Isola d’Elba, 26 febbraio 1815. Nella notte, dopo dieci mesi trascorsi in esilio sull’isola toscana come imposto dal trattato di Fontainbleu - Napoleone, imbarcato sulla nave Inconstant, salpò verso le coste della Francia. Nuovamente acclamato dai francesi imperatore, Bonaparte manifestò sin da subito la propria volontà di non turbare la pace, appena ricostituita con il Congresso di Vienna, attraverso l’invio di missive ufficiali a tutti i sovrani europei con cui scongiurava la possibilità di una ripresa della guerra; tuttavia, ritenuto ormai un nemico troppo insidioso, si trovò costretto, per la prima volta nella sua epopea, a difendersi dall’attacco della Settima coalizione.
Sconfitto il 18 giugno 1815 nella battaglia di Waterloo dalle truppe prussiane, olandesi e britanniche, comandate da sir Arthur Wellesley primo duca di Wellington, Napoleone tentò nel luglio del 1815 di raggiungere gli Stati Uniti ma, costretto a consegnarsi definitivamente agli inglesi, il 23 luglio dello stesso anno fu imbarcato sulla nave Bellerophon , con cui raggiunse Plymouth, sulle coste dell’Inghilterra meridionale, per poi partire il 7 agosto sul vascello Northumberland alla volta del suo esilio definitivo, la remota isola vulcanica di Sant’Elena nell’oceano Atlantico.
Qui, recluso a Longwood House, un piccolo centro a pochi chilometri dalla capitale dell’isola Jamestown, visse gli ultimi anni della sua vita dettando allo scrittore francese Emmanuel de
Las Cases, al generale Henri Gatien Bertrand, al conte Charles Tristan di Montholon e al ba- rone Gaspard Gourgaud le proprie memorie, il suo ultimo vero atto politico in omaggio agli ideali primordiali della Rivoluzione francese. Pubblicato sin dal 1820 di contrabbando e poi in via ufficiale, la prima edizione approvata risale al 1823. Il famoso Memoriale di Sant’Elena ottenne immediatamente un enorme successo diventando monumento dell’onore e della gloria raggiunti dal popolo francese per opera di un solo uomo a cui le giovani generazioni europee cominciarono a ispirarsi accendendo la fiamma ardente del mito di Napoleone Bonaparte.
Non è discutibile il fatto che Napoleone Bonaparte avesse caratteristiche e capacità straordinarie, dimostrate sia nei suoi trionfi, sia nelle sconfitte. Quando al primo duca di Wellington, fu chiesto chi considerava il migliore generale del suo tempo, egli non esitò ad affermare: « Oggi, ieri, sempre: Napoleone»