"Gli asili comunali di Viareggio sono stati una scelta della città ed è per questo che occorre mantenere livelli e standard all'altezza smettendo di risparmiare sui costi dei collaboratori scolastici". È con queste parole che Simone Pialli (Cisl Toscana Nord) e Massimiliano Bindocci (Uil Versilia) denunciano l'attività di "I Care", una delle società più complesse del Comune di Viareggio che, accanto a molte altre funzioni, si occupa della collaborazione scolastica coinvolgendo circa 50 addette.
Secondo i due, infatti, da diversi anni l'azienda ha scelto di applicare un contratto nazionale che prevede trattamenti economici molto ridotti e che, inizialmente, doveva essere un passaggio necessario e provvisorio per superare un momento di crisi ma, nonostante la crescita a cui è andata incontro, l'azienda non si è più impegnata per migliorare le cose.
Con l'aiuto di CGIL, CISL e UIL, quindi, il personale scolastico ha cominciato da un anno una battaglia per chiedere di rivedere alcuni meccanismi – come il superamento dei superminimi assorbibili che tengono fermi gli stipendi da anni e l'introduzione di maggiorazioni per il lavoro straordinario – che rendano più dignitose le loro condizioni lavorative.
"Abbiamo incontrato l'impresa diverse volte – raccontano – e alla fine di ogni riunione è emersa l'assoluta indisponibilità dei vertici aziendali di investire nel personale considerato più un costo che una risorsa. Abbiamo chiesto invano un passaggio con le amministrazioni. Pertanto abbiamo inviato la comunicazione con la procedura dello stato di agitazione: finito il periodo di carnevale avremo l'incontro in prefettura e se l'azienda non ci verrà incontro partiranno diverse iniziative di mobilitazione. Risparmiare su chi lavora nella scuola – concludono – è sempre un errore e una vergogna perché significa non voler investire sui luoghi frequentati dai nostri figli".