Anno XI 
Giovedì 1 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
16 Marzo 2021

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Con la morte di Mauro Favilla se ne va uno degli ultimi di una stagione che non ha eredi. Marcello Pera, ex presidente del Senato e professore, sbuffa al telefono stanco di dover ricordare amici e persone che ha frequentato e che, adesso, in questo 2021 disgraziato, se ne sono andati. Dopo Vincenzo Placido, scomparso poche settimane fa, adesso tocca ad un altro grande della politica lucchese. 

Se Vincenzo Placido, anche lui scomparso poche settimane fa, lo avevo conosciuto quando avevo vent'anni ed eravamo cresciuti, politicamente, insieme - racconta Pera - Favilla lo avevo incontrato in occasione della campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Lucca, nel 1998, di Pietro Fazzi. Ci vedemmo in occasione della trattativa per la nomina del candidato e, poi, durante il voto. Favilla era un autentico gentiluomo, un moderato, aveva un carattere mite ed era sempre gentile, propenso, anche politicamente, alla trattativa più ancora che allo scontro. I suoi toni erano sempre pacati

Da allora ci siamo frequentati diverse volte - continua il professore - sono stato spesso a casa sua e cercai in più di una circostanza di portarlo con noi di Forza Italia, ma lui non volle. Gli presentai anche il presidente Silvio Berlusconi, ma Favilla preferì lasciare perdere. Era un democristiano e per di più anche moderato e volle stare fuori. Si avvicinò più tardi, ma mantenne sempre la sua autonomia

Marcello Pera pur essendo lucchese, non appartiene al cosiddetto Gotha delle famiglie che hanno guidato e governato la città nel corso dei decenni. E così era anche Favilla: Non era uno della famiglia Dc in senso stretto tanto per intenderci. Era personalmente di tratto gentile, più umano, meno prepotente e arrogante di altri suoi colleghi di partito. Era sempre per la trattativa, per il confronto.

Che cosa lascia un uomo come Mauro Favilla dopo la sua scomparsa?

Lascia un grande amore per la sua città - spiega Marcello Pera - Lui Lucca la amava davvero, non aveva grandi progetti ideali di trasformazione, ma il suo era un sentimento molto forte e attento. Conosceva bene Lucca e l teneva in grande rispetto. Con lui se ne va uno degli ultimi di una stagione che non lascia eredi. Parole forti quelle del senatore, che non vede all'orizzonte e nemmeno nel presente personaggi politici in grado di ricalcare le stesse orme di uomini come Favilla. 

Noi avevamo conosciuto Mauro Favilla molto tempo dopo la sua elezione a sindaco nel 2007. Per assurdo che possa sembrare, ci siamo incontrati solo negli anni in cui nacque la Gazzetta di Lucca e in quelli successivi. Di Favilla ci colpì sempre quel sorriso appena accennato che mostrava e che dimostrava se non la sua complicità, certamente la sua comprensione e simpatia. Ecco, noi della Gazzetta gli stavamo simpatici nonostante non avessimo, nei suoi confronti, particolare riguardo come, del resto, verso tutta la classe politica locale e non soltanto. Era un uomo di grande signorilità, che non si lasciava mai andare a frasi scomposte e che non perdeva mai la sua serenità. 

Era da poco sorta la Gazzetta di Lucca e il sottoscritto ebbe modo di occuparsi di un, se così vogliamo chiamarlo, piccolo abuso edilizio che qualcuno ci aveva segnalato esistere sopra la terrazza del sindaco a San Donato nella sua abitazione. Era una sciocchezza, una copertura in eternit se non ricordiamo male. Tanto scrivemmo che, effettivamente, alla fine fu costretto a rimuoverla con tanto di intervento dei vigili urbani. Ebbene, non ci portò mai rancore a differenza, invece, di qualche altro politico in tempi più recenti che è arrivato, addirittura, a quasi pignorarci la casa. Lui no, era un signore e quando ci incontravamo ci sorrideva quasi come a dirci che ragazzacci che siete, ma in senso benevolo. Ci piaceva Favilla e lo abbiamo imparato ad apprezzare quando, ormai, sindaco non lo era più e non lo sarebbe più stato. 

Era un uomo di un'altra epoca, per niente arrogante né prepotente, non viveva né lottava per il potere fine a se stesso. Era autonomo intellettualmente e conservava una indipendenza di giudizio che gli abbiamo sempre riconosciuto. Era stato un uomo di un certo periodo storico e non si sarebbe mai potuto 'compromettere' con i nuovi barbari della seconda repubblica. 

Se ne è andato in silenzio come, in genere, se ne vanno coloro i quali sono in pace con se stessi e con il mondo. Era un politico vecchio stampo, che univa alla politica, però, anche cultura e intelligenza, oltre a una certa modestia e la capacità di saper ascoltare senza... gracchiare né... gracidare, qualità che di questi tempi davvero non guasterebbero in parecchi politici nostrani.  

Ci dispiace, davvero, non averlo potuto frequentare e, magari, anche ascoltare. La nostra diffidenza verso la politica ci ha, probabilmente, privato spesso di arricchirci. Comunque sia, esprimiamo le condoglianze alla famiglia e rivolgiamo un affettuoso saluto a Mauro Favilla. Lassù dove, sicuramente, è già arrivato, l'accoglienza sarà stata certamente migliore di quella che, quaggiù, tanti anni fa, durante una inchiesta finita nel nulla, gli fu riservata.

 

Mauro Favilla è morto all'età di 88 anni. Si era laureato in economia e commercio all'Università di Pisa ed è stato per molti anni professore di ragioneria ed iscritto nell'albo dei dottori commercialisti e dei revisori.

Esponente della Democrazia Cristiana, ha ricoperto per molti anni le cariche di consigliere comunale e di assessore del comune di Lucca e, successivamente, è stato sindaco della città per tre mandati dal 1972 al 1985 e poi per alcuni mesi nel 1988.

Eletto senatore della Repubblica nel 1987, è stato confermato per tre mandati fino al 1996 e ha ricoperto gli incarichi di presidente della commissione bicamerale per la riforma dei testi unici tributari e di presidente della commissione finanze e tesoro del Senato.

Nelle elezioni del 2007 è stato eletto ancora una volta sindaco della città come rappresentante del centrodestra.

Si è ricandidato alle successive elezioni del 2012, arrivando terzo e non accedendo così al ballottaggio. Gli è succeduto quindi Alessandro Tambellini, candidato del centrosinistra.

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