"Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d'atterraggio, combatteremo sui campi e nelle strade, combatteremo sulle colline, noi non ci arrenderemo mai".Lo disse Winston Churchill nel celebre discorso tenuto il 4 giugno del 1940 innanzi al Parlamento inglese per esortare la Gran Bretagna a resistere allo strapotere della Wermacht che aveva appena sconfitto l'esercito francese ributtando in mare, a Dunkerque, il corpo di spedizione britannico accorso in aiuto dell'alleato. Quel tragico momento in cui tutto sembrava perduto, fu definito "l'ora più buia": bisognava decidere se arrendersi o meno alla tirannia nazista che stava mettendo le democrazie europee sotto il tallone di Hitler. La Storia aveva già segnalato che l'arrendevolezza dei Francesi e degli Inglesi, rispettivamente con Eduard Deladier e Neville Chamberlain, durante la conferenza di Monaco nel 1938, aveva consentito alla Germania di annettersi l’Austria ed i territori "tedeschi" dei Sudeti (in Cecoslovacchia). Venendo ad oggi, appare evidente come anche nel secolo scorso non siano mancati i momenti delle decisioni drammatiche e risolutive, che solo menti preparate e caratteri incoercibili potevano essere in grado di assumere. Mal che fosse andata, aveva dichiarato Churchill, il Nuovo Mondo, quello che era lontano dal Vecchio Continente, legato attraverso il Commonwealth (il mercato comune che legava quei paesi alla corona di Londra), avrebbe soccorso il Vecchio Mondo. Nazioni come Australia, India, Nuova Zelanda e Canada scesero effettivamente in campo per arginare il patto guerrafondaio tra Roma, Berlino e Tokyo. Lo stesso percorso sta oggi percorrendo, in funzione anti-Russa, il premier inglese laburista (la sinistra inglese) sir Keir Starmer, con il cosiddetto gruppo dei "paesi volenterosi", ossia degli Stati che intendono armarsi in un esercito comune e mostrare quanto determinante possa essere il ruolo politico e militare dell'Europa. Non è un caso che Australia e Canada si siano già schierati tra i venticinque aderenti all'intesa di massima che si sta, vi via, definendo. L'obiettivo al momento è quello di costringere Putin ai negoziati previsti dal piano di pace di Trump, ossia di abbassare la cresta e giocare seriamente la partita con le armi riposte in fondina (oltre a continuare a sostenere con determinazione il popolo ucraino). Prima che si costituisca una definitiva intesa finanziaria e militare, la speciale "task force" intende valutare sia l’inasprimento delle sanzioni nei confronti di Mosca, sia l’utilizzo dei 500 miliardi di euro di beni sequestrati ai Russi nei paesi europei, per trasformarli in aiuti a Kiev. Starmer non esclude, in assonanza con partner del calibro di Francia, Germania, Polonia, paesi Baltici e Scandinavi (questi ultimi, tra quelli più esposti alle mire espansionistiche del Cremlino), di mettere insieme, e sul campo, una forza di interdizione militare. Insomma, l'obiettivo appare chiaro: non rompere con Washington ma far sentire allo zar di Mosca che l'Europa ha una capacità di deterrenza seria e non un'armata Brancaelone di parolai!! E non è un caso che la Russia si sia messa ad irridere ed a provocare il governo di Sua Maestà Britannica rispolverando all'indirizzo degli Inglesi lo spregiativo titolo, già utilizzato nel ventennio fascista, di "perfida Albione". Dal canto suo, il nostro governo appare piuttosto defilato: è sì disponibile agli aiuti ma non pronto a schierare proprie forze sul campo. Resta anche l'incognita della Nato, che partecipa ai lavori del tavolo dei volenterosi, con l'incognita degli Stati Uniti. Ancora una volta la Storia è maestra di vita: anche nel terzo millennio prevalgono i principii della difesa della libertà e del diritto internazionale. Ed è ancora una volta la più vecchia democrazia occidentale, l’Inghilterra, a tirare le fila della dignità politica e, perché no, degli interessi economici delle democrazie di questo spicchio di globo. Innanzi ad un politico che mostra la statura di Starmer, di una Nazione che senza strepiti e demagogia, si muove con decisione e precisione d’intenti, sembrano addirittura ridicoli i nostri Salvini, Schlein, Fratoianni, Bonelli e lo stuolo di mosche cocchiere, giornalisti e "maître a penser", che dissertano sull'esosità dell'impegno finanziario per armare adeguatamente truppe a livello continentale. Insomma: nell'ora più buia, quelle delle decisioni che assumono valenza storica, il Belpaese si mostra la terra dei demagoghi e dei furbi, dei tattici senza una strategia e degli...utili idioti!! Non a caso l'etimo greco della parola "idiota" consiste nel definire gli uomini isolati e soprattutto estranei ai richiami del coraggio di continuare ad essere liberi.