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Scritto da Redazione
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11 Aprile 2022

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Quello della cannabis light è un mercato in rapida espansione; i rivenditori autorizzati operano sia in-shop, mediante punti vendita fisici, sia online, attraverso e-commerce specializzati come High on life weed, uno dei negozi digitali tramite il quale poter acquistare marijuana legale online. È importante, quando si sceglie di acquistare prodotti di questo tipo, rivolgersi sempre a canali di vendita sicuri, tracciabili e trasparenti; in tal modo non si alimenta il commercio illegale e, al contempo, si hanno le necessarie garanzie relative alla conformità ed alla sicurezza del prodotto e della materia prima utilizzata.

Lo scorso 24 marzo, la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis destinata all’uso personale è stata discussa dalla Commissione Giustizia della Camera. Il voto agli emendamenti, proposti per modificare il cosiddetto “ddl Perantoni”, è stato però rinviato, per dare precedenza a lavori ritenuti più urgenti. Dopo la bocciatura della proposta di referendum da parte della Corte Costituzionale, la proposta di legge resta, al momento, l’unica possibilità per implementare un sostanziale aggiornamento dell’attuale quadro normativo in materia.

Cosa prevede la proposta di legge

La proposta di legge ordinaria, avanzata dai deputati Licatini, Saitta, Ferraresi, Misiti e Perconti, contiene disposizioni per l’“Introduzione dell’articolo 75-ter del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di produzione e detenzione di cannabis per uso personale”.

In sostanza, a differenza del referendum (che puntava a modificare per sottrazione il Testo unico sulle droghe), la proposta di legge si pone come obiettivo quello di aggiornare il testo attualmente in vigore, inserendo il seguente articolo:

In caso di attività di coltivazione di cannabis di minime dimensioni, svolte in forma domestica e che per le rudimentali tecniche utilizzate, per lo scarso numero di piante, per il modesto quantitativo di prodotto ricavabile e per la mancanza di ulteriori circostanze dell’azione che ne indichino l’immissione nel mercato delle sostanze stupefacenti appaiono destinate in via esclusiva ad un uso personale del coltivatore, non si applicano le disposizioni degli articoli 73 e 75”.

Se questa proposta, al netto degli emendamenti ancora da discutere, venisse approvata (l’iter, in tal senso, è ancora piuttosto lungo), si concretizzerebbe una sostanziale depenalizzazione dei reati attualmente previsti per la coltivazione e l’utilizzo personale dei derivati della cannabis. Il problema principale resta quello di trovare un compromesso in grado di conciliare istanze politiche contrastanti (la Lega, ad esempio, spinge per un aumento delle pene), a cominciare da quelle espresse negli emendamenti.

Cannabis legale, la situazione attuale

In attesa di ulteriori sviluppi circa l’iter parlamentare che attende il ddl Perantoni, il mercato dei derivati della cannabis in Italia resta polarizzato tra due estremi. Da un lato, c’è la cannabis terapeutica, prodotta dallo stabilimento farmaceutico militare di Firenze; viene adoperata per farmaci e formulazioni galeniche, acquistabili soltanto a fronte di prescrizione da parte del medico curante o, non di rado, di uno specialista (dal momento che si tratta di farmaci destinati al trattamento di disturbi e patologie particolari).

Dall’altro, invece, ci sono i derivati ‘light’, ossia l’insieme dei prodotti ottenuti dalla cannabis a basso THC, ai sensi della Legge n. 242 del 2016 (entrata in vigore a gennaio del 2017). In base alle disposizioni normative attualmente vigenti, la concentrazione massima di principio attivo consentita è dello 0,5% (ovvero 5 mg per kg); una quantità così bassa di THC rende tali prodotti sostanzialmente innocui, ossia incapaci di generare effetti psicotropi o psicoattivi. Da ciò deriva la denominazione ‘light’, che ha carattere puramente commerciale e non rappresenta una definizione di carattere normativo o giuridico.

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