Buongiorno Casella, può raccontarci le tappe salienti della sua meravigliosa carriera, dagli inizi al successo?
Lasciai la Sicilia giovanissimo e iniziai a viaggiare per tutta Italia. Senza una lira in tasca! Mi esibivo nelle piazze con numeri di fachirismo, trafiggevo il corpo con spilloni, sputavo fiammate di fuoco e inghiottivo lamette, camminavo scalzo sui vetri. Roma fu la prima città ad aprirmi le sue braccia. Mi esibivo in piazza Navona e dormivo dove capitava, in stazione per terra o da amici conosciuti per caso. In una di quelle sere venni notato da un impresario che mi prese a lavorare nei night-club della penisola, inventò su di me un personaggio con un look molto vistoso, luccicante, sgargiante. Con lui firmai il mio primo contratto di lavoro come attrazione. Dai night-club iniziai la mia più grande avventura sulle navi da crociera, per ben tre volte posso dire di aver fatto il giro del mondo a bordo dell'Achille Lauro, di Costa Crociere, tra le più grandi compagnie di navigazione.
In una di queste lunghe traversate mi giunse la notizia più dolorosa e inattesa, la morte di mia madre. Un colpo al cuore, il vuoto sotto ai piedi, il mio sentirmi solo all'improvviso. Dopo questa notizia sconvolgente, stavo per prendere una decisione: lasciare un mondo che portava verso l'avventura per cercare una stabilità, un lavoro diverso dagli spettacoli di fachirismo e intrattenimento. Ho sempre avuto fede nel destino, pensato che niente accade per caso: ad ogni segnale ha fatto sempre seguito un evento, qualcosa che sarebbe avvenuto di lì a poco, che avrebbe mescolato le carte in tavola così da poter sfidare la sorte. Nel mio ultimo periodo sulle navi da Crociera incontrai Roberto Gervaso, scrittore e uomo di televisione, intelligente e dotato di grande umorismo. Rimase, cosi, colpito dal mio modo di lavorare e intrattenere che mi convinse ad esibirmi al Bagaglino di Roma con uno spettacolo organizzato da lui per salutare tutti i miei amici e chiudere definitivamente quel capitolo della mia vita. E ancora una volta, la buona stella ha voluto che in quella occasione tra il pubblico ci fosse la persona che ha dato la prima vera svolta a tutta la mia vita e alla carriera artistica: Nina Malatesta, allora segretaria di Pippo Baudo.
Lei rimase folgorata dal mio spettacolo in quel teatro nel cuore della capitale e decise di raggiungermi in camerino per propormi di incontrare subito Pippo Baudo che allora lavorava per Antenna Sicilia.
Quando Pippo mi vide, esclamò: "Dove hai messo il cilindro, conigli e colombe?". Risposi :" Io non sono un mago, ma un mentalista, lavoro col pubblico, lego le mani, addormento le persone e gli animali".
Pippo è uno che non si lascia convincere dalle parole e mi concesse i fatidici cinque minuti per dare prova del mio talento nello show che conduceva nell'emittente siciliana. Accettai con entusiasmo.
Iniziai col numero delle mani legate. Scoppiò il delirio, nessuno, prima di me, aveva lavorato in quel modo e i cinque minuti diventarono 50, metà del pubblico rimase con le mani intrecciate, compresi gli amici più intimi di Pippo che legittimarono, di fatto, la mia credibilità "certificando" le mie doti. Baudo è il re della televisione, ma è anche il mago delle intuizioni, sa "leggere" il futuro e guardare oltre: cambiò atteggiamento nei miei riguardi e quel martedì segnò l'inizio della mia nuova avventura.
Andai a casa sua, voleva conoscermi e dalla domenica successiva iniziai a lavorare per Domenica in, trasmissione di punta e più vista, sulla prima rete della Tv nazionale. L'edizione del 1979/80 di Domenica in fu accompagnata da un successo travolgente e segnò anche l'inizio ufficiale del mio fortunato percorso artistico: lì nasceva il personaggio televisivo Giucas Casella. In quegli anni fare televisione significava godere di una grandissima visibilità, mi ritrovai catapultato in un mondo a me sconosciuto, non potevo davvero uscire di casa senza essere riconosciuto quando, al contrario, ci tenevo a condurre una mia vita riservata. E allora penso alle donne che hanno contribuito alle mie tante rinascite, anche sul piano artistico, come Raffaella Carrà, che nei suoi lunghi week-end su Raidue mi coinvolse con le famose interviste sotto ipnosi. Era una professionista dotata di grande umanità, rideva sempre con me, la divertivo, ma evitava di guardarmi negli occhi, la terrorizzava l'idea che io potessi farla cadere nei miei giochi di 'magia'.
E penso soprattutto al 1993, quando un'altra grande donna cominciò una sfida che la renderà imbattibile e vincente, scelse di avermi al suo fianco, parte di una squadra e del suo gruppo più stretto di amici, Mara Venier. Ci siamo divertiti tanto, con lei ogni volta era come tornare bambini. Mara è la regina dei miei anni più spensierati, del mio secondo tempo, della mia rinascita più consapevole e matura. Grazie a lei ho smesso di essere solo il Giucas delle mani legate e degli esperimenti da milioni di spettatori incollati davanti alla Tv, lei ha messo a nudo quella parte di me che ama giocare e divertire, quella sorta di showman che tutti hanno conosciuto e sentito più vicino. Grazie a quelle fortunate edizioni di Domenica in, ho trovato in Mara l'amica per la quale ho gioito e condiviso tante risate.
È stato definito da alcuni esperti del settore tra i più grandi "mentalisti italiani". Quando ha capito di aver queste doti particolari?
Fin da bambino credo di avere avuto questa dote innata. Racconto sempre di un episodio legato a mia madre sordomuta e di quando sono caduto in un pozzo e lei era lontana: io gridavo, cercavo aiuto, nessuno poteva sentirmi, ma lei, come se il richiamo fosse corso attraverso una forma di energia, di lì a poco è arrivata per salvarmi, come se l'avessi guidata telepaticamente.
Non avendo mai potuto studiare la lingua dei segni, ne avevamo inventata una tutta nostra. Credo che, proprio quel modo di comunicare con l'utilizzo dello sguardo, quel magnetismo che mi trasmetteva, sono stati la chiave per capire che potevo dominare e suggestionare chiunque mi trovassi di fronte, fin da piccolo, sperimentando forme di ipnosi che nel tempo si sarebbero sempre più delineate. All'inizio mi esercitavo con gli animali che avevamo in cortile: galline, conigli, rane, per poi sottoporre i miei compagni di scuola a quelli che loro consideravano "poteri speciali" e che per me erano soltanto delle situazioni "naturali". A dieci anni i miei decisero di mandarmi in collegio a Palermo, non potevano permettersi di pagarmi gli studi, frequentai il "Boccone del Povero", un istituto che ancora esiste e che dava una mano alle famiglie più disagiate. Con il passare del tempo continuavo ad allenarmi, molti esperimenti, coinvolgendo i miei compagni dell'istituto. Legavo loro le mani, li addormentavo con facilità e avevo già da allora il mio piccolo pubblico di curiosi. Alcune madri erano terrorizzate dai comportamenti che avevo, mi segnalarono al parroco facendomi passare per un bambino disturbato, in qualche modo posseduto da forme demoniache. E invece fu proprio Don Sarullo, figura cara dei miei ricordi, a tranquillizzare tutti! Riuscì a spiegare che il mio era un dono, trasmesso inconsapevolmente dalla mia stessa madre. Per dimostrare la mia buona fede e dare conferma alle sue parole, il sacerdote organizzò uno spettacolo in parrocchia, "battezzandomi" con quello che poi è diventato il nome d'arte e anche di fatto per tutta la mia vita: Giucas Casella, cioè Giu da Giuseppe e Cas, dal cognome
Il suo incontro con papa Francesco alcuni giorni fa?
Alcuni giorni fa ho incontrato Papa Francesco, è stata un emozione unica, uno degli incontri più straordinari della mia vita. Ho voluto stringere la sua mano e sentirlo fisicamente. Mi ha trasmesso una grande energia e i suoi occhi così gentili mi rilassavano, mi davano pace. Mi ha guardato negli occhi dicendomi: "Pregate per me". È stato incredibile, mi sono quasi commosso! Che forza e potenza comunicativa ha quest'uomo di Dio.
Il suo ricordo del grande conduttore Corrado.
Di Corrado ho un ricordo bellissimo. Era un grande professionista, tra i numero uno, perfezionista sul lavoro, sempre attento e scrupoloso. La sua più grande dote a mio avviso era l'ironia. Ricordo le Domeniche in con lui, erano uno spasso perché, a differenza di Baudo che seguiva una linea seria e concentrata durante i miei esperimenti, Corrado era più dissacrante e aveva la battuta pronta quando, ad esempio, addormentavo una gallina o sceglievo dei soggetti tra il pubblico da ipnotizzare. Allo stesso tempo era attento, curioso come un bambino, voleva capire da vicino gli esperimenti, testare con i suoi occhi e alla fine mi chiedeva sempre: " Ma come hai fatto?".
Parliamo di Politica: alcuni genitori crescono da soli i propri figli, spesso poco aiutati. Un suo appello?
Io sono stato un ragazzo padre, ho cresciuto da solo mio figlio con l' aiuto di amici e parenti, ovviamente, ho fatto da padre e madre. Non è stato facile, soprattutto i primi tempi, ma con l'amore ho superato ogni difficoltà e credo che la famiglia esiste dove c'è amore. Non importa da chi sia formato il nucleo familiare. Un bimbo può crescere felice anche con un solo genitore! La politica deve rendersi conto di questo. Non dimentichiamoci che tanti bimbi, durante la loro crescita, possono restare orfani di padre, madre o di entrambi, vivono con dei parenti prossimi, ma a volte rimangono soli. Bisogna superare i pregiudizi e salvare i bambini dagli orfanotrofi, dare loro la possibilità di essere adottati, anche da un single. Con le dovute attenzioni si può e deve fare.
Suo figlio James è il suo amore più grande.
Dico sempre che mio figlio James è l'esperimento che mi è riuscito meglio in tutta la mia vita. È un ragazzo straordinario, oggi è un chirurgo affermato e amato dai suoi pazienti, niente può rendermi più orgoglioso. Mi ha reso nonno di Giacomo, un bimbo incredibile pieno di risorse, sempre allegro e sorridente. E da pochi mesi è arrivata anche una nipotina, Giuliet. Per cui al momento faccio il nonno a tempo pieno. Sono stato un padre molto severo, invece come nonno sono completamente succube e al servizio dei miei nipoti. Possono chiedermi quello che vogliono.
Il suo rapporto con il mago Silvan?
Ho sempre subito il fascino di Silvan come professionista, la sua eleganza e preparazione mi hanno sempre incuriosito. I suoi numeri di magia mi ricordavano tanto quelli di attrazioni internazionali, fatti di grande pathos e colpi di scena. Molti confondono il mio lavoro con il suo, ma facciamo due cose completamente diverse. Silvan è un illusionista, il numero uno della magia, ha fatto sognare intere generazioni con i suoi numeri di prestigio. Io non saprei neanche tirar fuori un coniglio dal cilindro, non ho idea di come si possa realizzare un trucco di magia. Per questo mi definisco un mentalista, non uso trucchi, ma lavoro con la mente. È un'opera di suggestione e concentrazione che mi permette di realizzare esperimenti anche estremi, come stare sotto il ghiaccio, oppure sotto terra o camminare sui carboni ardenti. Ho letto di Silvan che non ha speso buone parole su di me, ma non importa, per me rimane sempre quell'immagine del grande mago che ha fatto sognare tante generazioni.
I suoi progetti lavorativi futuri?
Spero di avere sempre lo spirito per affrontare nuove sfide, come quella conclusa un anno fa al Grande Fratello, una grande avventura che non immaginavo di vivere così a lungo . Da quell'esperienza ho avuto la proposta di una possibile collaborazione con Sonia Bruganelli e Paolo Bonolis, un grande professionista con cui spero di poter lavorare. E chissà magari la prossima stagione .
Una cosa mai detta che vuole raccontare in esclusiva alle Gazzette.
Quando ho partecipato al programma televisivo "Il ristorante" nel 2004, ho avuto una forte attrazione per Tina Cipollari.