L’ex presidente del Senato Marcello Pera, già tra i fondatori di Forza Italia, è diventato suo consigliere?
«L’ho incontrato più volte insieme ad altre teste pensanti. Abbiamo bisogno di cervelli per ragionare sul futuro, come fece a suo tempo Berlusconi. Le idee di Pera sono stimolanti».
Quali, in particolare?
«Condivido l’idea della necessità di una rivoluzione liberale. Abbiamo bisogno di liberare energie, di sfruttare le potenzialità degli italiani. E non pretendo di essere da solo in questo impegno. Sto lavorando anche con FI».
Queste le due domande dell'intervista a Matteo Salvini apparsa questa mattina sull'edizione on line del Corriere della Sera. Sono state sufficienti le risposte per scatenare il finimondo e il telefono cellulare di Marcello Pera, tranquillamente seduto nel suo attico a Palazzo Giusti, ha cominciato a suonare all'impazzata. Tutte le maggiori testate e anche le minori, nazionali, hanno chiesto una intervista esclusiva. Noi, visto che, per caso, ci trovavamo di fronte al professore, ne abbiamo approfittato e siamo arrivati per primi.
Al di là delle battute sapevamo da tempo, ormai, che Marcello Pera, ex senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato, si era avvicinato alla Lega di Salvini. Non certo per aderirvi, ché, ormai, di politica Pera non vuol più sentir parlare, almeno di quella attiva, praticata sul campo: "Sono troppo vecchio, ormai sono a Lucca, mia moglie non sta bene in salute e, inoltre, non ne ho più voglia. Però, c'è da dire che mentre una volta avevamo, parlo di quando eravamo i cosiddetti 'professori' in Forza Italia, con ex comunisti e anche ex fascisti, degli interlocutori, ossia sapevamo con chi parlare, oggi, in realtà, non c'è più nessuno con cui interloquire. Siamo nelle mani di pochi cialtroni, giornalisti e politici".
Non è mai stato uno con difficoltà a dire quel che pensa Marcello Pera, sin dagli anni Settanta, quando essere critico verso il marxismo e liberale seguace di Popper era ben più arduo che adesso. Durante Tangentopoli massacrò la classe politica con parole di fuoco nei suoi editoriali salvo, poi, diventare, improvvisamente, garantista ed entrare nelle file del partito di Silvio Berlusconi che garantista era, per convenienza o per convinzione, il più fulgido degli esempi.
Ora, ritiratosi dalla politica attiva, ma non certo dalla capacità di guardare avanti e anche indietro, Marcello Pera ha manifestato simpatie per Matteo Salvini che ha incontrato un paio di volte a Roma in privato, una anche in occasione di un convegno al quale lo aveva, personalmente, invitato: "La Lega ha fatto dei grandi passi in avanti con Salvini se si pensa che da Lombarda è diventata italiana. Credo che Salvini si stia rendendo conto di alcune cose e che abbia compreso la necessità di appropriarsi, come ho anche scritto, del patrimonio che è stato di Forza Italia e che non era da buttare. L'Europa ad esempio. Ormai è un elemento dal quale non si può prescindere per cui non ha alcun senso fare l'estremista e chiederne l'uscita. Certo, anche noi all'epoca avemmo un forte dibattito interno, anche con Berlusconi, al momento di entrare nel Ppe. Essendo liberali, ci domandavamo che cosa ci azzeccasse entrare nel partito, ma aveva ragione Berlusconi anche in quella circostanza. Insomma, l'Europa ci fa schifo così com'è, ci abbandona ai confini aperti e ci fa diventare il ricettacolo dell'immigrazione, ma l'Europa esiste e io gradirei certo che si dotasse di un esercito proprio, che facesse tutto quello che non fa fingendo di voler fare e, in realtà, voltandosi dall'altra parte e lasciandoci soli. Ciònonostante andare contro l'Europa può essere utile a raccattare i facinorosi, non a governare. Indietro non si torna. Ecco, credo che Salvini abbiamo compreso la necessità di riappropriarsi di una parte di quello che era il patrimonio di Forza Italia e di quel club che chiamavamo dei professori dove c'erano ex comunisti come Colletti e Melograni, altri di destra, sicuramente qualcuno anche piuttosto figlio di buona donna, ma gente che aveva uno spessore culturale e politico elevato. Oggi siamo davanti al nulla, non c'è classe dirigente, è un deserto di ignoranza. Fra poco ci sarà l'elezione del presidente della Repubblica. La sinistra ha almeno dieci potenziali candidati, noi chi abbiamo? Glielo dico io, nessuno".
"Confini aperti? E' una boiata. Cosa vuol dire un'Europa senza confini? Semplice, una zona franca dove entrano tutti, dove ognuno fa qual che vuole. E' l'anticamera della guerra prima in Europa e, poi, tra Europa e Africa perché come farà l'Europa ad accogliere tutta l'Africa? Sull'immigrazione io sto con Salvini. Ci sono molti modi per difendere la nostra cultura, la nostra tradizione, il nostro Paese. A me la Lega sembra l'unica forza politica dove esiste del terreno fertile su cui tentare di coltivare una nuova classe dirigente".
Foto Alcide