Napoleone fu sconfitto il 18 giugno 1815 nella battaglia di Waterloo dalle truppe prussiane, olandesi e britanniche, comandate da Sir Arthur Wellesley, primo duca di Wellington. Nel luglio dello stesso anno tentò di raggiungere gli Stati Uniti, ma fu costretto a consegnarsi definitivamente agli inglesi. Il 23 luglio 1815 venne imbarcato sulla nave Bellerophon, con cui raggiunse Plymouth, sulle coste dell’Inghilterra meridionale. Il 7 agosto partì sul vascello Northumberland diretto al suo esilio definitivo: la remota isola vulcanica di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico. Dopo un lungo viaggio, arrivò sull’isola il 15 ottobre 1815, dove fu sottoposto a stretta sorveglianza da parte del governatore Sir Hudson Lowe, un carceriere disumano, ossessionato dal timore di una fuga.
A causa di questa ossessione, tremila uomini e quattro navi pattugliavano costantemente gli accessi all’isola di Sant’Elena per impedirne lo sbarco. Qui, recluso a Longwood House, un piccolo centro situato a pochi chilometri dalla capitale dell’isola, Jamestown, visse gli ultimi anni della sua vita. Durante la prigionia, dettò le proprie memorie allo scrittore francese Emmanuel de Las Cases, al generale Henri Gatien Bertrand, al conte Charles Tristan di Montholon e al barone Gaspard Gourgaud. Fu questo il suo ultimo vero atto politico, un omaggio agli ideali primordiali della Rivoluzione francese.
A Longwood, la sera del 5 maggio 1821, alle 17:49, dopo una giornata tempestosa, Napoleone esalò il suo ultimo respiro. Sebbene avesse richiesto di essere seppellito in territorio francese, sulle sponde della Senna, il governo britannico decise di non traslare la salma. Tuttavia, gli vennero tributati gli onori militari e fu sepolto a Torbett’s Spring, una piccola valle isolata nei pressi di Longwood. Sulla sua tomba fu posto un semplice monumento funebre con una lapide senza iscrizione. Fu proprio Sir Hudson Lowe a impedire che vi fosse inciso il nome “Napoleone” o “Bonaparte”.
"Trasportatemi sulle rive della Senna in mezzo al popolo francese che io ho tanto amato."
Questa volontà, espressa nel testamento del carismatico generale, venne comunque esaudita quasi vent’anni dopo. Nel 1840, dopo aver ottenuto il permesso degli inglesi, il re di Francia Luigi Filippo di Borbone-Orléans autorizzò il rimpatrio delle spoglie del defunto imperatore. L’8 ottobre la salma fu riesumata e imbarcata sulla nave Belle Poule, che giunse il 2 dicembre al porto di Cherbourg, accolta con numerosi colpi di cannone. Il 15 dicembre, a Parigi, si svolsero le solenni esequie alla presenza della famiglia reale. Il corteo funebre attraversò la città, passando sotto l’Arco di Trionfo su una carrozza trainata da sedici cavalli, adornata con cariatidi intagliate a sostegno di una teca preziosa. Giunto all’Hôtel des Invalides, il corpo venne tumulato nella cappella di Saint-Jérôme.
Il re incaricò il fedele generale Bertrand, che aveva accompagnato Napoleone all’Elba e a Sant’Elena, di deporre la spada e il copricapo dell’imperatore sulla bara. Tuttavia, sopraffatto dall’emozione, Bertrand non riuscì a compiere il gesto, e fu sostituito dal generale Gourgaud. Alla cerimonia non poté partecipare nessun membro della famiglia Bonaparte, poiché l’esilio era ancora in vigore Nel 1842, Luigi Filippo commissionò all’architetto francese, di origini italiane, Louis Tullius Joachim Visconti, la costruzione di una tomba monumentale.
Nel 1843, il gran collare, il nastro e le insegne della Legione d’Onore che Napoleone aveva indossato furono inviati dal fratello Giuseppe Bonaparte. Il 2 aprile 1861, durante una cerimonia privata voluta dall’imperatore Napoleone III, le spoglie del carismatico generale, genio militare e imperatore, ormai divenuto mito nell’immaginario collettivo, trovarono la pace definitiva al centro della Cupola d’oro degli Invalides, a Parigi.