Anno XI 
Sabato 26 Aprile 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da giovanni del carlo
Politica
28 Giugno 2022

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Ho atteso la fine delle elezioni per replicare alla nota di Venezi pubblicata il 24 giugno scorso onde evitare ogni strumentalizzazione politica delle mie parole. Rispondo unicamente per tutelare la verità dei fatti e l’onorabilità del Teatro del Giglio, teatro che molte città italiane e straniere ci invidiano, e che merita rispetto e amore per la sua storia, per il suo recente passato, per il suo presente e per il suo intrinseco valore culturale e istituzionale.

Veniamo adesso, punto per punto, al merito dell’intervento di Venezi.

La direttrice d’orchestra si riferisce esplicitamente al signor Mattia Campetti come assistente del nuovo direttore artistico, ma ciò non corrisponde al vero: con il signor Campetti non c’è in essere alcun rapporto contrattuale, e l’ufficio stampa del Teatro del Giglio non ha mai comunicato niente del genere, visto che al riguardo niente c’era da comunicare.

Ancora: in merito alle difficili dinamiche dei rapporti con il Teatro del Giglio lamentati da Venezi per la realizzazione dei due concerti del 27 luglio e del 7 dicembre 2018, mi trovo costretto a chiarire un’ovvietà per chi amministra Aziende o Enti pubblici, e cioè che esistono normative pubblicistiche molto stringenti, verifiche amministrativo-contabili, di anticorruzione e quant’altro da effettuare, che sono assolutamente imprescindibili e che richiedono tempi non “gestibili” solo con la volontà e l’imperio. Se Venezi non ha percepito speditezza e immediatezza di reazione da parte del Teatro del Giglio rispetto alle sue richieste e pressioni non si è trattato certo di malafede, incapacità o chissà cos’altro da parte del teatro, ma semplicemente del rispetto delle norme a tutela e garanzia dell’ente e della regolarità della sua azione amministrativa e gestionale, e dei naturali e conseguenti tempi per portare a termine le necessarie procedure. Un’Azienda come il Teatro del Giglio, che per lavorare al meglio ha necessità di programmare con largo anticipo la propria attività, non ha e non potrà mai avere – voglio aggiungere: fortunatamente – la facilità di movimento di un imprenditore privato o di un’associazione che decidano di produrre e promuovere, quando e come credono, un’attività in perfetta autonomia e disponibilità delle proprie personali risorse.

Ancora in ordine ai concerti del 27 luglio e del 7 dicembre 2018 mi preme precisare come il Teatro del Giglio, l’amministrazione comunale e l’intero “Sistema Lucca” si siano ampiamente adoperati per sostenere tutti i costi necessari alla loro realizzazione, che sicuramente non si limitano al cachet del direttore d’orchestra, che, comunque almeno nel caso del concerto del 7 dicembre, c’è stato.

Ma proseguiamo. Quando Venezi scrive “Caro Del Carlo, i due concerti che ti vanti di avermi affidato sono solo il risultato di una mia esclusiva volontà di portare queste opportunità alla città di Lucca” dimostra poca dimestichezza con la gestione di un teatro: se spesso infatti è il teatro stesso a scegliere gli artisti, altrettanto spesso sono gli stessi artisti a proporre progetti che vengono valutati e accolti o meno nella programmazione del teatro. Nel caso specifico delle due proposte artistiche di Venezi, i progetti sono stati valutati positivamente e quindi accolti.

Pur riconoscendo a Venezi assoluta libertà di esprimere valutazioni poco lusinghiere sulla programmazione artistica del teatro “….realtà di un Teatro con una programmazione mediocre, senza alcun progetto e visione del futuro….”, desidero ricordarle che il nostro pubblico continua a comprare i biglietti per i nostri spettacoli e ad applaudirli, ad abbonarsi alle nostre stagioni e ad affollare la nostra sala. Affermando quanto afferma, Venezi non offende solo noi, ma soprattutto il pubblico del Teatro del Giglio e tutti gli artisti che con esso lavorano. Ciò appare ancora più surreale e pretestuoso proprio ora, a margine del periodo di ripresa degli spettacoli dal vivo dopo l’interruzione pandemica del Covid, che ha visto produzioni e allestimenti del Giglio raccogliere applausi e consensi in giro per l’Italia e, soprattutto, la recentissima messa in scena de Le Willis di Puccini nella rara versione originale, accolta con entusiasmo dal pubblico e dalla critica.

Ricordando inoltre a Venezi che la programmazione lirica del Teatro del Giglio è realizzata in partnership con moltissimi importanti teatri nazionali, concludo con un elenco, a solo titolo esemplificativo e non esaustivo, delle “sinergie nazionali e internazionali” che a dire di Venezi mancherebbero totalmente, e che invece raccontano in maniera chiara e trasparente, per chi li voglia vedere, i rapporti artistici passati, presenti e futuri con i Teatri partner quanto a coproduzioni e collaborazioni: Teatro di Reggio Emilia, Teatro Pavarotti-Freni di Modena, Teatro Alighieri di Ravenna e Ravenna Festival, Teatro Regio di Parma, Fondazione Arturo Toscanini di Parma e Festival Toscanini, Fondazione Teatri Piacenza, Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara, Teatro Carlo Felice di Genova, Maggio Musicale di Firenze, Teatro Lirico di Cagliari, Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, Teatro Sociale di Trento, Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Coccia di Novara, Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Goldoni di Livorno. A livello internazionale, preme ricordare la coproduzione Italia-USA che legò nel 2017, per La fanciulla del West, il Teatro del Giglio e il Teatro Lirico di Cagliari alla New York City Opera e all’Opera Carolina di Charlotte. Scene e costumi di allestimenti prodotti dal Teatro del Giglio sono stati inoltre noleggiati dai teatri lirici di Dublino, Berna, Lisbona, e da alcuni teatri giapponesi.

Fatte queste doverose precisazioni mi auguro, e sono sicuro che accadrà, che il nostro teatro saprà crescere ancora e essere sempre più amato dai cittadini lucchesi, dal pubblico italiano e straniero e da tutto il sistema teatrale italiano e internazionale.

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