Quanti saranno stati coloro che hanno immolato la propria vita per seguire un ideale, per combattere la tirannia, il sopruso e l’ingiustizia? Quanti quelli che, indomiti alla mediocrità, hanno scelto di perseguire la strada della virtù e del coraggio nel mentre tutto intorno a loro ci si piegava alla rassegnazione ed alla codardia? Per fortuna in migliaia hanno optato per questa lodevole tipologia di impegno con il risultato che la Storia dell’umanità ha potuto proseguire sulla strada della libertà e della giustizia. Ora, ha ancora un senso compiuto questa idea dell’esistenza e dal valore, figurano ancora quelle qualità nell’elenco delle cose alle quali un uomo possa aspirare per sentirsi degno di esserlo? Prima di rispondere, occorre fermarsi un attimo a riflettere, a ragionare, a non farsi avvolgere nelle spire di una modernità figlia della tecnologia che ci sostiene nelle nostre lacune ma, al tempo stesso, ci espropria di ogni discrimine, di ogni capacità di meditare su cosa sia la scelta giusta, ancorché meno sicura nella convenienza. Ci affidiamo ormai all'Intelligenza artificiale che sostituisce l’ignoranza naturale, ma non ha la capacità di scegliere secondo valori, ideali e modi di essere, ma solo usando algoritmi e velocità di calcolo. Se così non fosse chi ci governa troverebbe insopportabile assistere inoperoso alla doppiezza dei comportamenti per drammi sociali ed umanitari che hanno identiche e tragiche caratteristiche. Il paradosso di questi tempi nuovi consiste nel fatto che, aumentati a dismisura i margini della libertà consapevole, della vita informata dai social network, dalla stessa possibilità di interagire con il mondo intero, si è abbassato il gradiente delle responsabilità generali, la voglia di impegnarsi per porre riparo ai vecchi ed ai nuovi mali sociali e politici. Sono aumentati il solipsismo, l’egoismo e con essi l’isolamento che oggi è fatto di interlocuzioni apodittiche e fugaci. Insomma: la stessa amicizia si confonde con il numero di contatti telematici accumulati con persone delle quali nulla sappiamo e che non incontreremo mai. Solo questa realtà che ci pervade e ci isola al tempo stesso, di un umanesimo delegato alle macchine ma privo di umanità, può renderci indifferenti innanzi ad un colossale crimine che si perpetua, sempre più fievole nella coscienza collettiva e sempre più crudele per un intero popolo derelitto: quello Ucraino. Donald Trump, iI miliardario ed affarista che il popolo americano si è scelto come guida della nazione un tempo emblema della difesa della libertà e della democrazia nel mondo, è ormai l’icona vivente di questo sfascio morale che pervade il mondo. L'inquilino della Casa Bianca è il risultato più rappresentativo di questa indifferenza amorale che caratterizza trasversalmente il vuoto di una politica senza etica, nella quale tutto ha un prezzo oppure un ricavo e mai un valore. Non si spiegherebbe altrimenti la doppiezza ed il cinismo della politica estera di un Paese, quello statunitense, che percorre i continenti, interagisce con gli altri potenti, per cercare commerci redditizi e risorse naturali senza giammai riprendere la difesa degli oppressi e degli aggrediti. Mentre infatti gli Usa tengono bordone agli Israeliani togliendo a questi le castagne dal fuoco atomico degli Ayatollah per poi consentire alla bandiera con la stella di Davide di garrire su di un cumulo di macerie e di corpi straziati ed affamati a Gaza e per l’Ucraina si sceglie di fare... l’esatto contrario!! Come se quel popolo non avesse diritto a sopravvivere né a mantenere intatto il proprio territorio, martoriato da un esercito straniero feroce, quello russo, autore indisturbato di un altro genocidio. Ma se questa è la politica sull’altra sponda dell’Atlantico, c’è da chiedersi quale sia quella in auge nel Vecchio Continente. Parliamoci chiaro: cosa aspettino le nazioni europee ad intervenire con armi e mezzi pesantemente sul fronte del Donbass e della Crimea perché cessi la superiorità dell’armata di Putin, non è dato capire. Discussioni infinite, propositi di riarmo e di un esercito comune rimandati alle calende greche, nel mentre a Kiev scompare tutto il mondo civile. Se Trump è un incolto, in Europa tutti hanno studiato le civiltà greche e romane i cui valori sono divenuti fondativi degli Stati stessi già in epoca remota. Gioverebbe quindi ricordare il racconto nel libro della metamorfosi di Publio Ovidio Nasone, del "Bue di Prometeo". Quest’ultimo tentò di ingannare Giove offrendogli la parte più grande di un bue no diviso equamente a metà ma contente solo le ossa, prendendo per sé (e dunque per gli uomini) la parte più piccola contenente la carne. E’ esattamente quello che oggi si offre agli Ucraini (le ossa) e ad Israele (la carne). Ma gli stratagemmi non salveranno né il mondo né la vecchia Europa né renderà loro omaggio la Storia degli uomini.