Abbiamo già scritto, su queste stesse colonne, della dittatura marxista di Nicolás Maduro e, prima, di lui, di Ugo Chavez in Venezuela. Una dittatura che devasta quel Paese dal lontano 1992. Un tempo florido dal punto di vista economico, ricco di risorse naturali (a cominciare dall'oro nero, il petrolio, di cui Caracas era uno dei maggiori esportatori), nonché dotato di una moneta (il Bolivar) apprezzata, lo Stato latino americano si è visto, via via, ridotto in miseria. La popolazione ormai è allo stremo: mancano molti prodotti alimentari, oltre a farmaci, carburante e generi di prima necessità. Gli ospedali pubblici sono chiusi così come il cambio della moneta; e "out" sono pure social, frontiere ed aeroporti. Ebbene proprio nello scalo aeroportuale della capitale sono stati bloccati ed espulsi troupe televisive e giornalisti del Cile, dell'Argentina e dell'Italia. Con loro sono stati messi alla porta, senza troppi complimenti, anche i diplomatici di Buenos Aires in ragione del fatto che il governo argentino (ma anche quello statunitense e di altre nazioni del blocco sud americano) ha riconosciuto, come vincitore delle recenti elezioni politiche, il candidato avversario di Maduro, ossia Gonzales Urrutia.
Quest'ultimo, ex ambasciatore venezuelano in Argentina, rappresenta il partito "Unità" che riunisce tutte le forze di opposizione, da lui guidate insieme con Maria Corina Machado. Fonti ONU ed altre autorevoli istituzioni internazionali hanno dichiarato che gli esiti del voto non sono stati finora documentati e che non si conosce ancora il numero delle preferenze espresse nelle trentamila sezioni elettorali sparse nel Paese. Insomma: una proclamazione della vittoria (Maduro avrebbe vinto con il 51,2 % dei consensi) senza risultati definitivi e peraltro addirittura annunciata quando ancora mancavano alla conta i dati del 20 percento dei seggi!! Non c’è quindi alcun dubbio che, in mancanza di elementi certi e verificabili, mai esibiti finora dal governo di Maduro, il successo del dittatore puzzi di imbroglio lontano un miglio!! Anzi, conteggi rilevati ai seggi dai rappresentanti di Urrutia confermerebbero quanto rilevato dai sondaggi che lo davano in vantaggio con larga percentuale. In soldoni: il candidato delle opposizioni democratiche avrebbe raccolto oltre il sessanta percento dei voti espressi dai venezuelani!!
Sia pure tardivamente le Nazioni Unite hanno dichiarato forti dubbi e perplessità sull'esito di quelle elezioni ancorché non abbiano imposto alcun intervento sul campo da parte di osservatori "neutrali". Sia come sia, a riconoscere Maduro e la sua elezione farlocca sono stati subito la Russia e la Cina, insieme con la Siria e la Corea del Nord. Insomma le nazioni che hanno al timone regimi illiberali, frutto di tornate elettorali anch'esse di dubbia legittimità. A cominciare dal siriano Bashar al-Assad che di elezioni non ne tiene affatto. A seguire, i cinesi che hanno un'unica lista da votare: quella del polit bureau del partito comunista. Così la Pyongyang del sanguinario despota Kim Jong Un e, per finire, la "democrazia" degli oligarchi di Vladimir Putin imposta con la polizia politica, il controllo dell'informazione e il danaro degli stessi "ricconi" che albergano al Cremlino. Ma cosa volete che siano queste quisquilie politiche innanzi alla dittatura... vetero fascista di Giorgia Meloni, che costringe all'esilio - dorato e volontario - quei poveri, noti e martoriati giornalisti di sinistra dalla Rai? Cosa volete che siano queste facezie al cospetto delle mortificazioni e delle mezze censure imposte dal nostro esecutivo ai vari Scurati e Saviano ed al rischio, per la libera stampa "rossa" indipendente, di non poter più criticare tre volte al giorno la novella duce? E che dire poi del fatto che, durante la celebrazione della Strage di Bologna, si sia in qualche modo collegato quell'orrendo fatto di sangue di matrice neofascista (costato la vita di 85 persone), all'attuale compagine di governo, come se quella immane tragedia fosse legata a filo doppio con l'attuale classe dirigente di Fratelli d’Italia ed i suoi attuali rappresentanti a palazzo Chigi? Eppure per accertare quelle responsabilità ci vollero anni di indagini controverse e ben cinque processi che, alla fine, identificarono nei due eversori neri Francesca Mambro e Giusva Fioravanti gli autori del vile attentato insieme con Paolo Bellini (anch'egli appartenente al gruppo estremista di estrema destra dei Nar). Per intenderci: sarebbe come addossare ad Eddy Schlein ed all'attuale dirigenza del Pd le colpe del terrorismo delle Brigate Rosse, di Potere Operaio e degli altri gruppi della sinistra extraparlamentare risalenti allo stesso periodo in cui fu commessa quella strage!! Che dire? Non una sola parola è stata pronunciata in quegli stessi ambienti sugli arresti che la polizia di Maduro sta eseguendo in queste ore e sulla sua dichiarata intenzione di costruire nuove carceri per "ospitarvi" buona parte dei suoi oppositori!! E la difesa della libertà di stampa? E il diritto di cronaca? E quello delle libertà civili e costituzionali? Non una stilla di veleno è trapelata nelle parole dei vari Travaglio & C. sul tema, non un "talk show", cui far partecipare i soliti noti, è stato allestito. Nulla. Tutto tace. Già!! In fondo Maduro non è Orban. E non è nemmeno la Le Pen. Evidentemente il dittatore di Caracas, che pure rappresenta l'antitesi delle coscienze libere e democratiche, opera dall'altra parte dell'oceano. Una linea di demarcazione di comodo, che ce lo rende troppo lontano e distante dai fatti di casa nostra. Peccato che, più che il mare, a separare i finti maestri della "gauche" tricolore dal "fascista" venezuelano sia il piccolo pantano italiano nel quale sguazzano politici parolai di mezza tacca che per mero calcolo si trasformano in suoi sodali.