Giustizia è fatta. Almeno in parte. E ci voleva l'intelligenza politica di Mario Pardini per afferrare l'importanza di aper valutare e valorizzare le capacità politiche dei propri collaboratori. Stiamo parlando di Remo Santini, fondatore di SìAmo Lucca, candidato a sindaco del centrodestra cinque anni fa e battuto solamente al fotofinish per 361 voti e da una sinistra che giocò così sporco che più sporco non si può gridando all'allarme son fascisti senza ritegno e con la faccia come il culo.
Santini, a meno di improbabili marce indietro o sgambetti dell'ultim'ora, sarà assessore nella nuova giunta di Mario Pardini il quale ha pensato, per lui, all'assessorato al turismo o, così, almeno dovrebbe essere. Ebbene, per quel tanto che conosciamo il collega Santini per averci lavorato fianco a fianco per 20 anni, una scelta migliore difficilmente poteva essere fatta e i motivi sono facilmente individuabili.
Innanzitutto Remo Santini, che la sconfitta elettorale aveva gettato in uno stato di prostrazione iniziale comprensibile, ha reagito alla grande sciroppandosi cinque anni di merda sui banchi dell'opposizione avendo il merito di non mollare e di credere che, prima o poi, la ruota gira. E così è stato.
Inoltre ci troviamo di fronte ad un politico-amministratore che ha maturato una notevole esperienza sul campo, non certo sui libri o alla Tv. Per di più e qui ci sentiamo di spezzare una lancia in suo favore, quando ha avuto ruoli di gestione, è stato sempre in grado di organizzare eventi di straordinario richiamo. Ripensiamo a quanto si mobilitò per portare Renato Zero al Porta Elisa nell'ambito del Summer Festival, o ai concerti in piazza Napoleone con cantanti lucchesi o anche gli spettacoli di cabaret sempre sul palco del Summer grazie a un'ottima e fattiva collaborazione con il promoter D'Alessandro. E anche da presidente del Rotary, ricordiamo che una... critica che gli veniva mossa era quella di essere iperattivo e di predisporre troppi eventi.
Santini, è bene dirlo, non è uno stupido ed è anche molto, ma molto ambizioso. Lo è sempre stato, sin da quando, sul finire degli anni Ottanta, si vedeva già che aveva le stimmate per fare il caposervizio della redazione lucchese. E così fu. La batosta del 2015 lo ha ridimensionato non tanto nelle ambizioni, quanto nella consapevolezza che, a volte, un brusco stop può essere un'occasione per riflettere e ricominciare e che ogni sconfitta, nella vita, è, a distanza di tempo, una opportunità per essere e diventare migliori. Il fatto che, poi, non tutti ci riescasto è un altro discorso, ma non è il caso del Nostro.
L'assessorato al turismo sarebbe, quindi, un grande risultato vista anche la capacità comunicativa e l'essere giornalista, ormai, da oltre 30 anni. Per quanto ci riguarda e nonostante gli scontri, inevitabili, che a volte ci sono stati, gli rivolgiamo un grosso in bocca al lupo. Massimo Mallegni e Maurizio Marchetti hanno puntato su di lui.