Anno XI 
Mercoledì 30 Aprile 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
28 Giugno 2023

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Il pasticciaccio l'ha combinato la giunta Tambellini, ma a gestire la patata bollente tocca al sindaco Pardini e alla sua squadra. Di che parliamo? Del Mercato del Carmine, del cui futuro a Lucca si parla ormai da quasi 40 anni. Ma che sta succedendo? Forse giova fare un riepilogo. Nel marzo del 2022 il Comune, ancora sotto la gestione del professore di Sant'Alessio e del suo delfino Francesco Raspini, dopo una gara affida in concessione l'immobile alla neonata srl "4223".

Un nome originale, ovvero la lunghezza delle Mura Urbane, che come noto sono proprio 4 chilometri più duecento metri e rotti. Srl che ha la meglio sull'offerta presentata dalla società Steffi di Ugo Giurlani. E dove starebbe allora il problema?  Per far partire i lavori entro luglio e non perdere il finanziamento di 4 milioni di euro, ottenuto dai fondi del Pnrr, l'immobile deve essere liberato. Embe', direte voi. Il nodo però c'è tutto. Purtroppo il bando fatto dall'amministrazione Tambellini è stato vinto da una proposta progettuale, quella appunto della srl "4223" che non ha previsto tutele per i commercianti storici del complesso. Srl "4223" che ha, tra i suoi soci, tra gli altri, Giacomo Gregori (fidanzato della sorella di Raspini) e Bartolomeo Pampaloni (nipote dell'ex sindaco Fazzi e figlio di Paola, che da qualche anno gestisce per conto del Comune la Fattoria degli Albogatti). 

Tornando a noi, la situazione è potenzialmente esplosiva, se abbinata al fatto che in 10 anni la giunta di centrosinistra non ha mai rinnovato ai commercianti del Camine la concessione (scaduta nel 2017). Con alcuni esercenti che dal 2012 non pagano indennità. Rendendoli di fatto abusivi. Pardini e Co. hanno messo tutto l'impegno a trovare una soluzione per tutti e ci sono quasi riusciti. Anche se non tutti, ad esempio il bar del Sole, hanno accettato l'offerta.

E adesso? Tra pochi giorni, se ci sarà qualcuno che non vuole lasciare i fondi commerciali per consentire l'avvio del cantiere,  dovrà esserci uno sgombero forzato. Peccato, perché la seconda proposta che nel 2022 non ha vinto la gara per avere in concessione il Carmine, prevedeva la sistemazione temporanea delle attività esistenti in fondi commerciali della zona e il loro reintegro nella struttura, una volta terminati i lavori di ristrutturazione.

Ecco dunque che la giunta Pardini ha dovuto impegnarsi per  rimediare i guasti dei predecessori e le inesistenti garanzie della srl "4223". Che i numeri pare averceli sono nel nome, non certo nella capacità di aver previsto queste beghe, ora tutte sulle spalle della giunta di centrodestra.

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