, molti dei quali in Italia, come quello di Visco in Friuli, quelli di Monigo in Treviso e Chiesanuova a Padova, dentro i quali morirono decine di migliaia di civili jugoslavi. Li organizzò grazie a una disposizione, la circolare 3 del '42, emanata dal comando Supersloda (comando superiore delle forze armate Slovenia e Dalmazia) che prevedeva, "quando necessario agli effetti del mantenimento dell'ordine pubblico e delle organizzazioni, i comandi di grandi unità possono provvedere ad internare a titolo protettivo, precauzionale o repressivo, individui, famiglie, categorie di individui della città e della campagna e se occorre, intere popolazioni di villaggi e zone rurali".

Se leggessero un po' di storia - non molla la presa il Pc lucchese - il sindaco Tambellini e il consigliere Barsanti, potrebbero imparare, per esempio, che il trattato di Londra e successivamente quello di Osimo sono stati la conseguenza delle scelte criminali volute dal fascismo, che portò il nostro paese in una guerra assurda e malvagia. Se qualche fascista italiano è stato infoibato francamente non possiamo che comprendere l'atto di chi, dopo anni di oppressione e soprusi, ha fatto vendetta. Ma questa è la conseguenza della guerra: una guerra scatenata da Hitler e Mussolini, dei quali oggi, purtroppo, esistono ancora troppi sostenitori.  

Risponde Aldo Grandi: noi non sappiamo se i rilievi mossi nei confronti di Alessandro Tambellini e di Fabio Barsanti sulla presunta loro scarsa conoscenza della storia siano fondati o meno. Sappiamo, però, con certezza che, per quanto ci riguarda, essi non avrebbero alcun motivo di essere posti perché di storia e di storia del ventennio fascista, ne abbiamo masticata talmente tanta che saremmo disposti a confrontarci con chiunque a patto che ne avesse digerita almeno altrettanta.

Venendo, quindi, alle osservazioni del partito comunista, sentiamo di dover precisare, innanzitutto, che la storia non si fa né con i se né con i ma, la storia si fa con quello che è realmente accaduto, giusto o sbagliato che fosse non sta allo storico deciderlo, ma egli deve limitarsi a raccontare il più possibile documentandolo, il periodo di cui si sta occupando.

E' vero che l'Italia di Mussolini invase per primo la Grecia e, per non finire a calci nel sedere in mare e con migliaia di soldati trucidati sulle aride cime al confine tra la Grecia e l'Albania, fu necessario l'intervento di Hitler che attraversò la Jugoslavia occupandola senza tanti complimenti. Non si può negare che il popolo jugoslavo fu attaccato e, successivamente, costretto alla resa. Così come non si può negare a chi vive sotto una dittatura e sotto il tallone del nemico il diritto a ribellarsi come fecero, appunto, i partigiani di Tito che, a dirla tutta, odiavano gli italiani fascisti.

Fu proprio a causa della guerra fascista, disgraziata e di conquista, inutile e capace soltanto di mandare a morire decine di migliaia di soldati innocenti, che l'Italia dovette abbandonare le proprie terre in Dalmazia cosa che non sarebbe certamente avvenuta senza l'entrata in conflitto a fianco del nazismo. Se i partigiani di Tito uccidevano sistematicamente i soldati italiani durante l'occupazione nazi-fascista, è altrettanto vero che la repressione delle forze di occupazione fu durissima e, come accade in questi frangenti, non si sa dove comincianom le colpe dell'uno e finiscono quelle dell'altro tra i due contendenti.

Ciònonostante è innegabile che gli slavi di Tito - non dimenticate che gli ustascia croati di Ante Pavelic avevano appoggiao l'Italia di Ciano e Mussolini e il nazismo - agirono in maniera spietata nei confronti degli italiani che avevano abitato, fino a quel momento, le terre di Dalmazia. Per loro, sicuramente, si trattava di fascisti, ma cosa c'entravano intere famiglie, donne e bambini, con il fascismo, la guerra e la vendetta? Sappiamo tutti come gli slavi siano impietosi e brutali e la guerra nella ex Jugosavia di alcuni lustri fa ce lo ha fatto scoprire. All'epoca del secondo conflitto mondiale le cose non erano molto diverse anzi, casomai peggio.

Il problema, tuttavia, è, a nostro modesto avviso, un altro. Non importa tanto che i titini e i partigiani comunisti abbiano trucidato, deportato, seppellito migliaia di italiani in quanto fascisti ai loro occhi, gettandoli in fosse comune nelle cosiddette foibe che non si differenziano granché da quanto accaduto nei campi di sterminio o alle fosse di Katyn. In fondo e ancora oggi l'uomo è la stessa bestia di sempre.

La cosa incresciosa e vergognosa fu l'atteggiamento che, di fronte alle decine di migliaia di fratelli provenienti dalle terre dalmate, tennero il partito comunista italiano e la stragrande maggioranza dei suoi dirigenti e dei suoi militanti per i quali Tito e il comunismo erano molto, ma molto più importanti di quanto non fossero gli italiani deportatio e costretti a fuggire tornando in Italia. Questo prediligere l'Ideologia e la Terza Internazionale con Stalin è sempre stata la caratteristica principale del primo partito comunista d'Occidente. Così che, quando gli italiani dalla Jugoslavia furono costretti a scappare abbandonando tutto ciò che avevano, solo le forze neofasciste e eredi del fascismo saloino si schierarono apertamente con loro. Fu un'occasione perduta che, come tante altre sia prima sia dopo, impedirono quella pacificazione tra le parti in causa che ancora oggi non è avvenuta per colpa di una sinistra cieca, abietta, ignorante, fanatica, fuori dal mondo e priva di una reale coscienza storica.

Quanto al neofascismo, facciamola finita. In questi giorni è in atto l'ennesima raccolta di firme antifascista. Viene da ridere non ci fosse da mettersi le mani nei capelli. Il partito comunista di Lucca vede neofascisti dappertutto. Poveracci, se non facessero così, come farebbero a darsi una ragione per esistere?

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