Nell’iconico capolavoro di Francis Ford Coppola “Apocalypse Now” molti ricordano il dialogo-monologo fra Brando-colonnello Kurz e il capitano Willard, delle U.S. Special Forces, inviato per ucciderlo, o meglio, nel rispetto del politically correct, per “mettere fine al suo comando”. Brando-Kurz, dopo aver scoperto la reale missione del giovanotto, che ha catturato, gli fa capire che non ce l’ha con lui, che è solo “il garzone del macellaio mandato per riscuotere i sospesi”.
Beh in certi ambienti di “garzoni” ne vengono utilizzati assai. E il caso di cui voglio parlare oggi, magari abusando un po’ di più dell’attenzione e della pazienza del lettore, ne è paradigmatico esempio. Mi riferisco alla conclusione della farsa che vedeva il generale Vannacci accusato di aver commesso nefandezze nella gestione di beni e denaro pubblici, in quel di Mosca. In base alle notizie trapelate, sarebbe stata in corso un’indagine penale, con le Procure Ordinaria e Militare e la Corte dei Conti all’opera, per sanzionare il reprobo a 360° gradi. Tutto falso, c’era solo un’inchiesta amministrativa dello Stato Maggiore Difesa, finita nel nulla.
Beh, ieri è stato notificato al legale dell’interessato, avv. Giorgio Carta, il Decreto a firma del Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, che sancisce l’insussistenza di danno erariale a carico del generale. In sintesi, Vannacci non ha rubato alcunché.
La cosa fa il paio con il nulla di fatto – a livello giudiziario – dopo la denuncia-querela dell’eccellente pallavolista della nazionale italiana Paola Egonu, che s’era sentita offesa in quanto indicata come persona dai caratteri somatici non tipici dell’italiana media.
Senza contare che la raffica di denunce sparate da tutti i comitati di sinistra possibili e immaginabili ovunque ci fosse una Procura della Repubblica per sanzionare frasi ritenute razziste e omofobe da parte del generale, è già finita fuori bersaglio: archiviata. Nessuna Procura se l’è sentita di costruire un processo penale sul nulla atomico.
Quindi tutte le sanzioni invocate e plaudite da… una parte politica e 2/3, già perché nella maggioranza non vi era un giudizio unanime positivo sul protagonista dei talk-shows di quest’anno, si riducono alla sospensione dal servizio per 11 mesi, che comunque ha carattere amministrativo-disciplinare, è stata inflitta dal signor ministro della Difesa, e dovrà essere vagliata dalla magistratura amministrativa.
Spero che qualcuno, intanto, si avveda di come – stranamente – tutti si siano interessati in termini sanzionatori a Vannacci dopo la pubblicazione del discusso libro, costruendo quella che potrebbe anche essere considerata una persecuzione. Immaginate se l’avessero condotta a carico di un qualsiasi altro uomo politico. Ma lui non lo era, e possibilmente non doveva diventarlo, perché non era stato scelto da alcuna segreteria di partito.
Ma non è di questo che volevo parlare, anche se era doveroso – nel miglior stile delle telenovelas, un riepilogo delle puntate precedenti.
Né voglio impelagarmi sul Vannacci-pensiero. Non ho mai detto di essere d’accordo o contrario alle sue tesi, ma la vicenda nel suo complesso ha solleticato tante altre considerazioni, amare. Per questo voglio spostare il tiro sul “garzone del macellaio”.
Perché l’accaduto è tipico di quelle che chiamiamo le grandi istituzioni dello Stato. Ove vi è gente che onora l’incarico che ricopre o l’uniforme che indossa, e chi no. E costoro hanno anche bisogno di non sporcarsi le mani. Gli servono i garzoni.
Quello che si presta a stilare una lettera anonima, per dare il “la” a una bella inchiesta amministrativa o penale, sperando che qualcosina esca fuori.
Quello che, se glielo si fa notare, spiega con sussiegoso disquisire che un tale accertamento è normale che sia esperito, glissando sul fatto che non lo si conduca per tutti.
Quello che s’affretta a passare la notizia al giornalista amico e della parte “giusta”, per aumentare il fuoco sul target, annichilirlo, coprirlo di fango, nella convinzione che qualche schizzo rimarrà.
L’elenco è solo indicativo, ne possono essere utilizzati tanti altri.
Perché il generale era uno dei primi della classe e, se lo freni, in tanti son contenti di poter passare avanti senza merito, e magari si ricorderanno di te.
Perché sta guadagnando troppo con un libro che ha comunque avuto il coraggio di scrivere, e che chi agisce insidiosamente, come facevano i veri uomini della X^ prima dell’8 settembre 1943, non ha avuto penna e fegato per scrivere.
Perché se diventa eurodeputato ti fa l’ennesimo sberleffo, a te povero discepolo del burocrasauro, unico sauropode sopravvissuto all’impatto dell’asteroide con la Terra nella notte dei tempi. Acquisisce infatti titolo a scalare l’ultimo gradino della gerarchia, quello che volevi inibirgli con le manovre sottomarine e sotterranee, e guadagnerà soldini in termini di appannaggio da europarlamentare e vitalizio, che ti fanno rodere ancor di più.
Perché volevate fare le stesse cose quando avete avuto accesso nel mondo militare: beh lui le ha fatte, e tu sei rimasto “non pervenuto”, a temperare le matite del burocrasauro, e ciononostante hai qualche speranza.
Perché c’è chi cerca di raccogliere punti e meriti per farsi strada, e chi non lo sa fare, ma riesce perfettamente a distruggere punti e meriti di chi è capace di conseguirli.